Sciagura C 130 di Pisa, interrogazione sul rischio uranio impoverito

Ricordate l'impiego dell'uranio impoverito come contrappeso sui piani di coda per alcuni aeromobili delle flotte commerciali civili e militari?  Talvolta anche oltre 300 chili di uranio impoverito, come sul alcuni Boeing 747 delle più recenti versioni, sono stati sostituti dal più costoso tungsteno?

Ebbene, se è vero che non si hanno notizia della presenza di uranio impoverito sulle flotte arzille ancora in attività in alcuni continenti, altri interrogativi concernono le flotte militari.

Hanno davvero dismesso il carico di uranio impoverito, sostituito dal tungsteno, o i piani di sostituzione sono ancora da completare. Dopo l'incidente occorso al C 130 dell'Aeronautica Italiana, impegnato in un volo di addestramento, a Pisa, la questione è stata sottoposta all'attenzione del Parlamento Italiano, grazie all' interrogazione del sen. Pardi.

 

Premesso che:

 

 in data 23 novembre 2009 alle ore 14:10 un velivolo militare C-130J in uso alla 46a Brigata aerea nel corso di un addestramento è precipitato nei pressi dell'aeroporto di Pisa, in località Le Rene del comune di Coltano, provocando il decesso di cinque militari. L'incidente è avvenuto subito dopo il decollo, immediatamente fuori dalla zona aeroportuale: il velivolo è finito dapprima contro dei cavi ad alta tensione ed è poi atterrato sulla linea ferroviaria Pisa - Colle Salvetti - Cecina. I resti dell'aereo si sarebbero sparsi in un raggio di circa 150 metri;

 

 

il "technical order 00-105e-9, 1 february 2006, revision 11 - segment 7 covering chapter 6 from the c-130 to wc-135w", ovvero il manuale tecnico comprendente anche i velivoli C-130 e C-130J, prodotto dal "HQ AFCESA (Air Force Civil Engineer Support Agency www.afcesa.af.mil/)/cexf - fire and emergency services egress manager", avente sede in 139 barnes drive suite 1, Tyndall afb, Florida, a pagina 24, indica che "the inboard elevator counterbalance weight is cast Depleted Uranium (DU). The DU is to be replaced by a alternate material selection of Sintered Tungsten. This modification will start with aircraft serial number 5536" (il contrappeso è composto da uranio impoverito (64 kg), materiale che sarà sostituito dal tungsteno, a partire dal velivolo con numero di serie 5536);

 

l'utilizzo di uranio impoverito per gli aeromobili C130 e C-130J, prodotti dalla Lockeed Martin, sarebbe confermato altresì da una perizia disposta nell'anno 2000 dal pubblico ministero dottor Felice Casson, dal titolo "Rischio derivante dall'utilizzo di uranio impoverito in aeromobili per uso civile", redatta con l'apporto dell'Istituto superiore di sanità, dell'ENEA, dell'Università Federico II e del Politecnico di Torino, ove la "Relazione di consulenza tecnica preliminare" specifica che "il DU sembra essere l'unico tipo di uranio che possa utilizzarsi nei contrappesi. (...) Anche aerei usati per scopi militari e trasporto-merci sono stati equipaggiati con contrappesi in DU: tra questi ci sono il Lockheed C-130 (…)". Relativamente agli "Eventi catastrofici", la perizia chiarisce come "una situazione incidentale in cui un aereo contenente parti in DU subisca un incendio suscita giustificata preoccupazione, in quanto in questo caso notevoli quantità di DU potrebbero essere volatilizzate e inalate dalle persone attorno alla zona dell'incendio (vigili del fuoco, passeggeri, residenti).

 

Inoltre, non si può escludere il rischio di contaminazione in aree circostanti l'incidente". Maggiore preoccupazione desta la sezione dedicata a "Interventi di spegnimento e recupero del sito": "La massima esposizione a DU in caso di evento catastrofico riguarda i vigili del fuoco impegnati nello spegnimento dell'incendio e il personale dedicato a ripulire il sito dell'incidente (liquidatori). (…) Appare evidente in questi casi la possibilità per questi lavoratori di superare la Dose Massima Ammissibile, aumentando quindi la probabilità di insorgenza di effetti genotossici ritardati, quali tumori e mutazioni nella progenie, come ampiamente mostrato in letteratura scientifica e i gravi rischi di nefrotossicità nel caso di un'insufficiente protezione tramite maschere";

 

considerato che: esaminando i molti filmati dello spegnimento delle fiamme generate dal velivolo, ed in particolare da fonti della rete (quale www.youreporter.it/video_Precipita_aereo_militare_a_Pisa_immagini_di_50canale_tv_1) è possibile vedere con chiarezza operatori dei vigili del fuoco, carabinieri, tele-operatori e astanti nelle immediate vicinanze del relitto, tutti privi delle necessarie misure di sicurezza ed in prossimità dell'eventuale fonte di dispersione di inquinamento.

Risulta altresì che al momento della tragica fatalità il vento fosse particolarmente forte, in grado quindi di disperdere velocemente le polveri inquinanti verso centri abitati, zone agricole coltivate e fonti idriche; l'eventuale presenza di uranio impoverito avrebbe dovuto essere tempestivamente comunicata da parte dell'Aeronautica militare ai vigili del fuoco incaricati di rimuovere i rottami del velivolo, al fine di garantire loro la possibilità di operare in sicurezza, mettendo al riparo da possibili rischi la loro integrità fisica.

 

Si rileva altresì che in caso di incendio di uranio impoverito, la quantità di particelle gravemente inquinanti emesse costituirebbe grave pregiudizio alla salute pubblica per la vicina città di Pisa, si chiede di sapere: il numero di serie del velivolo coinvolto nel sopra esposto incidente; qualora tale velivolo recasse numero di serie inferiore a 5536, quali sistemi di prevenzione siano stati adottati al fine di proteggere le persone coinvolte nella rimozione dei rottami; quali indagini sullo stato di eventuale contaminazione da uranio impoverito siano state condotte sulle aree in cui è avvenuto l'episodio; se i vigili del fuoco, i carabinieri e le Forze dell'ordine siano a conoscenza del fatto che l'Aeronautica militare italiana utilizza velivoli aventi contrappesi di uranio impoverito e se, in caso di incidente, siano equipaggiati con protocolli di sicurezza e strumentazioni adatte ad evitare la contaminazione per radiazione ed inalazione". 22 dicembre 2009

Pisa, C 130J della 46° Aerobrigata precipita in decollo

Era in corso un volo di addestramento sulla pista e, probabilmente, l’equipaggio era impegnato in una serie di atterraggi touch and go e riattaccate.

La versione ufficiale sostiene che il “velivolo …è precipitato mentre riprendeva quota dopo un avvicinamento addestrativo alla pista della base militare” e non permette di capire quale delle due manovre fosse in atto.

Aerohabitat ricorda come la fase addestrativa dei voli campo per l’abilitazione iniziale e/o periodica dei piloti sulla “macchina” prevede una serie di manovre classiche. Tra di queste l’avaria di motore o piantata in decollo e/o riattaccata.

 

Il C-130J, un quadri-turbina da trasporto, avrebbe toccato l’ala destra che spezzandosi si è incendiata mentre l’aereo terminata la sua corsa in prossimità della linea ferroviaria Pisa-Collesalvetti-Cecina. Prima dell’impatto con il suolo della restante parte dell’aereo esplodendo avrebbe tranciato alcuni fili dell'alta tensione.

L’incidente è avvenuto intorno alle 14.10 locali del 23 novembre, causando cinque vittime. L’equipaggio imbarcato a bordo. I resti dell'aereo sono stati recuperati in un raggio di circa 150 metri.

Il velivolo Lockheed C130 Hercules è quadrimotore, svolge attività di trasporto e aviolancio di truppe e materiali è impiegato da numerose forze militari. L'Aeronautica Militare Italiana ha in servizio 22 esemplari, 12 nella versione standard e 10 in quella allungata.

L’impatto del C 130 e la sua esplosione sono avvenuti entro il sedime aeroportuale dello scalo civile militare di Pisa.

Le prime ipotesi relative allo scenario incidentale sono riconducibili a:

 

a) avaria e/o malfunzionamento tecnico;

b) human factor e/o flight error;

c) impatto volatili;

 

 

In attesa di analizzare e verificare, in seguito, ipotetici scenari di investigazione Aerohabitat ricorda che:

  

1) nel corso del 2008 l’aeroporto ha registrato 43.747 movimenti aerei complessivi (linea, charter, ecc) trasportando circa 3.9milioni di passeggeri, ai quali vanno aggiunti i voli militari di cui non è dato conoscere l’entità;

2) Sesto aeroporto Italiano come traffico commerciale, dopo i due poli romano e milanese, e probabilmente, con il traffico militare, anche uno tra i più movimentati dopo l’area lombarda e laziale;

3) Il master plan aeroportuale 2008 – 2012 stima una crescita ad oltre 53 mila voli con un incremento di oltre il 22% dei soli voli commerciali al 2012;

4) Devono essere verificati gli standard infrastrutturali della pista, delle zone strip e RESA, oltre allo stato di adozione dei Piani di Rischio aeroportuali;

5) Devono essere verificate le compatibilità operative tra i voli civili/commerciali e l’attività militare regolare e addestrativi sul campo

6) Devono essere verificate e normate le attività addestrative di volo militare che possono essere svolte sui simulatori di volo piuttosto che sul campo e/o pista.

 

Nell’aerobase militare opera anche la 46esima brigata aerea con velivoli C 130 e Spartan C127J su una pista lunga 3000 metri, ed un sedime prossimo alla città di Pisa.

Lo scalo, per la parte civile commerciale è gestito dalla Società Aeroporto Toscano (S.A.T.) Galileo Galilei S.p.A. Nel 2008 20 compagnie aeree operano sullo scalo toscano. Dal 1° giugno 2007 opera anche un volo non-stop da Pisa per New York; il volo, l’unico a collegare direttamente la Toscana agli Stati Uniti, effettuato dalla Delta Airlines.

 

Aerohabitat in relazione al di Contratto di Programma 2008-2012, recentemente sottoscritto, ricorda che sono stati previsti adeguamenti nelle aree di manovra (strip e resa) e precisamente in area air-side - infrastrutture di volo:

“L’intervento riguarda l’adeguamento e la messa a norma delle superfici di sicurezza di strip e RESA pista RWY 04R – 22L dell’aeroporto “Galileo Galilei” di Pisa.

Gli interventi consistono:

 

• nell’adeguamento geometrico e strutturale dei manufatti insistenti entro tali superfici (pozzetti, basamenti,ecc.);

 

• Adeguamento della portanza e delle caratteristiche plano-altimetriche delle fasce di sicurezza;

 

• sostituzione di tutti i chiusini esistenti che non risulta di classe F900;

 

• ampliamento delle fasce laterali pavimentate del raccordo ECO.

 

Visto che l'intervento rende necessaria la chiusura della pista principale, se ne prevede l'esecuzione solo dopo il completamento dei lavori di adeguamento della pista secondaria per avere la garanzia di continuità del servizio dell'aviazione civile”. 24 novembre 2009