lunedì 24 ottobre 2011 06:46 Età: 12 yrs

La sabbia e lo struzzo

Categoria: Aeroporti, ATC Batter, Aviation topics, Std ICAO ENAC, Piani di rischio, Human factor, Incidenti aerei, Ambiente, Dossier, Archivio

 

(by ATC Batter)

Un invito semplice e senza alcuna retorica indirizzato a presidenti, direttori, comitati, amministratori, esperti qualificati e esperti auto-referenziati che dibattono, ancora, sulle misure intraprese (???) e da intraprendere per prevenire il verificarsi di situazioni analoghe o similari a quelle avvenute, a Linate, esattamente due lustri addietro. E, anno dopo anno, si susseguono riconoscimenti reciproci, targhe, convegni, incontri e quant’altro possa portare visibilità e pubblicità.

 

Si guardi la realtà di allora e ci si chieda, ancora, senza retorica: cosa è cambiato?

 

In quel tempo le posizioni operative dell’ATC erano correttamente programmate in funzione della previsione della domanda e le relative figure professionali comandate di servizio secondo il previsto orario attuativo delle relative attività. E fin qui non c’è alcuna sbavatura che tenga. Il telaio sembra reggere. Ma è un telaio virtuale purtroppo vanificato da furberie e/o furbizie perpetrate da anni e per anni nell’assoluto autismo di dipendenti, funzionari (poi quadri), dirigenti e amministratori.

 

Poi le “furberie” trovano attenzione in un’investigazione di tipo penale che scivola sul crinale dell’illecito amministrativo, meno traumatico di un’eventuale chiamata correa per una deficienza di garanzia nelle delicate funzioni assegnate. Ma così è. E la cronaca, all’ora, apparve alquanto “generosa” di particolari.

 

Ma nulla si smuove e il potere aziendale si chiude a riccio. Poi i fatti noti e “ricorrenti in memoria”. Ma non basta ancora. Si giustifica. Si copre. Si ignora. Si derubrica a semplice “assenza” che assenza non è perché il tutto si ritiene svolgersi in aeroporto ovvero sul “luogo di lavoro”. Situazione, per altro nota, tollerata e accettata dal datore e metabolizzata dal diritto. Ed è bene ricordarlo.

 

Spuntano ipotesi diverse su entrambe gli scenari. E non mancano i giudizi di “assoluzione” per alcuni funzionari “regulator” e “provider”. Incompressibile per i primi e, a dir poco, curiosa per i secondi. Senza disdegnare, poi, l’uso della clava su ciò che restava dei “provider” spaesati ed impantanati in una commistione fra una maldestra burocrazia-gestionale e non poca supponenza. E l’assoluzione ha interessato anche addetti alle funzioni operative.

 

E cosi accade che (e’ la notte fra il 4 e 5 maggio 2007) in un centro di controllo regionale nessuno è tanto sveglio da rispondere agli aeroplani che chiamano in frequenza e ai colleghi dei centri limitrofi che chiamano al telefono. E il drammatico “Ottobre”, in ricorrenza annuale, è lontano assai; e anche lì si registrava qualche furberia di troppo e già evidenziata Lo abbiamo già detto

 

(Aerohabitat.Home 21/12/2010 “Oltre le inchieste…” ). Non come da sempre ma, più o meno, dal 1983. E non è poco. Omertà e silenzi assordanti è prassi ormai consolidata. Tranne un primo e frettoloso tentativo di assicurare gli utenti che, comunque in quella notte, la sicurezza non difettava in quanto perfettamente applicabili le procedure alternative di “ritorno” alla frequenza precedente. E si badi bene il tutto per opera di dirigenti sindacali mentre l’azienda “prendeva tempo” E il tempo se l’è preso, eccome.

 

Affermazione, quella della sicurezza garantita, indubbiamente curiosa che, di fatto, riconosce funzioni di garante della sicurezza, in un’area di competenza di altri, ad un ente confinante che “non conosce” la realtà operativa del momento in detta area. Oggi se ne sostiene una “diversità” sostanziale rispetto a quel passato. La predisposizione e la disponibilità garantista associate ad un inconscio benevolo suggeriscono il consenso. L’esperienza maturata favorisce la refrattarietà.

 

La massima espressione della garanzia di un servizio in sicurezza passa, inesorabilmente, attraverso la corretta e puntuale applicazione dei dispositivi operativi posti in essere dall’autorità competente.

 

La presenza del personale in possesso di relativa e specifica qualifica funzionale è presupposto non negoziabile per far si che tale garanzia sia manifestata. Ovvero la manifestazione della “posizione di garanzia” non può essere dissociata dalla “presenza” del soggetto che la manifesta in virtù degli incarichi a lui formalmente assegnati.

 

La “presenza”, formale e sostanziale, è fatto e presupposto di una cultura primaria che precede ogni incarico e/o funzione assegnata. Ogni attività di apprendimento base. Ogni attività di addestramento e qualificazione. Ogni espressione operativa. Ogni funzione gestionale e direttiva.

 

E’ da qui che bisogna partire per proporsi promotori di azioni utili a garantire sicurezza, anche e non solo, in veste preventiva.

 

Alla luce dei fatti pare di notare un eccessivo e assordante silenzio a tale proposito. E pare eccessiva anche la quantità di “sabbia” messa a disposizione dal sistema per un uso comune e fin troppo spregiudicato.