venerdì 29 giugno 2012 07:53 Età: 12 yrs

Peretola, ecco la "parallela convergente". E' in regola con il Piano di Rischio ENAC?

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La nuova pista non deve adeguarsi agli standard ENAC, senza deroghe di sorta?

Alla fine ecco spuntare la pista ENAC, almeno questo è quanto raccontano i media. Una pista con orientamento 12/30, con una lunghezza di circa 2000 metri che Enrico Rossi presidente della Regione Toscana attribuisce ad uno studio  ENAC: Sarebbe "'unica accettabile".

Con il supporto dell'’ingegner Alessandro  Cardi, direttore centrale Infrastrutture Aeroporti di Enac,  dall’ingegner Franco Conti, direttore di Operatività dell’Enac Rossi ha presentato lo studio che identifica nella pista 12-30 l'unica opzione possibile. Nell'arco di tempo di quattro anni la nuova pista potrebbe essere operativa.

Aerohabitat nutre qualche legittimo interrogativo sulla fattibilità della pista in relazione alle localizzazione individuata ed agli insediamenti urbani, commerciali ed industriali esistenti.

Le disposizioni, alle norme ed ai vincoli aeronautici per l'insediamento di nuove piste del Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti dell'ENAC sono chiare ed inequivocabili.

Le dimensioni della pista identificano un codice di riferimento determinato dalle caratteristiche fisiche e la pista 12/30 potrebbe essere qualificata come 4 D, superiore a 1800 metri con una larghezza di 36 - 52 metri.

 

In tal caso - dispone ENAC  - "per piste già realizzate su aeroporti esistenti la lunghezza della RESA deve essere di almeno 90  metri. Negli altri casi occorre predisporre una RESA di almeno 240 metri per piste di codice 3 e 4".

Alla lunghezza di 2000 metri occorre quindi aggiungere altri 240 + 240 metri. Ad inizio e fine pista.

Lateralmente la pista dovrebbe disporre di una spazio di Runway Strip di 300 metri.

 

"La strip che comprende una pista strumentale deve estendersi simmetricamente rispetto all’asse pista per almeno: (a) 150 m per piste di codice 3 o 4;  

Area livellata e priva di ostacoli (Cleared and Graded Area - CGA)

All’interno della strip di una pista strumentale di precisione di codice 3 o 4 deve essere prevista un’area livellata priva di ostacoli (CGA) per una distanza simmetrica, rispetto all’asse pista ed al suo prolungamento, di almeno 105 m. Tale distanza può essere ridotta a 75 m nella parte di strip che interessa i primi 150 m di pista e raccordata a 105 m entro i primi 300 m di pista perentrambe le testate.

 

 Area livellata e priva di ostacoli (Cleared and Graded Area - CGA)

 All’interno della strip di una pista strumentale di precisione di codice 3 o 4 deve essere prevista un’area livellata priva di ostacoli (CGA) per una distanza simmetrica, rispetto all’asse pista ed al suo prolungamento, di almeno 105 m. Tale distanza può essere ridotta a 75 m nella parte di strip che interessa i primi 150 m di pista e raccordata a 105 m entro i primi 300 m di pista per entrambe le testate."

 

Per la redazione del piano di rischio, spazi  in asse pista e laterali (fino a 3000 metri longitudinali e 1000 metri laterali) che trovano applicazione per le piste esistenti e che, secondo quanto interpreta Aerohabitat, dovrebbero costituire la pianificazione obbligatoria nella costruzione di nuove piste - vedi Peretola, primo caso in Italia dopo l'adozione del Piano di Rischio - prevedono i seguenti vincoli aeronautici.

 

"Fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia.

 

Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi  previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.

Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.

Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.

Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc...

 

Nelle zone di tutela A, B e C vanno evitati:

- insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi aforte concentrazione, edilizia intensiva, ecc... ;

- costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili;

- attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale".

 

L'interrogativo che si pone è quindi evidente e scontato.

ENAC ha adeguatamente verificato innanzi tutto il fabbisogno territoriale di sedime aeroportuale per localizzare una pista di 2000 metri con le dovute tutele aeronautiche?