giovedì 04 aprile 2013 05:41 Età: 11 yrs

Aeroporto Viterbo, scalo senza futuro e senza piano di rischio

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Viterbo, Pubblicazioni, Safety Security , Archivio, Dossier, Piani di rischio, Std ICAO ENAC

 

Con pista militare non è previsto (?) se civile i vincoli sono obbligati

Com'è noto l’Atto di indirizzo per l'individuazione degli aeroporti di interesse nazionale non ha (al momento) previsto la realizzazione di nuovi scali ed il progetto di Viterbo 3° scalo del Lazio è stato bloccato. Al punto che gli investimenti pianificati in sede ministeriale e regionale potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino.

In attesa che fatta una scelta conclusiva, che si decida se Viterbo o altra localizzazione possa costituire una valida alternativa alle criticità associate allo scalo d GB Pastine di Ciampino, il Consiglio Comunale di Viterbo deve decidere. Deve adottare il Piano di Rischio. Un provvedimento richiesto da ENAC nel 2012 nonostante la  norma che prevede l'adozione risalga al 2005.

 

Al momento della discussione tuttavia è saltato il numero legale e la seduta è saltata.

Ancora una volta, succede in tutti i comuni nei quali il Piano di Rischio è esaminato, le contrapposizioni  sono inevitabili.

La sua adozione implica, inevitabilmente, ripercussioni profonde: i vincoli sul territorio sono pesanti.

 

Per Viterbo la situazione appare assai complicata per  varie ragioni. Gli scenari possibili dello scalo non sono per niente chiari. Se lo scalo non ha futuro perché vincolare aree e territorio ( tra cui l’impianto termale delle Zitelle della società Itet) quando la stessa lunghezza pista non è stata ancora determinata?

L'altra considerazione va invece rapportata all'utilizzo esclusivamente militare della pista di volo. Bene in questo caso i vincoli aeronautici del Piano di Rischio ENAC non sarebbero applicabili. Ovvero a parità di pista di volo, larghezza e lunghezza, e, probabilmente di volumi di traffico aereo, lo scalo aereo, l'aerobase non prevede  l'adozione del Piano di Rischio.

 

I dubbi del Consiglio Comunale di Viterbo sono ovviamente legittimi, quello che appare incongruente è che l'esistenza di una infrastruttura militare non implichi gli stessi vincoli aeronautici di uno scalo civile/commerciale. Anche in questo caso siamo dinnanzi ad una discriminazione insostenibile, tra tutele per cittadini di serie A e di serie B?  Cosa succede quindi nei Comuni di sedime delle aerobasi del Belpaese?