venerdì 27 novembre 2009 11:13 Età: 14 yrs

Aeroporti Italiani, una sola certezza, saranno pochi

Categoria: Aeroporti, Aviation topics, Std ICAO ENAC, Piani di rischio, Convegni, Ambiente, Dossier, Archivio

 

Sono oltre cento? Si dovrebbe parlare solo di quarantasei scali? Gli altri aeroporti sarebbero invece del tutto minori e marginali, non contano.

Ma il Piano Nazionale Aeroporto, quello che dovrebbe finalmente aggiornare il Piano aeroporti italiani del 1986 sembrerebbe disegnare un numero di scali ben più ristretto.Sarebbero al massimo 18-19 aeroporti, per i restanti è finita.

O meglio, qualora le Regioni, soggetti competenti nella pianificazione e gestione degli scali aerei fossero interessati a mantenere e potenziare aeroporti ritenuti strategici, lo dovranno finanziare e sostenere con mezzi e risorse proprie. Avremo forse scali regionali autofinanziati?

 

D’accordo, le infrastrutture aeroportuali del Paese, grandi e piccole sono sempre di fronte alla messa a norma complessiva. Quanti sono, infatti, gli aeroporti che devono ancora sistemare il Piano di Rischio incidenti aerei e disporre Runway End Safety Area (RESA) di 240 metri?

Quanti devono adeguatamente aggiornare la pianificazione di V.I.A. e V.A.S. per risolvere le problematiche di coesistenza con il territorio e la comunità circostante?

 

Quanti aeroporti, grandi e piccoli, devono ancora presentare una preliminare Valutazione di Impatto Ambientale.

Ebbene quante piste di volo, storiche e inghiottite dalle edificazioni e quelle di recente progettazione, potranno superare rigorosi e ineccepibili standard ICAO – ENAC, senza deroghe, valutazioni di impatto ambientale e il piano di rischio incidenti aerei?

 

Solo dopo questo screening “infrastrutturale” si potrà perciò parlare di un Atlante degli aeroporti italiani ed identificare quei 10-12 sostenibili dal punto di vista dell'investimento finanziario.

Alla fine della conta, forse, gli aeroporti destinati a movimentare la quasi totalità del traffico aereo della Penisola potranno risultare anche 18 o 20. La geopolitica potrebbe imporlo.

Ricordiamo come oltre il 50% del traffico è catturato dal polo milanese e romano.

Solo sei altri aeroporti movimentano oltre cinque milioni di passeggeri.

 

Lo screening correlato al Piano di Rischio (impatto acustico, atmosferico, V.I.A. e V.A.S.), e quello dei costi benefici operativo derivato dall’Atlante degli aeroporti italiani, non potranno che migliorare e rilanciare le potenzialità del sistema degli aeroporti del Paese.

Per tutto il resto, al di fuori del contesto degli standard di sicurezza e tutela, dell’imprenditorialità gestionale, soprattutto per gli scali al di sotto una determinata soglia di passeggeri, sarà davvero problematico sopravvivere.