lunedì 04 aprile 2011 07:42 Età: 13 yrs

Low cost, aeroporti italiani, uno studio KMPG, si attende una regolamentazione specifica

Categoria: Aeroporti, Archivio, Dossier, Low cost, Convegni, Aerolinee, Aviation topics

 

Lo scorso 28 marzo ENAC, con un comunicato stampa, ha presentato uno studio, commissionato alla società KMPG, relativo all’evoluzione del traffico low cost in Italia.

 La questione è rilevante in tutta Europa, anche se in Italia sembrerebbe aver assunto una dinamica straripante per volumi di traffico movimentato, per la crescita.- spesso un’impennata – di numerosi aeroporti “minori” del BelPaese. La Ryanair, com’effetto di una propria politica di rete e collegamenti specifica e soprattutto risultato d’accordi di co marketing con numerosi soggetti territoriali scali del Paese, è diventata la maggior compagnia aerea italiana.

 Il fenomeno low cost ha investito la politica dei voli e determinato dinamiche convulse nelle stesse compagnie aere major o ex vettori di bandiera. Con riflessi assai contraddittori. Di riassetto organizzativo ed operativo, oltre che di costi unitari, accompagnandosi tuttavia un sistema di finanziamenti e di supporto ai voli del tutto inattesa. E, occorre interrogarsi, probabilmente dispendiosa e, forse, non compatibile con l’assetto odierno della strategia dei costi del sistema aeroportuale del BelPaese.

 

Ha sicuramente consentito ad alcuni scali di proiettarsi nel mercato dei “voli”, assicurando a milioni di passeggeri tariffe ridotte se non stracciate, creando una competizione del tutto “irreale” tra scali aerei.

 

La persistente assenza di un Piano Aeroporti Nazionale, tuttora in discussione, alimenta i dubbi di tenuta, nel breve e lungo periodo, dell’attuale assetto dei voli.

Della concentrazione su alcuni scali piuttosto che su quelli naturalmente “vocati” dal traffico aereo.

 L’analisi, commissionata dall’Enac alla società KPMG, che come sostiene ENAC ha riguardato:

 

- la rilevanza dei vettori low cost per il traffico italiano rispetto agli altri Paesi europei;

- l’evoluzione del traffico low cost in Italia evidenziando differenze e analogie rispetto al contesto europeo;

- gli effetti economici e sociali dello sviluppo di traffico low cost sulle economie locali e regionali.

 

Nel prossimo periodo, anticipa ENAC, la materia sarà trattata nel corso di “un incontro allargato alle principali compagnie aeree e alle più importanti società di gestione aeroportuale per condividere i contenuti dello studio stesso e per avviare una riflessione coordinata sul crescente fenomeno low cost, sulle implicazioni che l’aumento di questo segmento di traffico determina sugli aeroporti interessati, soprattutto su scali grandi che gestiscono principalmente traffico con vettori ‘tradizionali’.

 

Speriamo che l’analisi sia imminente e non si ripeta quanto sta avvenendo per l’adozione del Piano Nazionale Aeroporti: tanti annunci e nessun risultato evidente.