venerdì 01 febbraio 2013 06:49 Età: 11 yrs

Piano Nazionale Aeroporti, sugli scali di serie A, di serie B e da chiudere

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Ambiente, Convegni, Piani di rischio, Std ICAO ENAC

 

Con l'atto di indirizzo del Piano Nazionale è stato fatto solo un piccolo passo.

Lo scorso 29 gennaio 2013 il  Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha posto la prima pietra per la definizione del Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale. Dopo lo Studio sullo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell'organizzazione infrastrutturale del territorio elaborato da One Works, KPMG, Nomisma (2010) e la Proposta Piano Nazionale degli Aeroporti dell'ENAC (2012). Dopo  26 anni di attesa ecco il primo passo per una un riassetto positivo della rete degli scali aerei del Belpaese.

La novità della proposta del Ministro Corrado Passera rimanda all'inquadramento Europeo, alla funzionalità di rete previsto dal:

"Regolamento “Cielo Unico Europeo - Single European Sky”;

“Pacchetto aeroporti”;

e, in modo particolare la:

"Proposta di risoluzione sul futuro degli aeroporti regionali e dei servizi" del 2012.

 

Ma se la precedente formulazione dello Studio KPMG e di ENAC classificava prevalentemente gli scali in tre poli aeroportuali, gli aeroporto Primari, Strategici e Complementari, con 23/24 aeroporti di interesse nazionale, il riordino proposta identifica 31 aeroporti.

La differenza tra i due progetti, tuttavia, non solo è numerica ma sostanziale.

Il Ministro Passera utilizza una terminologia Europea e pone dieci aeroporti nell'ambito della Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.

Una seconda serie di  scali  appartengono alla Comprehensive Network (traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui): Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona.

 

Una fascia ulteriore di quattro aeroporti con traffico superiore a 500 mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste),  altri due inquadrati per la continuità territoriale(Lampedusa e Pantelleria). Di interesse nazionale lo scalo di Rimini, pur senza rientrare nella rete europea, ed infine lo scalo di Salerno.

Questo atto di indirizzo, in sostanza, recepisce prevalentemente gli orientamenti comunitari e, probabilmente, soccombe al persistente campanilismo regionale del Belpaese, e sarà dibattuto nel corso della prossima Conferenza permanente Stato-Regioni - Province autonome.

 

Le due proposte, quella KPMG ed ENAC e quella del Ministro Passera comunque si differenziano innanzi tutto perché la seconda ipotesi classifica in serie B e in serie C una serie di scali.

Tra di questi Verona, Pisa, Firenze, Catania e Ronchi dei Legionari, e altri.  Alcuni scali scoppiano. Sono Linate, Bergamo, Treviso, Ciampino, Capodichino.

Ma anche sull'identificazione dei nuovi aeroporti che cancella, nell'ultima ipotesi, l'urgenza nell'apertura di nuovi aeroporti. Un errore significativo.

Entrambe le proposte tuttavia, secondo AEROHABITAT, non hanno adeguatamente valutato le capacità operative degli aeroporti nel medio e lungo periodo.

L'identificazione degli scali di interesse nazionale, internazionale ed hub, infatti, dovrebbero preliminarmente aver verificato la sostenibilità degli stimati volumi di traffico.

Alcuni degli aeroporti Core Network potrebbero aver già raggiunto limiti fisiologici di saturazione alla sostenibilità ambientale e del rischio aeronautico. Anche nell'elenco degli scali rientranti nel Comprehensive Network, probabilmente, alcuni scali dovrebbero essere verificati con un numero chiuso di movimenti aerei/anno e/o giorno/mese. Occorrerà farlo. Senza indugi, stimando le scontate criticità associate alle infrastrutture aeroportuali.   

La prima pietra del Piano Aeroporti è stata posta ma le riflessioni decisive devono essere ancora poste.

Tra di queste è utile ricordare quella associata alla politica di spending review: quali saranno gli scali finanziati dal governo centrale e quali saranno "sostenuti"; dalle casse regionali?

Non saranno sicuramente solo gli scali minori, nel contesto del cosiddetto federalismo regionale, ad essere sponsorizzati a livello locale. Sicuramente, ma con quali fondi?

 

Sono tematiche che Aerohabitat analizzerà puntualmente.