Aeroporto FVG, mancano voli? Basterà una interrogazione?

Lo scalo di Ronchi dei Legionari -Trieste: marginale e con poco traffico! E' ormai da alcuni mesi che il dibattito sui collegamenti aerei con lo scalo del Friuli Venezia Giulia è oggetto di controversie. Se gli abitanti della Regione recriminano sull'assenza dei voli, se quelli esistenti sono stati “attivati” in seguito ad accordi di co-marketing, se i volumi di traffico sono irrisori per aprire nuovi collegamenti, anche se storici come quelli con Milano Linate e Roma Fiumicino, se possono comunque disporre della rete dei voli da Venezia-Tessera, perchè insistere per voli “assistiti” Alitalia, senza varare le politiche di coordinamento con la rete dei collegamenti dello stesso bacino di Traffico?

Perchè i politici che sottoscrivono plurime o singole “interrogazioni” non invitano a ricercare sinergie operative con i gestori degli aeroporti insediati nelo stesso bacino di traffico? In attesa di una svolta “operativa” propniamo l'ennesima interrogazione, stavolta presentata dall'onorevole Renzo Tondo (Misto).

"Al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. 

Per sapere, premesso che:

l'emergenza di sanità pubblica da Covid-19 ha colpito duramente il settore italiano dei trasporti;

Alitalia, compagnia aerea di bandiera dell'Italia, prima dell'emergenza sanitaria, offriva nel suo catalogo di voli il collegamento diretto Trieste Airport-Roma Fiumicino con diverse soluzioni giornaliere in fasce d'orario differenti. In conseguenza della pandemia tutti i voli sono stati sospesi. Allo stato attuale nessun volo è stato ripristinato;

altri servizi giornalieri della stessa compagnia di bandiera sono attivi, come la breve tratta aerea di collegamento Roma-Fiumicino/Napoli-Capodichino che copre una distanza di 200 chilometri, già servita dal sistema ferroviario, mentre tratte geografiche più lunghe che necessitano il collegamento aereo diretto non sono ancora ripristinate, tra queste Trieste-Roma;

va inoltre rilevato come l'aeroporto di Trieste ed in particolare il volo diretto per Roma sia molto spesso utilizzato anche da cittadini che per motivi di lavoro o per turismo provengono da Paesi europei limitrofi, come Slovenia ed Austria;

è fondamentale chiarire le motivazioni per cui la compagnia Alitalia mantiene voli di 200 chilometri come quello Roma-Napoli e non ripristina i collegamenti aerei per Trieste. Tra l'altro, come detto, l'aeroporto di Trieste collega il nostro Paese con Nazioni europee;

inoltre, va considerato che la Regione presa in considerazione presenta un quadro epidemiologico migliore delle altre Regioni italiane–:

quali iniziative di competenza intenda adottare, al di là dell'importanza fondamentale del rispetto del diritto alla salute dei cittadini e vista la situazione epidemiologica più favorevole della Regione Friuli Venezia Giulia, per ripristinare urgentemente il volo diretto Trieste/Roma-Fiumicino;

quali siano le motivazioni, al di là del rispetto del diritto alla salute che va garantito a tutti i cittadini, del mantenimento del volo Roma-Napoli e della sospensione della tratta aerea Roma-Fiumicino/Trieste, anche in considerazione, come da notizie riportate dalla stampa, di una nuova grave diffusione proprio in Campania del Covid-19". 12 Agosto 2020

Aeroporto Ronchi-Trieste, ancora una interrogazione con replica Alitalia

Quale futuro per Alitalia con “voli-collegamenti” imposti? Stavolta sono 21 senatori PD a sollecitare i ministri De Micheli (Infrastrutture) e Patuanelli (Sviluppo economico), richiedono un intervento sulla ex-compagnia di bandiera (?) per la riattivazione di voli sullo scalo del FVG.

Alle solite considerazioni sull'isolamento regionale dal resto del Belpaese, ovvero Roma Fiumicino e Milano Linate, una situazione che riguarderebbe anche gli scali di Verona, Bergamo, Brindisi e Pisa, chiedono al Governo "se intende tempestivamente adottare provvedimenti per garantire l'operatività dei collegamenti aerei non più ripresi dopo l'epidemia e se, in vista del nuovo piano industriale che interessa la compagnia, ritiene di assicurare alcune tratte aeree fuori dalle scelte di mercato, per garantire l'effettivo diritto alla mobilità".

Le problematiche sono sempre le stesse. I voli devono essere garantiti da Alitalia anche qualora gli indici di riempimento non risultino adeguati e/o redditizi? Il bilancio trascorsi della excompagnia di bandiera non riflettevano anche le ricadute negative di una rete operativa con costi ed extracosti e riflessi diretti sul bilancio? La crisi Alitalia, in un'epoca di liberalizzazione e competizione con le low cost, e con accordi di co-marketing estesi alle tariffe aeroportuali, non hanno insegnato ed insegnano nulla?

Quali valutazioni hanno fatto i firmatari dell'interrogazione sulle implicazioni derivate dal bacino di traffico del NordEst, altri aeroporti di prossimità,e considerazioni omologhe per gli altri scali nominati?

In attesa dell'inevitabile ripristino di voli, collegamenti parziali e/o integrali, conseguente alle pressioni/opzioni “politiche”, appare uno scenario scontato, Alitalia ha emanato il seguente comunicato stampa:

Precisazione Alitalia sui voli da e per Trieste Roma, 16 luglio 2020 – In merito a notizie stampa relative ai collegamenti da e per l’aeroporto di Trieste, Alitalia comunica di aver previsto la riattivazione dei voli con la capitale dopo il 31 agosto 2020, in quanto l’operatività del collegamento durante il mese di agosto avrebbe generato un’ingente perdita economica a causa dello stagionalmente basso livello di domanda combinato anche al mancato accoglimento da parte del gestore di Ronchi dei Legionari alla richiesta di riconoscere alla Compagnia di bandiera italiana condizioni di costo dei servizi aeroportuali in linea con quelle riconosciute alle compagnie straniere. La Compagnia ha trasmesso ai vertici degli organi di controllo evidenze circa la discriminazione economica con la quale viene assistita, circostanza presente nella maggioranza degli aeroporti italiani ed incompatibile con gli interventi di efficientamento in atto. La Compagnia auspica che le interlocuzioni attualmente in corso possano favorire il conseguimento dei presupposti per una pronta ripresa delle attività sull’aeroporto di Trieste. 21 Luglio 2020

Aeroporto Trieste: ma con quale futuro?

E' uno scalo periferico, con scarso “appeal” e traffico limitato! Nel NordEst! Con 13.812 voli/movimenti (-10.7%) e 783.179 passeggeri (+1.4%), 276.5 (-34.7%) tonnellate di merce lo scalo di Ronchi dei Legionari nel 2019 è regredita al traffico passeggeri del 2008, quando, peraltro, il volume delle merci era risultato triplo.

Uno scenario che deve preoccupare, sia come dato comparativo con i restanti scali del NordEst e della categoria degli scali periferici, ma sopratutto con le dichiarazioni e le attese della scorsa primavera 2019.

Nell'illustrazione del Piano industriale 2016-2020 avvenuto nelle Commissioni I e IV della Regione FvgG il traguardo del milione/anno di passeggeri era stato proposto come un risultato minimale.

L'ingresso ufficiale di F2i nella società di gestione dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari

- FVG Aeroporti S.p.A con il 55% del capitale di Aeroporto Friuli Venezia Giulia S.p.A.

La Regione Autonoma Friuli - Venezia Giulia continua a mantenere il 45%, ma con quali nuovo prospettive e scenario di rilancio è possibile perseguirlo e realizzarlo?

Ma se nelle note del Profilo aziendale sul web dello stesso aeroporto (https://triesteairport.it/it/corporate/lazienda/aeroporto-fvg/profilo-aziendale-1/ ) si legge: “Come gestore aeroportuale, Aeroporto Friuli - Venezia Giulia S.p.A. si occupa dello sviluppo, della gestione, della progettazione, realizzazione e manutenzione degli impianti e delle infrastrutture aeroportuali di Ronchi dei Legionari”, a chi tocca promuovere e incentivare i collegamenti aerei e le destinazioni?

Qualora i voli e le destinazioni operati dalla Ryanair sia vincolati da specifici accordi di co-marketing con enti, aziende e istituzioni locali, ad esempio, cosa accadrebbe qualora il nuoco accordo debba essere sottoposto a regolari gare d'appalto” come disposto della UE?

La condivisibile policy di potenziare le operazioni di collegamento (hub & spoke) con aeroporti a vocazione internazionali e intercontinentali da quale soggetto potrebbe essere finanziata?

Le ridotte capacità attrattive del polo aeroportuale regionale, sia a livello turistico/commerciale, associato a una popolazione di solo 1.210.000 milioni di abitanti e alla offerta competitiva dei voli da Venezia-Tessera e Treviso-Canova, Verona-Villafranca (oltre a Lubiana), inquadra difficoltà primarie per il potenziamento dei voli e il rilancio dell'infrastruttura aeroportuale di Ronchi dei Legionari. L'acquisizione di alcuni voli, magari non giornalieri su alcune destinazioni stagionali point-to-point non assicura qrandi risultati in termini di passeggeri trasportati. Quali prospettive quindi per uno scalo con una “potenzialità” periferica e secondaria?

Come è noto il PNA-Piano Nazionale Aeroporti ha configurato nel bacino Nord-Est il ruolo strategico dell'aeroporto di Venezia, sono di interesse nazionale Verona, Treviso e Trieste ed un analisi del contesto riferimento, ossia della catchment degli abitanti nelle immediate vicinanze, non serviti da altri aeroporti, appare alquanto critica per Ronchi dei Legionari.

Il bacino territoriale di Trieste-Airport raggiungibile entro 60 e/o 90 minuti di auto/treno si sovrappone e/o è influenzato dai bacini di traffico degli altri scali. Che hanno una maggior “offerta” di voli e destinazioni. L’elevata concorrenzialità dell’area del Nord-Est è un parametro pregiudiziale per le prospettive dello scalo della Regione FVG. Ma sono analisi ben note alle amministrazioni della stessa Regione FVG, come lo sono per i gestori aeroportuali.

In questo contesto territoriale, in mancanza di alternative praticabili, non era, forse, meglio cedere la maggioranza societaria del Trieste Airport SPA alla SAVE di Venezia-Tessera? L'ipotesi di una SAVE che controlla Treviso-Canova, Verona-Villafranca, con Trieste avrebbe potuto distribuire la sua rete operativa su quattro scali, evitando l'attuale marginalità? E magari decongestionare l'impatto ambientale e diminuire la coesistenza-compatibilità con il territorio di quei tre scali veneti?

Perchè non è stato fatto? In fondo i quattro scali del Nord-Est operano, lo ha, da tempo, inquadrato il Piano Nazionale Aeroporti-PNA, nello stesso bacino di traffico operativo e concorrenziale.