mercoledì 15 maggio 2013 05:39 Età: 11 yrs

A Forlì l'aeroporto Ridolfi, alla fine chiude: per debiti, possibile?

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Forli, Comitati , Std ICAO ENAC, Aerolinee, Piani di rischio, Imp. acustico, Convegni, Low cost

 

E' solo il primo di una lunga serie? Decisivi i costi di gestione e di co-marketing.

Oggi 15 maggio 2013 potrebbe risultare una data storica. Un cartello con su scritto "chiuso" per fine attività, forse in attesa di altro avviso di "nuova gestione", come avviene per trattorie e pizzerie e altro, potrebbe davvero avvenire.

ENAC, ente gestore, regolatore e vigilante, potrebbe autorizzarlo dalla mezzanotte di oggi.

La società SEAF è sostanzialmente fallita e non si trova un socio o un acquirente sostitutivo.

 

L'infrastruttura aeroportuale del Ridolfi è il primo scalo del Belpaese dinnanzi a questa situazione. Apparentemente, al momento, senza ritorno.

La pista cittadina, con caseggiati edificati lungo il sentiero ILS, che aveva trovato comitati di cittadini che ricercavano una problematica coesistenza con l'invadente attività aerea (impatto acustico, piano di rischio, ecc.) hanno, inopinatamente trovato una risposta secca alle loro richieste. Lo scalo si ferma, l'attività di volo è bloccata. Lo scalo chiude. Mancano i soldi. Gli amministratori pubblici non dispongono altri fondi per sanare i bilanci rosso cupo degli ultimi anni (2004-2011).

 

Nato nel  1936 solo nel 1957 venne avviata l'attività civile commerciale.

 

Nonostante il polo tecnologico-aeronautico, l'università, l'Accademy ENAV, una scuola di volo (con esigenze di Piano di Rischio, probabilmente ancora da risolvere), causa l'esistenza del passivo della società di gestione, ma sopratutto i rilevantissimi costi di co-marketing per il sostegno ai voli low cost e non, il futuro appare cupo.

La competizione del vicino di casa aeroporto di Rimini e di Bologna (in Regione) rappresentano una ulteriore insidia alle prospettive industriali dello scalo. Il traffico incoming e outgoing è stato saccheggiato dagli scali concorrenziali ed il loro recupero appare arduo (ma sopratutto costoso), anche con scenari di ipotizzate fusioni.