Aeroporto Bologna, ENAC ha approvato il definitivo Masterplan al 2030

Previsti anche l'espansione del sedime e l'incremento dei movimenti/ora! I media hanno comunque anticipato come il gestore sia stato autorizzato alle opere "compresa l'acquisizione delle aree di espansione del sedime aeroportuale", ancorche nel contesto della “sostenibilita'” (ambientale ed operativa) con risorse finanziarie stimate in 371 milioni/euro.

In attesa di poter analizzare il dettaglio del Masterplan, si propone il comunicato stampa del 9 Febbraio 2021 del gestore del Marconi.

 

“COMUNICATO STAMPA AEROPORTO GUGLIELMO MARCONI DI BOLOGNA S.p.A.:

ENAC approva in via definitiva il Masterplan al 2030.

 

L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ha comunicato in data odierna l’approvazione in via definitiva, ai sensi e per gli effetti dell’art.1 punto 6 del D.L. 28 giugno 1995 n.251, coordinato con la legge di conversione 3 agosto 1995 n.351, e la dichiarazione di pubblica utilità del Piano di Sviluppo dell’aeroporto di Bologna, recante programma degli interventi di potenziamento infrastrutturale all’orizzonte temporale dell’anno 2030.

 

Con tale provvedimento il gestore aeroportuale viene altresì legittimato da ENAC ad operare per tutte le attività attuative delle opere previste nel Masterplan, compresa l’acquisizione delle aree di espansione del sedime aeroportuale. Il predetto atto approvativo dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile completa positivamente, con piena soddisfazione della società di gestione aeroportuale, il lungo iter di revisione strategica, verifica di compatibilità ambientale e, indi, di positivo accertamento di conformità urbanistica -già comunicato in data 24 gennaio 2020, quale step amministrativo essenziale dell’articolato iter procedimentale - avviato, a cura di AdB S.p.A., nel 2017.

Il sempre positivo e proficuo confronto tra il gestore aeroportuale e ENAC viene pertanto ulteriormente rafforzato ed il Masterplan approvato rappresenta la base solida su cui costruire un percorso di sviluppo condiviso con l’Authority in ottica di complessiva sostenibilità e coerenza del complesso degli investimenti aeroportuali, alla luce degli attesi livelli di traffico e tenuto anche conto degli impatti dell’attuale emergenza pandemica. La strategia di sostenibilità del Gruppo è improntata nel breve periodo a preservare gli asset aziendali, in particolare attraverso il mantenimento dei livelli occupazionali e il cash flow, così garantendo le condizioni per la crescita nel medio periodo.

Gli investimenti dedicati alla capacità delle infrastrutture aeroportuali aereonautiche saranno supportati dal meccanismo di regolamentazione tariffaria in essere nel settore aeroportuale italiano e saranno realizzati sulla base delle fasi progettuali intermedie che, con approccio improntato alla sostenibilità, saranno rivalutate in stretto confronto con ENAC. La realizzazione per fasi del Masterplan al 2030 avverrà con risorse finanziarie in parte già disponibili – proprie e per linee di credito già attive e rese note – e con ulteriori risorse finanziarie che il Gruppo intende reperire nei prossimi anni.

L’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, classificato come “aeroporto strategico” dell’area CentroNord nel Piano nazionale degli Aeroporti predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha fatto registrare nel 2020 – anno condizionato dalla pandemia mondiale - 2,5 milioni di passeggeri, classificandosi come l’ottavo aeroporto italiano per numero di passeggeri (Fonte: Assaeroporti).

Situato nel cuore della food valley emiliana e dei distretti industriali dell’automotive e del packaging, l'Aeroporto ha una catchment area di circa 11 milioni di abitanti e circa 47.000 aziende con una forte propensione all'export e all'internazionalizzazione e con politiche di espansione commerciale verso l'Est Europa e l'Asia.

Per ciò che riguarda l’infrastruttura aeroportuale, l’Aeroporto ha tra gli obiettivi strategici dei prossimi anni un importante piano di sviluppo relativo soprattutto all’espansione del Terminal passeggeri, in particolare nell’area dei controlli di sicurezza e dei gate di imbarco. Obiettivo della società è quello di fare dell'Aeroporto di Bologna una delle più moderne e funzionali aerostazioni d’Italia, importante porta di accesso alla città ed al territorio.” 10 Febbraio 2021

Aeroporto Bologna, comunicato COCOMPAER su Lva e rete di monitoraggio

Interrogativi inerenti la tutela acustica: tra realtà e marketing dei gestori dello scalo! In questi giorni il gestore dell’aeroporto di Bologna, ENAC, ENAV, Enti Locali, l'ARPA, hanno ribadito l'impegno a realizzare uno sviluppo sostenibile dello scalo.

In realtà l'impatto acustico certificato dalla mappa Lva appare datata, non corrispondente ai movimenti attuali e la rete di monitoraggio delle nove centraline non è adeguatamente circostanziata.

Quante centraline/stazioni sono di tipo V? Una o più e dove sono/è localizzata? Le altre, che tipologia e verifiche di funzionalità ed efficienza periodica registrano?

Quali violazioni, quanti sforamenti acustici sono stati certificati negli ultimi 10anni.

In attesa di aver risposte per analizzare il quadro dell'impatto acustico – zonizzazione Lva, rete di monitoraggio e gli indici della Classificazione acustica Comunale -, è utile annotare il comunicato inoltrato lo scorso settembre 2020.

“Comitato per la COMPatibilità AERoporto – Città di Bologna (COCOMPAER)

A tutti i consiglieri e giunte del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna

 

Richieste per minimizzare l’uso del cielo sopra le zone nord della città

Premessa: nel luglio del 2019 sul cono aeroportuale contenuto tra Pescarola/Noce, Arcoveggio/San Donnino, Croce Coperta/Corticella, corrispondente a 35/40.000 residenti sono transitati, in decollo o

atterraggio, più di 100 aerei a bassa quota ogni giorno, il che significa essere interrotti da qualsiasi tipo di attività per 12/20 secondi ogni volta, nelle ore di punta anche 14/15 volte in un’ora. La legge antirumore del

1997 affronta l’effetto acustico usando l’indice logaritmico LVA (Livello Valutazione rumore Aeroportuale) che si basa sulla sommatoria del rumore prodotto da ogni movimento suddiviso per l’orario di attività e non

fa alcun accenno al numero massimo di movimenti che possono essere inflitti alla popolazione sottostante. Ora all’effetto acustico si assomma quello sul sistema nervoso di cui non si tiene assolutamente conto. La

situazione era diventata insopportabile prima che arrivasse la crisi dovuta al SARS COVID 2. Il DM 31/10/97 è in tutta evidenza obsoleto, in teoria si potrebbe giungere a 180/200 sorvoli quotidiani restando ancora dentro al tetto di 65 decibel di LVA, e questo verrà denunciato a tutti i parlamentari.

In sede locale non pensiamo possa essere contestato da chichessia l’obiettivo di contenere al minimo indispensabile per la sicurezza dei voli l’uso di pista 12 per i decolli e di pista 30 per gli atterraggi. Per questo

inviamo a tutti i consiglieri comunali e regionali queste richieste da inserire in una proposta di Ordine del Giorno da presentare nelle rispettive assemblee.

1. Definire e pubblicare velocità e direzione del vento che impedisca decolli verso ovest (P30) e atterraggi da ovest (P12).

2. Definire e pubblicare la quantità di tempo minima necessaria per la sicurezza fra un decollo ed un atterraggio nella stessa direzione.

3. Allestire tre display ad agevole visibilità pubblica al Centro Sportivo Pizzoli, al Centro Civico Borgatti ed al Parco Ippodromo che riportino, in tempo reale, i dati dell’anemometro e quelli della centralina di Pescarola (C6), segnalando automaticamente l’inevitabilità dell’uso del cielo bolognese per cause atmosferiche, in modo che la popolazione possa controllare direttamente l’operato dell’Enav e creare un applicazione per smartphone e p.c. che riporti in tempo reale gli stessi dati.

4. Sanzionare efficacemente ogni violazione non giustificata alla regola generale che minimizzi l’uso del cielo sopra la città.

5. Definire e pubblicare i limiti di visibilità per cui il Sistema di atterraggio strumentale (ILS Cat I) posto in direzione est è effettivamente inferiore all’ ILS Cat IIIB posto in direzione ovest.

6. Modernizzare hardware e software di controllo dei movimenti utilizzando la tecnologia tedesca Topsonic installata nel 2013 dal London City Airport.

7. Sostituire le centraline di monitoraggio del Marconi, antiquate e non adatte a comminare sanzioni a vettori inadempienti, con quelle del tipo V descritte dalle linee guida Isprambiente dgr 808/2005. Iniziando dalla 6 e implementando il sistema con altre due centraline tipo V poste sui punti di maggior sensibilità della popolazione, ovvero in via Agucchi 214 e Cà Bianca 3/3.

8. Definire un leq totale massimo per ogni movimento ed applicare un’ammenda a tutti i vettori che lo superino su qualsiasi centralina.

9. Pubblicare mensilmente l’elenco delle ammende comminate e di quelle realmente incassate.

10.Chiarire la pg. 7 del Regolamento di Scalo dove leggiamo: “ La capacità dichiarata della pista di volo, in condizioni di normalità (regolari condizioni meteorologiche, Radar e Radioassistenze efficienti, ecc.), è di 24

movimenti/ora (su pista 12) di cui 12 movimenti ogni 30 minuti; in caso di utilizzo della pista 30, il limite è di 12 movimenti/ora di cui 3 ogni 15 minuti.”

Da cosa dipendono queste differenze visto che le due piste sono identiche per quanto riguarda le lunghezze per il decollo, 2803 metri, mentre per l’atterraggio e per le manovre di emergenza la differenza è di 60 metri

(rispettivamente 2493 contro 2438 e 2920 contro 2860)?

11.Chiarire cosa ostacola l’uso della pista 30 per i decolli e della pista 12 per gli atterraggi nelle fasce orarie dove non si superano mai i 10 movimenti ora (come ad es. 06 alle 08 e dalle 20 alle 23).

12.Ridefinire la zonizzazione acustica del Marconi che risale al 2003 (già prevista dal PSC del 2008) con l’utilizzazione del modello statistico AEDT al posto dell’obsoleto modello INM.

Bologna settembre 2020 - 22 Gennaio 2021

Aeroporto Bologna, tra primati industriali e COVID-19, l'ennesima Interrogazione

Lo scalo Emiliano è davvero alla ricerca di supporti “governativi”? Nei giorni scorsi è stata presentata dalla parlamentare del Senato Anna Maria Bernini (FI), la seguente Interrogazione.

In attesa che il nuovo Piano Nazionale Aeroporti-PNA, possa portare i correttivi indispensabili e riqualificare il sistema aeroportuale in relazione alla reale ecocompatibilità ambientale, di sicurezza delle operazioni (safety&security) e coesistenza dell'infrastruttura con il territorio e la comunità dei cittadini residenti, tuttavia, le Interrogazioni Parlamentari sembrerebbero riproporre le consuete dinamiche di supporto alle politiche dei gestori aeroportuali.

L'interrogazione sottostante, infatti, illustra successi di ecosostenibilità, di crescita operativa, di prospettive correlate al masterplan al 2030, ma sollecita, come è avvenuto su altri scali della Penisola: se non si “ritenga di adottare misure per garantire la tutela occupazionale attraverso la predisposizione di nuovi ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore aeroportuale (dipendenti diretti di AdB, addetti dei servizi di handling e delle aziende del sito e degli appalti), anche con una normativa ad hoc, con una copertura che vada in continuità con l'attuale Cigs per crisi ed una formulazione parametrata sui tempi attesi di ripresa”.

 

"Al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. 

Premesso che:

l'aeroporto 'Guglielmo Marconi' di Bologna, situato nel cuore della food valley emiliana e dei distretti industriali dell'automotive e del packaging, è classificato come 'scalo strategico' dell'area Centro-Nord nel Piano nazionale degli aeroporti del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e quotato da luglio 2015 nel segmento 'Star' del Mercato telematico azionario di Borsa italiana, è risultato nel 2019 il settimo aeroporto italiano per numero di passeggeri con 9,4 milioni di viaggiatori;

oltre che essere uno dei punti di accesso per le strutture sanitarie specialistiche bolognesi e per il movimento turistico e culturale, l'aeroporto ha una catchment area di circa 11 milioni di abitanti e circa 47.000 aziende con una forte propensione all'export ed all'internazionalizzazione. Il Piano urbano della logistica sostenibile (Puls) all'interno del Pums della Città metropolitana di Bologna individua inoltre l'hub aeroportuale metropolitano come uno dei siti di sviluppo per la logistica industriale e distributiva del territorio;

sul piano occupazionale il sito aeroportuale impiega un numero di addetti attorno alle 3500 unità in attività proprie della gestione aeroportuale, dei servizi a terra, di somministrazione e catering, altre di filiera (noleggi, pulizie, negozi, bar, autonoleggi). Si stima che l'attività dello scalo generi tra impatto diretto, indiretto ed indotto circa 20.000 posti di lavoro ed un Pil di un miliardo di Euro;

a fine 2019 il Gruppo AdB dichiarava un numero di dipendenti pari a quasi 550 persone, il 47 per cento donne, con un numero di neoassunti nel 2019 pari a circa 150 unità, con un saldo tra assunzioni e cessazioni del 2,7 per cento;

sul fronte della sostenibilità ambientale, tra il 2009 ed il 2019 il Gruppo Aeroporto di Bologna ha aderito al programma 'Airport Carbon Accreditation', sottoscrivendo, con le istituzioni del territorio e le società che regolano e gestiscono le reti di mobilità pubblica, un accordo per la decarbonizzazione dello scalo (aggiornato nel 2020) con l'obiettivo di strutturare l'operatività su criteri di gestione sostenibile e di integrazione con il territorio in chiave green ed aderendo all'impegno per il raggiungimento entro il 2050 del 'Net zero carbon emissions from airport operations';

l'impatto dell'emergenza Covid-19 tra marzo e settembre 2020 sull'intero settore aeroportuale italiano ha fatto registrare, rispetto allo stesso periodo del 2019, rilevanti segnali negativi in termini di traffico (meno 83 per cento di passeggeri), di fatturato dei gestori (meno 78 per cento), di ricavi (meno 1 mld di Euro), che hanno comportato l'attivazione di Cigs per crisi, che ha coinvolto nel complesso oltre 10.000 lavoratori del settore. Il perdurare della pandemia fa stimare per il settore aeroportuale italiano una chiusura del 2020 con un calo di fatturato del 65 per cento rispetto al 2019, con un forte assorbimento di liquidità ed una significativa crescita dell'indebitamento finanziario misurato rispetto all'inizio della crisi, a cui si aggiunge un aumento dei costi pari a 25 mln di Euro per le misure anti Covid-19.

Per il 2021 le stime individuano una diminuzione dei passeggeri negli scali italiani compresa tra il 63 ed il 48 per cento rispetto al 2019;

nei primi nove mesi del 2020 il 'Marconi' ha registrato 2.123.312 passeggeri, meno 70,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; con 21.615 movimenti (meno 61 per cento) e 22.646 tonnellate di merce trasportata (meno 20 per cento).

Di conseguenza nel corso del 2020 si è reso necessario ridimensionare l'organico dell'azienda, in particolar modo nelle aree di front-line, quali security, assistenza per passeggeri a ridotta mobilità, parcheggi, informazioni e passenger care: a partire da febbraio sono cessati 85 dipendenti con contratto a tempo determinato/stagionale, o con contratto di somministrazione. Complessivamente l'organico in forza ad ottobre 2020 nelle tre società del Gruppo AdB (471 unità) è inferiore del 15 per cento rispetto allo stesso mese del 2019;

i segnali di ripresa del traffico sullo scalo di Bologna evidenziati dal mese di giugno, a fronte del rallentamento del traffico a partire dalla seconda metà del mese di agosto, dei fattori di riempimento degli aeromobili ampiamente al di sotto del punto di pareggio, della ridotta propensione a viaggiare della popolazione mondiale e delle preoccupazioni relativamente all'andamento economico futuro, non sono stati ritenuti sufficienti a migliorare le stime degli studi di settore che attualmente prevedono un ritorno del traffico ai livelli pre-Covid non prima del biennio 2024-25 (fonte: Agenzia intergovernativa Eurocontrol, Iata, Aci, Boeing);

attualmente i dipendenti diretti di AdB e gli addetti dei servizi di handling Aviapartner, Aviation Services, Gh Bologna (circa 1400) sono tutelati da Cigs per crisi attivate a partire da AdB il 21 marzo 2020 per 12 mesi (scadenza 20 marzo 2021) e nei 10 giorni successivi per le altre aziende;

l'indicazione di utilizzare questo strumento per 12 mesi è stata valutata da Assaeroporti come soluzione più appropriata nell'ipotesi che la copertura Cigo-Covid, prevista all'inizio dell'emergenza sanitaria, non sarebbe stata sufficiente per affrontare quello che si prospettava per tutti gli aeroporti italiani come un periodo critico di più lunga portata.

I circa 2500 dipendenti di ristoranti, bar/agenzie noleggio auto/negozi/lavoratori sicurezza, risultano coperti in forza del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 25 ottobre 2020 con Cigo-Covid fino a marzo 2021;

la tenuta e la salvaguardia occupazionale sia per AdB, sia per gli handler (Aviapartner, Aviation Services e Gh Bologna) che per le altre attività ai passeggeri, indotto compreso, oltre che l'interlocuzione con le Istituzioni di livello nazionale (ministeri, Enac, Art, Regione) per rappresentare le necessità del settore, anche con il coinvolgimento di Assaeroporti, sono obiettivi ritenuti prioritari in questa fase di emergenza;

sarebbe inoltre opportuno valutare l'avvio di un confronto con la Commissione europea in merito a una regolamentazione più uniforme, e fondamentale sarebbe autorizzare a livello di Commissione europea un 'Recovery Framework for Aviation', rispetto al quale la Commissione stessa ha avviato una fase di consultazione con i Governi nazionali, con scadenza 5 gennaio 2021, che consenta al settore aeroportuale: la compensazione dei danni da emergenza Covid-19 e la definizione di 'Connectivity Restart Schemes' che consentano agli Stati membri di allocare risorse sotto forma di contributi (Euro/passeggero) alle compagnie aeree per facilitare il recupero della connettività intraeuropea attraverso la ricostruzione dei collegamenti annullati per emergenza Covid-19 o l'avvio di nuove rotte, il tutto su base temporanea e non discriminatoria,

si chiede di sapere:

se, al fine di mantenere la centralità dello scalo bolognese nel sistema dell'attrattività metropolitano, la sostenibilità e la salvaguardia dei suoi piani di sviluppo, il ministro in indirizzo non ritenga di adottare misure per garantire la tutela occupazionale attraverso la predisposizione di nuovi ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore aeroportuale (dipendenti diretti di AdB, addetti dei servizi di handling e delle aziende del sito e degli appalti), anche con una normativa ad hoc, con una copertura che vada in continuità con l'attuale Cigs per crisi ed una formulazione parametrata sui tempi attesi di ripresa dell'attività aeroportuale sui livelli pre-Covid, nonché misure volte a salvaguardare le professionalità attualmente in forza nello scalo bolognese, attraverso l'attuazione di piani formativi e di riqualificazione". 7 Gennaio 2021