Gli impatti volatili reali non finiscono mai

Il Rapporto annuale del BIRD STRIKE COMMITTEE ITALY relativo al 2006 era stato chiaro: a) Gli impatti riportati dai piloti sono circa un terzo di quelli effettivamente occorsi su un aeroporto; f) Secondo studi internazionali, gli impatti comunque riportati, costituiscono solo il 20% di quelli reali.

 

Ecco quindi che agli analisti del “rischio volatili” sugli aeroporti non sono sorpresi se qualche “impatto” non viene registrato dalle statistiche o se la segnalazione avviene in ritardo.

Quello che tuttavia imbarazza e sorprende è se un impatto volatile/i con flameout, spegnimento o incendio di un motore e successivo rientro dal volo non entra nelle statistiche degli incidenti aerei. Anche un abort take off, interruzione della corsa di decollo per ingestione di volatili prima della V1, quando viene trascurato dalla casistica genera apprensione.

Stravolge, infatti, anche gli indici di allerta volatili per una pista e/o un aeroporto. Viene distorto inoltre anche il confronto dei dati italiani con quelli di altri Paesi ICAO.

Il calcolo del coefficiente medio di rischio impatti totali per i movimenti derivanti dal traffico dei voli appare un dato senza un riscontro funzionale con il rischio reale.

Sulla materia segnaliamo a riguardo la news dello scorso 11 agosto apparsa su www.birdstrike.it .

 

 

11 Agosto – Bird strike a Firenze il 14 Luglio.

Si apprende che in data 14 Luglio 2009 sull’aeroporto di Firenze è avvenuto un bird strike multiplo con ingestione di volatili nel motore destro.

Alle ore 21,37 decollava l’a/m Meridiana A 319 marche EI-DFA diretto a Cagliari.

Immediatamente dopo il decollo l’aeromobile impattava con uno stormo di gabbiani, di specie non identificata; l’equipaggio avvertiva subito rumori insoliti e vibrazioni provenienti dal motore nonché il consueto odore di carne bruciata in cabina; decideva pertanto di rientrare a Firenze dove nel frattempo venivano attivate le misure di sicurezza. Una prima ispezione pista permetteva di ritrovare tre carcasse di gabbiano sulla testata 05 ed altre lungo la via perimetrale. L’aereo atterrava senza ulteriori problemi circa 15’ dopo il decollo. Una successiva ispezione al motore determinava la necessità di sostituire 12 fan blades.

 

Dato il luogo del ritrovamento si presume che l’impatto sia avvenuto a quota molto bassa; significativo è anche l’orario, dopo il tramonto del sole e quindi in condizioni di luce ridotta. Inevitabilmente, come già accaduto in casi precedenti, si porrà il problema se i gabbiani stazionassero o meno sulla pista e se fossero visibili dalla TWR, elementi determinanti per l’individuazione di eventuali responsabilità ai fini del risarcimento dei danni. Non risulta al momento che l’ANSV abbia aperto un’inchiesta sull’episodio. Il rateo di impatti su 10mila movimenti a Firenze era di 4,5 nel 2007, pari a 16 eventi, in calo dopo il 5,2 e 5 degli anni precedenti. I sistemi di allontanamento in uso prevedono una combinazione di distress call e di pistola a salve. Non risulta che all’ora dell’evento la BCU fosse attiva. Secondo i dati ENAC, il gabbiano non era finora una delle specie in genere responsabili degli impatti. 14 agosto 2009 

Peretola, ancora sulla nuova pista

Pista parallela od ortogonale? Il target è di raggiungere quattro milioni di passeggeri/anno.Raddoppiare il traffico odierno.

 

Ma i progetti sottoposti all’attenzione degli interessati non sembrerebbero soddisfacenti.

 

Oltre ai problemi quotidiani dei 20mila cittadini insediati tra Le Piagge, Peretola, Quaracchi e Brozzi, il progetto distruggerebbe almeno metà del Parco della Piana con i suoi due mila nuovi alberi. Protestano i sindaci di Sesto Fiorentino, di Campi, Signa e Cadenzano che si dimostrano contrari ai progetti presentati. Piste della lunghezza di almeno 2000 metri.

 

Cui dovrebbero aggiungersi i 240 metri delle distanze della R.E.S.A. (Runway End Safety Area) e delle Public Safety Zone (Piano di Rischio).

 

A cui occorrerebbe aggiungere, preventivamente, le stime del carico atmosferico, acustico e delle altre ricadute ambientali e sociali.

 

In un comunicato stampa riporta il Sindaco Gianassi sostiene:

 

-   "Le tre ipotesi progettuali contenute nello studio che ci è stato sottoposto impattano con l'esigenza imprescindibile di mantenere il 'vuoto' del parco come variante infrastrutturale";

 

-   "La Provincia ha appena approvato la perimetrazione dei boschi della Piana e il 25 marzo la Regione farà partire proprio da Sesto Fiorentino il processo partecipativo sulla pianificazione del parco".

 

Nel frattempo lo scalo – nonostante la crisi dell’aviazione commerciale – cresce.

 

Il punto di vista dei residenti dell’intorno del Vespucci è fermo.

 

Se ora i residenti sono sorvolati da un centinaio di voli al giorno, a breve, con una o due piste aggiuntive potrebbero diventare 150 e 200 con tutte le problematiche negative attese. 13 marzo 2009

 

Peretola, con i voli cresce il rummore aereo, analisi dei dati ARPAT

Quanto accaduto era del tutto atteso. Prevedibile. Il monitoraggio eseguito dall’ARPA Toscana ha confermato l’aumento dei cittadini interessati dall’impatto acustico. I cittadini sarebbero 16mila. Ma sono dati che Aerohabitat vorrebbe poter disaggregare tecnicamente. Il dubbio riguarda le modalità e la congruenza del monitoraggio.

 

Rilevare che sarebbero stati registrati meno decibel nelle postazioni di Peretola e Quaracchi cera qualche interrogativo. L’ARPAT avrebbe identificato 16.554 persone variamente esposte alle ricadute dell’aeroporto di Peretola.

 

Il modello applicato per l’identificazione dei cittadini coinvolti porterebbe il numero a 20.007. Le rotte che la Commissione Aeroportuale aveva definito nel 2002 come opportune a mitigare l’impatto acustico in realtà – Aerohabitat lo aveva subito segnalato – ha determinato un incremento netto del fracasso sulla popolazione pari a circa il 15% tra il 2002 e il 2007.

 

I responsabili di ARPAT rilevano come i decibel siano calati tra Peretola e Quaracchi, zona nella quale il fracasso è maggiore, sforando i limiti di legge.

 

Le fasce del rumore aereo “presentato”, tuttavia, appaiono non rispondenti innanzi tutto per la ridotta correlazione tra aerei in decollo ed atterraggio e loro identificazione reale..

 

Le tabelle ARPAT – carenti dei dati di input necessari a validarne l’operato – segnalano per la postazione M1 – Fosso Macinante -  corrispondenze inferiori all’80% del corso del 2007.

 

Raggiungono solo a dicembre 81% nella postazione M 3 di via Madonna del Terrazzo.

 

Il risultato è evidente: nel computo del rumore aereo presentato da ARPAT manca almeno il 20% di traffico aereo che ha volato al Vespucci. Solamente questa “discrepanza” evidenzia lo scarto tra realtà di fracasso aereo percepito e di quello rappresentato.

 

Almeno un quinto del rumore aereo esistente non sarebbe stato conteggiato.

 

Quale significato riflette questo monitoraggio? A diversi livelli, operativi ed urbanistici.

 

Sul piano di mitigazione dell’intorno aeroportuale, sulla definizione delle zone A, B e C e, complessivamente, sulla correttezza delle odierne procedure di volo cosiddette “antirumore”.  

 

10 febbraio 2009

 

Peretola, nuovo monitoraggio, ancora un comunicato dei Verdi

Che succede a Firenze – Peretola, lo scalo tra i primi a chiudere i lavori della Commissione Aeroportuale, ma anche uno tra i primi a rilevare le marcate discrepanze tra buoni propositi, adozione dei decreti di legge e realtà concreta quotidiana?

 

Il salto, il divario tra i risultati dei modelli matematici (INM), non sappiamo quanto validati e congrui alle istruzione per l’uso della INM, procedure di volo applicate e percezione dei cittadini residenti nell’intorno aeroportuale è sempre stato evidente.

 

Dopo quasi 5/6 anni di monitoraggio e di incremento dei voli Aerohabitat registra e segnala questo comunicato dei Verdi “fiorentini”.

 

 

 

COMUNICATO STAMPA       Firenze, 26 gennaio 2009

 

 

AEROPORTO, PIANO DI RISANAMENTO ACUSTICO. VERDI: “ANCORA GROSSE LACUNE”

 

 

“I Verdi di Firenze e della Toscana intervengono pochi giorni dopo l’annunciato avvio delle operazioni di monitoraggio acustico,  stigmatizzando le decisioni del Comune di Firenze e della società aeroportuale che a dispetto degli annunci, hanno, ancora una volta, disatteso nella  sostanza le aspettative di tutela della salute e della qualità della vita dei  cittadini”

 

– affermano Mauro Romanelli, Portavoce Regionale dei Verdi della  Toscana e Tommaso Grassi, Portavoce Provinciale dei Verdi di Firenze e  Consigliere del Quartiere 5.

 

 

“Abbiamo fin da subito nutrito seri dubbi sull’efficacia del piano di risanamento acustico, le cui linee guida erano state presentate nella Commissione aeroportuale dello scorso novembre, poichè il piano si  pone solo ed esclusivamente l’obiettivo di intervenire sugli edifici privati,  con la sostituzione di infissi e serramenti, mentre non viene proposto di modificare le rotte dei velivoli e neppure viene prevista una riduzione numerica dei sorvoli sull’abitato. – affermano gli esponenti del sole  che ride – E’ inaccettabile che non sia previsto neppure un intervento  attivo, per riportare i livelli nei limiti di legge all’aria aperta ed è  altrettanto sorprendente che gli interventi previsti sulle abitazioni dei privati cittadini siano subordinati ad una compartecipazione economica delle famiglie.

 

“Oltre al danno anche la beffa! Riteniamo che i cittadini non debbano  essere costretti a rimanere nelle case come se fossero in carcere, quando  invece coloro che permettono all’Aeroporto di Firenze di superare i limiti di  legge e quindi la permanenza di una illegalità, sono liberi di proporre  ulteriori sviluppi o ampliamenti della struttura aeroportuale.” “L’analisi conoscitiva del piano individua 60 edifici (circa 200 appartamenti), in cui è stimato che il superamento dei limiti di  rumorosità è dovuto alla presenza dell’aeroporto. E’ una conclusione paradossale  che getta, a questo punto, seri dubbi sull’intero piano.” “I tecnici che hanno redatto quest’analisi conoscitiva hanno mai  provato a soggiornare nelle zone intorno all’aeroporto? Se lo avessero fatto, si sarebbero accorti che la zona è tutta quanta da risanare e visto il  contesto urbano, non è difficile capire, che gli edifici in cui i cittadini continuano, da decenni, nel sostanziale disinteresse delle  Istituzioni, a subire i danni provocati dall’aeroporto, sono un numero di gran lunga superiore a 60.” “In questi giorni ci stanno giungendo segnalazioni da parte dei  cittadini della zona di Quaracchi che hanno ricevuto, nelle scorse settimane, dal Comune di Firenze, a nome della Segreteria dell’Aeroporto di Firenze,  una lettera nella quale erano invitati a far accedere alla propria abitazione itecnici incaricati dall’Aeroporto in una determinata data; altrimenti,  si legge nella stessa lettera, non sarebbe stato possibile ‘porre in  essere gli interventi di mitigazione acustica eventualmente necessari in caso di mancato accesso all’abitazione’ – denunciano Romanelli, Grassi,  Braccaloni e Ragazzo – I cittadini ci hanno fatto presente che non avendo ricevuto nessuna indicazione riguardo l’orario, in cui sarebbe stato effettuato  il sopralluogo, alcuni di loro hanno dovuto prendere un giorno di ferie dal lavoro.” “Incredibilmente poi, i tecnici non hanno neppure effettuato i  sopralluoghi, nel giorno indicato nella lettera, danneggiando così, anche lavorativamente, i cittadini. Crediamo, perciò, che essi debbano essere indennizzati: 

 

se dal Comune, firmatario della lettera, o dall’Aeroporto che ha commissionato i sopralluoghi, non tocca a noi deciderlo.” “Un comportamento di questo tipo, merita un chiarimento da parte dei soggetti coinvolti -  conclude – E’ l’ennesimo esempio nella vicenda dell’Aeroporto di Firenze in cui si illudono i cittadini che qualcosa  possa essere fatto per mettere fine al loro disagio.” “Invitiamo le Istituzioni competenti a onorare seriamente e  concretamente gli impegni presi smettendola di considerare i cittadini come dei  sudditi, a cui poter mancare, tranquillamente, di rispetto.” “Ancora una volta – concludono Romanelli, Grassi, Braccaloni e Ragazzo – trova conferma la nostra sensazione iniziale su quanto il dibattito sul cambio dell’orientamento della pista sia in realtà una discussione  finta e uno specchietto per le allodole finalizzata a non prendere le uniche  misure necessarie ed urgenti per tutelare la salute dei cittadini: non siamocontrari a parlare di un cambio di orientamento della pista, ma ciò  che si deve fare subito non è questo, bensì, risanare davvero tutta l’area, anche esternamente dalle abitazioni, contingentare i voli ed eliminare gli sversamenti di gasolio dai serbatoi dei velivoli in sorvolo  sull’abitato”. 28 gennaio 2009