Aerolinee, CO 2, la UE e Alitalia

La direttiva UE, i costi stimati Alitalia e l'impatto globale 2011. Le stime sulle emissioni di anidride carbonica del gruppo Alitalia sarebbe di 30 - 70/80 milioni di euro in tre anni, dal 2012. Quando l'incidenza del trasporto aereo, sostengono i responsabili dei vettori aerei, rappresenta il 2-3% delle emissioni totali. L'Emissions trading scheme (ETS) della UE, nonostante le avversità e le proteste da est ad ovest, dalla Russia, alla Cina agli USA, potrebbero preludere ad una guerra commerciale. La contrapposizione che ha un esempio significativo nella cancellazione degli ordini di Airbus da parte di vettori cinesi si riflette negli accordi joint-ventures con partner extraeuropei, e altererebbe gli stessi equilibri nella struttura dei costi operativi delle aerolinee.

A fronte di queste considerazioni, tuttavia, occorre registrare l'impatto globale del CO 2 nel corso del 2011.

Una sintesi del World Energy Outlook 2011 dell'International energy agency (Iea) sulle emissioni globali di anidride carbonica (CO2) è stata diffusa da www.greenreport.it   lo scorso 25 maggio.

 

 

 

Nuovo record mondiale di emissioni di CO2 nel 2011: più 1 miliardo di tonnellate (+3,2%)

Il tasso di crescita della CO2 supera quello del Pil mondiale. L’India quarta dietro Cina, Usa e Ue

 

Secondo il nuovo World Energy Outlook 2011 dell'International energy agency (Iea) sulle emissioni globali di anidride carbonica (CO2) da combustibili fossili, queste nel 2011 hanno raggiunto il record di 31.6 miliardi di tonnellate (Gt). Per l'Iea l'Energia «Ciò rappresenta un aumento di 1,0 Gt nel 2010, un più 3.2%. Il carbone ha rappresentato il 45% del totale di emissioni di CO2 da energia nel 2011, seguito dal petrolio (35%) e gas naturale (20%)».

 

L'agenzia energetica internazionale sottolinea che il suo "450 Scenario" del World Energy Outlook 2011, «delinea un percorso energetico compatibile con una probabilità del 50% di limitare l'aumento della temperatura media globale a 2° C, necessita di un picco di emissioni CO2 a 32,6 Gt non oltre il 2017, vale a dire appena 1,0 Gt sopra i livelli del 2011. Il "450 Scenario" prevede un disaccoppiamento delle  emissioni di CO2 dal Pil mondiale, ma molto resta ancora da fare per raggiungere questo obiettivo, dato che il tasso di crescita delle emissioni di CO2 nel 2011 ha superato quello del Pil mondiale». 

L'economista capo dell'Iea, Fatih Birol, ha detto che «I nuovi dati forniscono ulteriori prove che la porta per una traiettoria verso i 2° C sta per chiudersi». Nel 2011 a spingere verso l'alto le emissioni di CO2 sono stati i Paesi che non fanno parte dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse),  con un più 6,1% delle emissioni, un aumento solo minimamente compensato da a da una riduzione dello 0,6% delle emissioni all'interno dell'Ocse, i Paesi industrializzati. 

 

Il più grande contributo all'aumento globale delle emissioni viene dalla seconda grande potenza economica e dal primo inquinatore del mondo: la Cina, che ha visto un aumento di  720 milioni di tonnellate (Mt), pari al 9,3%, soprattutto a causa dell'aumento del consumo di carbone. Ma Birol invita a guardare meglio il dato cinese: «Quel che la Cina ha fatto in un periodo così breve di tempo per migliorare l'efficienza energetica e distribuire l'energia pulita sta già pagando dividendi importanti per l'ambiente globale. L'intensità di carbonio della Cina, a quantità di CO2 emessa per unità di Pil, è diminuita del 15% tra il 2005 e il 2011. Se non fossero stati fatti questi progressi, le emissioni di CO2 della Cina nel 2011 sarebbero state superiori di 1,5 Gt».

Nell'altro grande Paese emergente, l'India,  le emissioni sono aumentate di 140 Mt, con un +8.7%, scavalcando così la Russia e diventando il quarto più grande emettitore di gas serra del pianeta dietro  Cina, Usa ed Unione europea. Il rapporto però sottolinea che «Nonostante questi aumenti, le emissioni procapite di  CO2 in Cina e in India sono rispettivamente ancora solo il 63% e il 15% della media Ocse».

 

Nell'Unione europea le emissioni di CO2 nel 2011 sono calate di 69 Mt, l'1,9%, a causa della lenta crescita economica e della recessione che in alcuni Paesi che ha ridotto la produzione industriale, oltre alla diminuzione delle esigenze di riscaldamento invernale.

Nel 2011 le emissioni di CO2 negli Usa sono diminuite di 92 Mt (- 1,7%), «Principalmente a causa della  passaggio in corso dal carbone al gas naturale nella produzione elettrica e di un inverno eccezionalmente mite, che ha ridotto la domanda di riscaldamento degli ambienti. Le emissioni degli Stati Uniti si sono ridotte di 430 Mt (7,7%) dal 2006, la più grande riduzione di tutti i Paesi o regioni». Un taglio di emissioni che viene dal calo del consumo di petrolio nel settore dei trasporti (grazie ai miglioramenti dell'efficienza, all'aumento del costo dei carburanti ed alla crisi economica che ha ridotto i km percorsi per veicolo) e, appunto, dalla transizione spinta dal carbone al gas per produrre energie elettrica. 

 

A salire sono invece le emissioni del Giappone, aumentate di 28 Mt, più 2,4%, come risultato di un aumento sostanziale dell'utilizzo di combustibili fossili nella produzione di energia dopo il disastro nucleare di Fukushima, un aumento tutto sommato molto contenuto, visto che Tokyo ha chiuso tutte le centrali nucleari per danni o controlli. 30 maggio 2012

Si allarga il dissenso alle misure UE per fronteggiare la Carbon Tax

Dalla Russia e dalla Cina iniziative contro le misure CO2 della UE.

Si identificano come il fronte anti-ETS e recentemente, il 21 febbraio in in Russia, è stato organizzato anche un convegno dei Paesi che si contrappongono alle misure, allo schema di emissioni dell’Unione europea.

 

Se la UE mantiene le nuove norme comunitarie una prima ritorsione è cinese. L'annunciata sospensione da parte di alcune aerolinee cinesi di ordini di jet Airbus long range, qualora diventassero operativi avrebbero profonde ripercussioni sul colosso industriale europeo.

La norma UE relativa all’aviazione civile, secondo i contestatori,  sarebbe contrario alle leggi internazionali. La contesa sullo  schema di emissioni, il meccanismo che inquadra e identifica il sistema tariffario che impegna le aerolinee  con rilevanti emissioni di CO2. Il limite delle quote di emissione annuale  da non superare da rispettare. La normativa è in vigore dal 1 gennaio 2012.

 

Qualora le emissioni risultino inferiori, per singola azienda, questa potrebbe  rivendere  come crediti di CO2  ad altre aerolinee.

I Paesi contrari  sono una trentina,  tra di questi  Stati Uniti, Canada, Cina, india, Giappone, Qatar sostengono che la legge europea,oltre ad essere costosa, sarebbe contrario all’articolo 84 della Convenzione di Chicago.

 

L'ordine di cancellazione in ritorsione riguarderebbe ben 35 Airbus A330 di aviolinee cinesi, la rinuncia di dieci Airbus 380  riguarderebbe la Hong Kong Airlines.

Dalla Russia invece, in attesa di tagli agli ordini di aerei europei , si starebbe delineando l'intenzione di negare il sorvolo siberiano alle aerolinee europee nei collegamenti tra il vecchio Continente e l'Asia.

 

Altre contromisure contro la Carbon tax, oltre al varo di leggi nazionali per vietare alle aerolinee di conformarsi alla norma UE, anche all'impugnazione degli Open Skies e relativi diritti di atterraggio e l’accesso nel mercato.

Ultima delle contromisure minacciate è l'aumento delle tariffe per i vettori europei nel sorvolo e/o atterraggi sui Paesi extraeuropei interessati. 6 marzo 2012

Emissioni CO2, scatta l'aumento tariffario, Ryanair prima

Alla fine la politica di riduzione dell'impatto in atmosfera lo paga il passeggero.

 

La stima complessiva prevista è intorno a 3.5 miliardi di euro, avrà sicuramente ricadute positive per l'ambiente, ma è a carico degli utenti.

La Ryanair - primo vettore a dichiaralo - ha deciso l'introduzione della  tassa sulla CO2: sarà pari ai 25 centesimi di euro per ogni volo prenotato.

 

Il provvedimento servirà a compensare l'imposta sulle emissioni in atmosfera, derivate da propulsori, e prevista dall’Emission Trading System (ETS) dell’Unione Europea.

L'adozione tariffaria Ryanair scatterà il 17 gennaio e - sostengono gli esperti - il vettore leader low cost dovrebbe sborsare tra 15 - 20 milioni di euro solo per il 2012.

 

L'aggravio tariffario per gli utenti della low cost, tuttavia, dovrebbe risultare inferiore a quanto dovrebbero pagare i passeggeri delle restanti compagnie aeree europee. Le maggiorazioni medie dei prezzi dei biglietti dovrebbero comunque attestarsi intorno a  2.40 euro per voli di medio/corto raggio. Sui voli lunghi l'aggravio essere intorno a 12 euro

L'adeguamento tariffario riguarda tutti voli intraeuropei in aggiunta a quelli intercontinentali per compensare l’inquinamento prodotto. Il tasso di emissione in atmosfera del trasporto aereo rappresenta circa il 5% sul totale. Le stime delle emissioni di CO2 derivate aumenteranno in rapporto all'estensione del sistema aereo. Lo scenario rimanda ad un 2014 nel quale il numero dei passeggeri raggiungerà, nel mondo, la cifra di 3.3 miliardi. Ed un raddoppio dei voli nel breve periodo. 16 gennaio 2012