Dossier

In questa sezione Aerohabitat presenta analisi, studi, news, foto, video e documentazione varia pertinente alle più spinose questioni italiane legate alla investigazioni di incidenti aerei, risk assessment, Safety Management System, Piano di rischio terzi, impatto volatili (anche nella sezione Safety) e all'adozione delle conformità ICAO - ENAC relative alle infrastrutture aeroportuali.  Uno spazio specifcio è stato dedicato anche al vasto lavoro svolto dalla comunità dei Comitati di Cittadini che sono sorti - numerosi - in parecchhi aeroporti della Penisola.

In seguito all'incidente occorso al Cessna 650 schiantatosi a Trigoria il 7 febbraio 2009 - dopo alcuni significativi riscontri investigativi - è stata aggiunto un ulteriore spazio per le analisi e gli approfondimenti del caso. 

 

 

ENAC – Espresso: “Cieli fuori controllo”, GIP archivia

Ricordate l’articolo di Fabrizio Gatti “Cieli fuori controllo” sull’Espresso dell’ottobre 2008?

Per GIP del Tribunale di Roma il "diritto alla cronaca è stato correttamente esercitato, in quanto i fatti riportati nell’articolo pubblicato dal settimanale Espresso in data 23-10-2008, con il titolo "Cieli fuori controllo”, di indubbio interesse pubblico, hanno contenuto sostanziale di verità”.

Alcuni media – pochissimi - hanno riportato la notizia lo scorso 22 maggio.

In tal modo il procedimento avviato da ENAC, per diffamazione a mezzo stampa, è stato sottoposto all’archiviazione. L'ordinanza di archiviazione è stata emessa lo scorso 8 maggio.

La vicenda avrà un seguito? Aerohabitat sarà testimone degli eventuali eventi.

Lo scorso 17 ottobre 2008 ENAC aveva – in un comunicato stampa – sostenuto:

ENAC VALUTA LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DANNI A L’ESPRESSO A TUTELA DELL’ONORABILITÀ E DIGNITÀ DELL’ENTE

Facendo seguito al precedente comunicato odierno e sempre con riferimento all’articolo di Fabrizio Gatti “Cieli fuori controllo” pubblicato sull’Espresso in edicola oggi e sul sito on line del settimanale, il Presidente dell’ENAC Vito Riggio rende noto che, oltre al mandato affidato allo studio legale dell’Avvocato Grazia Volo, ha incaricato la Direzione Affari Legali dell’Ente di valutare, in accordo con l’Avvocatura dello Stato, la richiesta di risarcimento danni per i contenuti dell’articolo che ledono l’onorabilità e la dignità dell’Autorità italiana dell’aviazione civile, del proprio operato e di quello dei propri dipendenti.

L’eventuale somma che deriverà dal risarcimento danni verrà devoluta dall’ENAC a favore di organizzazioni di beneficenza e, in particolare, di associazioni e comitati che riuniscono i familiari delle vittime di incidenti aerei.  27 maggio 2009 

Blogs verdi, un ruolo indispensabile

Aerohabitat ritiene indispensabile proporre il testo “I ´blog ´verdi´: clandestini o eroi dell´informazione ambientale? di Riccardo Moscardini ripresa on line dal sito www.greenreport.it  dello scorso 6 marzo 2009.

 

E’ una analisi coinvolgente che riguarda anche il ruolo che Aerohabitat ha sviluppato sul web in questi vent’anni di attività.  Attività – ricordiamo - esplicitate non solo nell’analisi e documentazione delle tematiche prevalenti “aerohabitat” ma specificatamente nelle inchieste ed investigazioni che hanno riguardato alcuni “incidenti aerei”.

 

                                 

 

FIRENZE. Cresce la sensibilità del mondo economico, politico, produttivo e mediatico verso le questioni inerenti alla sostenibilità, e parallelamente crescono anche la diffusione e la capacità di penetrazione dell’informazione ambientale “versione 2.0”, e cioè quella che proviene “dal basso” ma che spesso finisce per caratterizzarsi come fonte primaria di buona parte delle informazioni che i media “accreditati” scelgono di trattare. Il Guardian ha raccontato ieri la storia di “Treehugger”, una tra i più noti blog tra quelli che, nel panorama globale, si occupano delle questioni inerenti alla sostenibilità.

 

Nato 4 anni fa da un’idea di Meaghan O´Neill, il gruppo conta oggi 40 diversi blog ambientali che vengono aggregati su un’unica homepage, ed è diventato nel tempo una delle fonti “non ufficiali” più autorevoli nello scenario internazionale.

 

Due sono gli aspetti fondamentali dell’informazione ambientale 2.0: anzitutto una migliore copertura delle informazioni, che grazie all’esistenza dei blog diventa molto più estesa e capillare rispetto a quella “ufficiale”, e caratterizzata da una maggiore velocità di circolazione delle notizie. Ciò ha naturalmente delle controindicazioni (ad esempio in termini di accuratezza informativa e verifica delle fonti), ma è comunque di grande importanza perchè spesso è proprio la (apparente) scarsità di informazioni a causare il ridotto spazio che i media generalisti dedicano all’informazione ambientale.

 

E poi c’è quello che possiamo considerare un “peer-review dal basso”, cioè il monitoraggio che i blog, grazie alla capillarità dei network ad essi associati, riescono ad effettuare sull’attendibilità delle informazioni che circolano sui media “ufficiali”: «i bloggers scoprono le inesattezze, i punti di vista distorti, o le parti mancanti delle storie. Il nostro ruolo è pensare fuori dagli schemi, e far sì che tutti gli aspetti delle storie siano raccontati», spiega O’Neill al quotidiano londinese. Naturalmente vanno evidenziati anche gli aspetti potenzialmente negativi: l’informazione o è attendibile o non è informazione, semplicemente.

 

E se l’attendibilità dell’informazione costituisce conditio sine qua non per una testata ufficiale (che tra l’altro rischia –  almeno in teoria - conseguenze legali se questa attendibilità non è perseguita con scrupolo), stesso discorso non vale per i blog, che rischiano conseguenze ben minori. I blogger, infatti, hanno realmente il merito di aver in passato sbugiardato notizie che il “mainstream” dell’informazione aveva battezzato come veritiere, ma è avvenuto spesso anche il fenomeno contrario.

 

Va ricordato, a questo proposito (ed è il Guardian stesso a farlo), quanto avvenuto in relazione alla pseudo-bufala sui ghiacci marini globali di fine 2008, che il 31 dicembre scorso erano stati definiti da un blogger americano (Michael Asher) come “identici a quelli del 1979”.

 

Dal blog di Asher la notizia (capziosa e parzialmente falsa, perchè relativa ad un dato puntuale e non ad un trend), è passata alla rivista per cui lavora, poi ad un’agenzia di  stampa canadese, per arrivare poi in tutto il mondo (e in Italia il 5 gennaio), tramutata dal passaparola mediatico nella notizia per cui «secondo l’università dell’Illinois (che in realtà non aveva pubblicato ricerche sul tema, ndr) i ghiacci artici (non più quelli globali, ndr) sono uguali al 1979». Un tipico caso in cui, per un black-out informativo (e per la ridotta specializzazione di molti che lavorano nell’informazione) una non-notizia pubblicata da un blog ha poi raggiunto tutti i principali media del globo, con effetti che peraltro sono stati enormemente deleteri per la comprensione da parte della cittadinanza della gravità del problema ambientale e climatico.

 

E la responsabilità di ciò è da individuarsi appunto nella scarsa professionalità di chi, nei media “ufficiali”, ha dato spazio ad una informazione senza controllare le fonti. La responsabilità di Asher nella vicenda è limitata, anzi il blogger americano, dal suo punto di vista (si tratta di un climate skeptic tra i più attivi), ha fatto un ottimo lavoro, visto che il suo articolo è stato ripreso dai media di tutto il mondo.

 

Ed effettivamente, anche se va ribadita la mancanza di senso (e la capziosità) di un rilevamento puntuale e non di un trend dei ghiacci, il suo è stato un tipico caso in cui un blog ha svolto un’azione di supplenza dell’informazione ufficiale. Ecco quindi che per il lettore, e ciò vale sia per l’informazione generalista sia – soprattutto - per quella ambientale, è necessario un approfondimento e una verifica costante delle news ricevute, e ciò vale necessariamente per quelle informazioni provenienti dal mondo dei blog, posti come reali i meriti che ad essi rivendica la stessa O´Neill sul Guardian, di cui abbiamo parlato.

 

Altrimenti, tanto vale rinunciare ad ogni ricerca di autorevolezza e cercare le informazioni direttamente su Wikipedia o su siti analoghi, dove è solo la revisione tra pari degli stessi lettori a costituire promessa (promessa, non garanzia) di attendibilità e dove troppo forte è il rischio di una intenzionale distorsione delle notizie. Questo è uno degli aspetti più controversi dell’odierno mondo mediatico: sempre più informazioni circolano in modo sempre più veloce, e raggiungono sempre più persone. Bene è che si amplino i punti di vista, bene è che la revisione dell’attendibilità delle notizie sia svolta da sempre più lettori, e bene è che il giornalismo stia orientandosi sempre di più verso una logica partecipativa, “di rete”, dove ognuno è sia ricevitore sia trasmittente di notizie. Ma occorre, e occorrerà sempre di più nel prossimo futuro, vigilare con attenzione, e stringere le maglie della rete attraverso cui le informazioni giungono al nostro ragionamento.

 

Dubitare, semplicemente, o in altre parole assumere un atteggiamento di sano scetticismo a cui faccia seguito una ricerca personale. Altrimenti, il rischio è di giungere a un futuro in cui nessuna informazione potrà essere considerata attendibile, perchè da qualche parte (magari su un blog), per qualsiasi verità appurata un “link che sostiene il contrario” lo si trova sempre. E’ quel mondo futuro che Leonard Cohen in una sua canzone (The future) definisce come una società in cui «le cose andranno in tutte le direzioni, e non ci sarà più niente che si possa misurare», cioè nessuna certezza sarà tale e sarà tutto in dubbio.

 

Una profezia che, riguardo all’informazione scientifica e alla sua necessità di trattare le certezze come certezze, e i dubbi come dubbi, non è auspicabile che si avveri. 12 marzo 2009

L’Espresso, l’inchiesta continua

 

Anche sul numero 43 del settimanale Espresso del 30 ottobre, stavolta in una sola pagina, sotto il titolo “Scandalo ENAC, l’ultimo SOS”, ancora a firma Fabrizio Gatti - al quale rimandiamo per la lettura integrale - prosegue l’inchiesta avviata sul numero precedente.

 

Stavolta l’articolista descrive gli esiti di una perizia riguardante l’incidente che ha coinvolto il pilota istruttore Antonino Sarica e l’allieva Noemi Moscetta, entrambi vittime “insieme nei rottami del Cessna C177 Cardinal della Aviomar, caduto durante una normale prova di volo strumentale”.

 

In rilievo viene posta l’ultima comunicazione, mentre il velivolo precipitava, gli ultimi 21 secondi prima dell’impatto al suolo. Un intervallo temporale nel corso del quale il pilota istruttore, in pochissime e ultime frasi, avrebbe “ripetuto al microfono la causa dell’incidente”.

 

Ebbene, l’indagine della Procura Di Perugia, starebbe su questa base, investigando sulle responsabilità più ampie nell’efficienza del velivolo precipitato.

 

L’inchiesta coinvolgerebbe l’ENAC – “efficienza dei controlli” - e la società Aviomar dell’Urbe, “sospetti sulle manutenzioni periodiche e sui pezzi montati sugli aerei della scuola”.

 

In data 24 ottobre ENAC emana un terzo comunicato stampa sulla questione e rileva:

 

 

DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE VITO RIGGIO SULL’ARTICOLO ODIERNO PUBBLICATO DA L’ESPRESSO

 

“Il Presidente dell’ENAC Vito Riggio in merito all’articolo odierno de L’Espresso dichiara:  “Respingo nuovamente ogni illazione sul mio operato e su quello dell’ENAC contenuta nell’articolo di Fabrizio Gatti pubblicato oggi su L’Espresso e su quelle contenute nell’articolo della scorsa settimana.  Invito il signor Gatti ad esprimere le sue tesi infondate senza però voler limitare il mio diritto di difesa e la scelta del difensore, peraltro avvocato di chiara fama e di altissimo valore professionale, da me personalmente incaricato di intraprendere, a mie spese, le azioni legali per la difesa della mia persona ed onorabilità. Preciso che la relazione tecnica trasmessa dalla Procura di Milano nel marzo del 2008 concludeva un’indagine triennale che ha portato al rinvio a giudizio di persone del tutto estranee all’ENAC. 

 

Come mio dovere ho subito trasmesso gli atti, cioè la relazione di un consulente tecnico ben noto alla medesima procura, alla Direzione Generale dell’Ente che ha condotto rigorosi ed imparziali accertamenti sulle persone chiamate in causa concludendo, in una serie di casi, per l’infondatezza dei rilievi formulati da tale consulente tecnico, mentre in altri casi sono state rilevate circostanze che hanno comportato provvedimenti sanzionatori nei confronti degli inadempienti. I risultati dell’indagine interna della Direzione Generale verranno presentati al Consiglio di Amministrazione dell’Ente convocato per il 5 novembre.

 

Rilevo comunque che il titolo degli articoli (“Cieli fuori controllo” e “Scandalo ENAC – L’ultimo SOS”) e le modalità del racconto dei fatti sono tali da procurare un allarme ingiustificato sulla sicurezza dei cieli italiani che è e rimane tra i livelli più alti in Europa e nel mondo, come peraltro è stato recentemente, e di nuovo, confermato da un audit dell’ICAO, Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile. La sicurezza dei voli è stata oggetto, più volte nel corso degli anni e delle legislature, di mie relazioni alle commissioni parlamentari competenti di Senato e Camera ai cui Presidenti ho ora nuovamente chiesto di essere sentito. Per il resto mi dirà l’Avvocato Grazia Volo se e in che misura dovrò chiedere un congruo risarcimento per i danni arrecati da L’Espresso a me e all’Ente che presiedo. Fermo restando l’incarico ufficiale che l’ENAC sta conferendo all’Avvocatura dello Stato nella medesima direzione.””

31 ottobre 2008

L’Espresso, inchiesta su "cieli fuori controllo"

Sul numero 42 del settimanale Espresso del 23 ottobre 2008 è apparso, sotto il titolo “Cieli fuori controllo” di Fabrizio Gatti, un articolo che ha fatto scalpore e al quale rimandiamo per la lettura integrale.

 

L’inchiesta giornalistica dell’Espresso ha inquadrato una tematica davvero rilevante, sintetizzata nel sottotitolo dai seguenti punti:

 

- “Scuole di volo irregolari. Ispettori impreparati. Verifiche non effettuate. Carenze, omissioni e silenzi dell'Enac. L'ente pubblico che dovrebbe vigilare sulla sicurezza dei nostri aerei”.

 

Per qualcuno è solo l’iceberg, non altrettanto per l’ENAC, che ha replicato con due comunicati stampa nella giornata del 17 ottobre, ecco il primo:

 

- “Con riferimento all’articolo pubblicato sul numero in edicola oggi del settimanale L’Espresso, a firma di Fabrizio Gatti e dal titolo “Cieli fuori controllo”, il Presidente dell’ENAC, Vito Riggio, comunica di aver dato mandato allo studio legale di Roma dell’Avvocato Grazia Volo a procedere in ogni sede alla tutela dell’onorabilità e della credibilità dell’ENAC messe in discussione gravemente e in maniera inaccettabile dall’articolo in oggetto, fermo restando ogni ulteriore azione che la Direzione Generale dell’Ente ed i singoli dipendenti chiamati in causa riterranno opportuno intraprendere”.

 

 

L’inchiesta ha preso spunto – si legge nell’articolo – da un rapporto che la Procura di Milano ha inviato all'ENAC nel marzo 2008. L’inchiesta si sarebbe avvalsa anche della relazione tecnica – riporta L’Espresso – firmata dal consulente della Procura di Milano Com.te Mario Pica (in passato anche ispettore ENAC ed investigatore ANSV).

 

L’allarme della procura Milanese segnala come in Italia "oltre 300 abilitazioni al pilotaggio di aeromobili dovrebbero essere considerate invalide. Nella maggior parte dei casi i piloti titolari potrebbero essere tuttora impiegati in servizio di trasporto pubblico: senza una formazione iniziale e periodica adeguata a fronteggiare possibili condizioni anormali o di emergenza".

 

Nel documento esaminato dall’Espresso si far riferimento anche all’incidente occorso al Learjet di Linate – su cui Aerohabitat ha spesso argomentato sia per l’allarme impatto volatili sul Forlanini, quanto per i ritardi della relazione tecnica conclusiva dell’ANSV – del “1 giugno 2003, un Learjet 45 della compagnia Eurojet, decollato da Linate per prendere a bordo a Genova l'architetto Renzo Piano, si era schiantato su una fabbrica, evitando di 200 metri la folla che stava applaudendo l'ultima tappa del Giro d'Italia”.

 

L’inchiesta dell’Espresso tuttavia, a fronte della gravità dei rilievi segnalati, nonostante gli interrogativi che ha posto, sembrerebbe al momento, non aver avuto altro seguito. Sembrerebbe che queste evidenze siano cadute nel vuoto.

 

Aerohabitat darà comunque conto delle ripercussioni e degli effetti concreti e/o eventuali smentite delle evidenze segnalate.

 

 

22 ottobre 2008