venerdì 25 aprile 2014 05:53 Età: 10 yrs

Aeroporti, UE e linee guida per gli aiuti di stato

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Low cost, Convegni, Std ICAO ENAC, Aerolinee, Aviation topics

 

La revisione normativa è in vigore dal 4 aprile 2014: quali riflessi sul co-marketing in vigore?

Dopo la pubblicazione delle norme varate dalla Commissione recante orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree (2014/C 99/03) si attendono modifiche nelle policy degli scali aerei del Belpaese. Ovvero gli accordi co-marketing - comunicazione e marketing - registrati in numerosi scali della Penisola (forse tutti?).

La promozione e l'uso corretto delle risorse pubbliche dovrebbe risultare un traguardo per i manager aeroportuali. Anche per non sovrapporre accordi di co-marketing tra due scali collegati o tra scali nella stessa zona o medesimo bacino di traffico. Evitare quindi anche la duplicazione e sovraccapacità di voli in ambiti territoriali condivisi. Il significato dell'iniziativa - rafforzata ?- ancora una volta dovrebbe favorire la concorrenza. La normativa non sembrerebbe contraddire l'enunciato della competizione tra scali e tra vettori aerei dovrebbe consentire - avendo anche un effetto retroattivo - per analizzare e sentenziare su ben 28 casi - tuttora pendenti in UE - di aiuti di stato ancora in attesa di una soluzione.

Gli aiuti di Stato riguardano quindi i finanziamenti e investimenti in infrastrutture aeroportuali ed il sostegno diretto alla promozione di nuove rotte.

In sintesi gli aeroporti europei con traffico annuo superiore a 5 milioni di passeggeri/anno non potranno più ricevere in futuro aiuti di stato salvo. Saranno invece permessi aiuti operativi (????) agli aeroporti regionali con meno di 3 milioni di passeggeri/anno solo per un arco temporale di 10 anni (conteggiando anche il periodo trascorso).

Per scali con un traffico inferiore a 700.000 passeggeri/anno gli aiuti potranno sostenere voli per collegare zone economiche/turistiche marginali.

Potranno in sostanza - questi ultimi scali a minor traffico - beneficiare di un regime speciale con sostegni aggiuntivi per la costruzione/adeguamento delle infrastrutture o viceversa per sostenere (ripianare??) costi operativi.

Potranno inoltre essere pianificati supporti per il lancio di nuove rotte col finanziamento

per le aerolinee aprono nuovi collegamenti.

Anche nella costruzione di nuovi aeroporti (???) potrebbero essere programmati investimenti finalizzati.

Il quadro che abbiamo sintetizzato non appare comunque funzionale e congruo alle politiche di liberalizzazione e competizione tra scali e aerolinee e, in una normativa che comunque ha valore retroattivo e dovrà verificare almeno 10-15 anni di accordi di co-marketing esistenti nel Belpaese, che ha generato sprechi di risorse pubbliche funzionali a mere politiche campanilistiche tra scali.