Aeroporto Verona-Catullo, anche sullo stato dell’aria e del rumore

Nel 2017 oltre 3 milioni di passeggeri ma database ambientali del 2012. Lo scalo veronese aveva festeggiato lo scorso 21 dicembre il traguardo di 3milioni di passeggeri con il viaggiatore in partenza per Napoli con il volo Volotea V7 156 delle 13.55. Il premio all’occasionale passeggero è consistito di una coppia di due biglietti di andata e ritorno per San Pietroburgo: nuova destinazione aperta con un S7 Siberian Airlines dal 27 dicembre 2017.

La cronaca locale riporta dati di traffico 2017 oltre quota 3,2 milioni anche se i numeri sarebbero di 100 mila inferiori, con una quota di mercato del bacino del nordest del Belpaese che premia gli scali di “bacino” quali Treviso, Venezia, Bologna e Bergamo. In realtà la quota di traffico del Catullo sarebbe quella del 2015, anche se bisognerà attendere la pubblicazione delle statistiche Assaeroporti per la conferma definitiva.

Agli interrogativi sul successo di traffico tuttavia i cittadini del circondario aeroportuale antepongono la situazione, ovvero le criticità associate all’impatto acustico ed atmosferico generate dai volumi di traffico annuale, indipendentemente dal successo percentuale e/o numerico dei viaggiatori trasportati. Quale è quindi lo “status” delle ricadute ambientali? Dai dati della mappa acustica innanzi tutto, zone A, B e C, con l’eventuale aggiornamento dei risultati INM che la Commissione Aeroportuale aveva deliberato in passato (quale anno era?) e la situazione relativa al volato nel corso del 2017.

Per una analisi puntuale delle ricadute “acustiche” sul territorio sarebbe indispensabile conoscere i riscontri della rete delle centraline insediate, del livello della loro funzionalità e riscontri positivi della manutenzione annuale delle singole centraline insediate oltre che la conoscenza delle loro caratteristiche operative, se, precisamente:

(a) monitoraggio ambientale (di tipo “A”);

(b) monitoraggio del rumore aeroportuale (di tipo “M”);

(c) verifica delle violazioni (di tipo “V”).

Indispensabile inoltre, anche la conoscenza di eventuali sanzioni comminate ai piloti e/o alle aerolinee che hanno sforato, superato i limiti acustici prestabiliti. E qualora riscosse, quale è stato il loro ammontare e quale, eventuale, utilizzo. Magari per insonorizzare qualche caseggiato sottoposto a valori Lva e/o Leq eccedenti i limiti di legge?

Abbiamo cercato una qualche risposta e/o documentazione on-line ottenendo le seguenti risposte:

entrambe dal sito di Garda Aeroporti – Aeroporto di Verona, www.aeroportoverona.it/aria_t2 e

www.aeroportoverona.it/rumore_t2.

Due riscontri che non possono, tuttavia, essere ritenuti soddisfacenti, (provate a cliccare) e precisamente:

Aria

Catullo Spa attua rilevazioni per il monitoraggio della qualità dell’aria, aggiuntive rispetto a quelle previste dalla normativa, a tutela degli insediamenti urbani prossimi al sedime aeroportuale. Le analisi (con riferimento alla campagna di misura del 26 febbraio- 29 maggio 2013 condotta dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) indicano che i valori dei principali inquinanti sono inferiori ai limiti di legge o comunque paragonabili ai valori rilevati in altre aree del territorio provinciale e regionale. I risultati dei monitoraggi sono consultabili a questo link. Per consultare i monitoraggi precedenti al 2013 è possibile consultare questo link (2012) oppure questo link (2010).

Rumore

La Società Catullo Spa è impegnata nel monitoraggio costante del rumore attraverso alcune centraline di misura posizionate nelle aree limitrofe l’aeroporto e nell’individuazione di soluzioni che portino a limitare il più possibile il sorvolo di aree abitate, anche attraverso il dialogo con gli enti preposti alla regolamentazione dell'attività aeronautica civile e alla gestione del traffico aereo e i risultati dei tracciati radar disponibili da fine dicembre 2012. 17 gennaio 2018