venerdì 01 luglio 2011 07:41 Età: 13 yrs

Piano di Rischio aeronautico, una interrogazione sui vincoli e sulle modalità della scelta di ENAC

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Malpensa, Piani di rischio, Std ICAO ENAC, Comitati , Incidenti aerei

 

La sicurezza ed il rischio sono forse in discussione?

Mentre nei giorni scorsi la stampa ha rivelato un aggiornamento della prima bozza della proposta di ENAC, che porta la fascia di sicurezza a 1050 metri laterali, suddivisa in due spazi di rischio - sembrerebbe, tuttavia,  rappresentare ancora una fase di analisi - trova evidenza una interrogazione Parlamentare in materia.

L'argomento è stato proposto dagli Onorevoli Desiderati e Reguzzoni.

 

 

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

 

Per sapere - premesso che:

 

le aree limitrofe agli aeroporti sono soggette a vincoli di sicurezza, come stabilito dal Capo III del codice della navigazione, e lungo le direzioni di atterraggio e decollo i comuni possono autorizzare nuove opere od attività solo se coerenti con i piani di rischio che gli stessi elaborano ed adottano sulla base del regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti dell'Enac;

 

le aree di rischio sono state identificate dall'Enac, sulla base di casistiche mondiali, di accadimenti degli incidenti e della relativa ubicazione a terra, come quelle ubicate sul prolungamento dell'asse della pista di volo, in cui è più probabile l'impatto sul terreno a seguito di incidente aereo;

 

l'Enac ha elaborato, nei mesi scorsi, una bozza di modifica regolamentare che inserisce anche le aree laterali alla pista di volo nella configurazione dell'impronta a terra delle aree di tutela, anche se tali aree non sono definite rischiose né per il codice della navigazione, né per la normativa europea; pertanto la nuova perimetrazione richiesta da Enac eccede i limiti fissati dal legislatore;

 

lo stesso Enac ha chiarito che l'ampliamento delle zone di rischio, che potrebbe garantire una maggiore sicurezza in caso di incidenti di minore entità, non è supportata da un'appropriata istruttoria, non basandosi su una statistica ampia e consolidata che possa delineare una soglia di rischio ragionevole, ma su due soli incidenti verificatesi negli ultimi anni a Pisa e a Madrid, in seguito ai quali l'Agenzia per la sicurezza del volo non ha ritenuto di dover emanare una raccomandazione di sicurezza che lamentasse una cattiva gestione del territorio alla luce degli incidenti occorsi;

 

la proposta dell'Enac si traduce nell'impossibilità per i comuni di sviluppare nelle aree limitrofe agli aeroporti tutte le attività che ragionevolmente avrebbe senso collocare in suddette aree, ovvero «insediamenti ad elevato affollamento quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione», ma, a fronte del medesimo rischio dell'area, non si fa cenno al fatto che anche le società di gestione degli aeroporti saranno soggette ai medesimi vincoli urbanistici;

 

molti comuni hanno appena adottato nella propria pianificazione urbanistica le limitazioni derivanti dai piani di rischio oggi vigenti e, con l'introduzione della nuova modifica proposta dall'Enac, si creerebbero disagi ai progetti attualmente in corso di esecuzione o già autorizzati o anche in fase di definizione, senza considerare gli interventi effettuati sulla base delle previsioni urbanistiche vigenti che prevedono l'insediamento di attività produttive potenzialmente in contrasto con la modifica proposta;

 

nel caso dell'aeroporto di Orio al Serio, l'allargamento della zona di tutela C fino a 1.000 metri per parte, comporterebbe pregiudizievoli ricadute sul corretto sviluppo urbanistico dei comuni del sedime aeroportuale nell'esercizio di governo del territorio, anche in considerazione dei vincoli già esistenti per l'inquinamento acustico in relazione alle rotte di volo e per il rischio d'impatto, come previsto dall'articolo 715 del codice della navigazione;

 

nel caso succitato, la superficie di vincolo proposta andrebbe ad interessare aree oggetto di accordo di programma con la regione Lombardia e l'esclusione di insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi, comprometterebbe di fatto la valorizzazione degli immobili, determinando una situazione di abbandono e degrado di vaste aree interne all'abitato dei comuni limitrofi, senza una prospettiva di riqualificazione -:

 

se il Ministro non ritenga opportuno valutare la possibilità di un rinvio della modifica regolamentare proposta da Enac, in considerazione della non appropriata istruttoria a sostegno della tesi e degli orientamenti europei in materia di zone di rischio che non prevedono le aree laterali, fino al momento in cui sarà disponibile una banca dati che possa supportare la necessità dell'intervento;

 


se il Ministro, data la rilevanza del problema, non ritenga indispensabile indire una conferenza di servizi, coinvolgendo gli enti direttamente interessati all'ampliamento delle zone di rischio, per valutare la sostenibilità della proposta e la sua ricaduta sui comuni, anche prevedendo la possibilità di indennizzare i comuni per le aree soggette a limitazioni e mettendo in atto interventi volti a tutelare le attività esistenti già presenti nelle aree interessate.