giovedì 28 aprile 2011 06:01 Età: 13 yrs

Aeroporti, ENAC, autorizzazioni VIA, suolo e sottosuolo e falde acquifere

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Archivio, Dossier, Ambiente, Std ICAO ENAC, Comitati

 

Impianti di depurazione, progetti, procedure, sistemi di manutenzione per la raccolta ed il trattamento dei liquidi utilizzati dispersi sui piazzali, lungo le vie di rullaggio ed in pista sono uno strumento primario. Indispensabile per gestire, rispettando le misure di tutela e salvaguardia  delle falde (acquifere- idrica - freatica) sottostanti a qualsiasi aeroporto.  Cosa succede sugli scali aerei italiani? Scali grandi e piccoli, fino alle aviosuperfici in erba.

 

Gli accordi di programma preliminari al rilascio del Certificato di Aeroporto per l'esercizio operativo di uno dei tanti scali, grandi e piccoli, ha, adeguatamente risolto questo "rischio"?

Difficile saperlo.

Certo che i pericoli di sversamento di sostanze  "liquide" al suolo è quotidiano. Pulizia dei piazzali, delle piste, scongelamento dal ghiaccio, perdite e/o fuoriuscite di carburante non sono fenomeni solo occasionali.

ENAC, on line, per quando relativo alla "gestione del fenomeno del bird strike è decisamente complessa e vede il coinvolgimento di tutti i soggetti presenti sull'aeroporto" sulle acque, in genere, riporta:

 

Gestione delle acque

Le acque reflue dell'aeroporto dovrebbero essere tombate, o scorrere in tubature non accessibili ai volatili. Allo stesso tempo i ristagni d'acqua piovana devono essere eliminati dalla pista e dalle aree limitrofe. Paradossalmente infatti tali acque, che a differenza di quelle salmastre della laguna sono dolci, svolgono una incredibile forma di attrazione per moltissime specie, che le utilizzano per bere e per lavarsi".

 

Ma le acque reflue - idriche - freatiche del suolo e sottosuolo aeroportuale, di minori e maggiori dimensioni, potrebbe avere differenti caratteristiche.

Combinarsi non solo quelle piovane, di origine civile o equivalenti scaturite dai servizi igienici, provenienti dai bar, dai ristoranti, dalle acque meteoriche dilavanti sia contaminate (AMDC) che non contaminate (AMDNC) provenienti dalle piste e dai piazzali. Dal recupero ed il trattamento di eventuali acque inquinate formatisi all'interno del sedime aeroportuale.

 

Quanti aeroporti sono a norma?

Lo scongelamento dei velivoli, quando non viene espletato nelle aree specializzate ed attrezzate, cosa avviene? Le ipotesi di inquinamento incontrollato sono comunque, in qualche modo scongiurate?

 

Quanti scali sono localizzati in contiguità o soprastanti lagune, risorgive, falde acquifere e similari? Da Treviso a Verona, da Fiumicino a Cagliari.

Ma sorge un interrogativo aggiuntivo. Non solo quello di poter identificare quali aeroporti sono realmente a norma, qualora esistessero  sversamenti e le falde acquifere, eventualmente sottostanti, risultassero contaminate, che deve essere ritenuto responsabile?

 

Il gestore aeroportuale? L'ente di controllo e vigilanza (Regionale come ARPA e ASL e/o ENAC) o, nonostante il ruolo marginale assunto dagli amministratori locali, sindaco del comune o il presidente della provincia sul quale insiste il sedime comunale?   

Le procedure di VIA e le relative autorizzazioni, altrimenti gli eventuali pareri negativi temporanei e transitori  risolvono questi interrogativi? Ne agevolano la risoluzione?