lunedì 06 ottobre 2014 05:51 Età: 10 yrs

Possibili conseguenze climatologiche dalla modificazione nell’angolazione dell’asse terrestre

Categoria: Aeroporti, Aerobasi, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Ambiente, Piani di rischio, Std ICAO ENAC, Comitati , Aviation topics

 

Considerazioni sull’argomento del Com.te Renzo Dentesano.

Viste le pesanti conseguenze sopportate personalmente e da gran parte delle popolazioni mondiali in conseguenza delle mutazioni climatiche ed ambientali che si stanno verificando sul nostro pianeta, particolarmente nell’arco dell’ultimo anno, mi accingo a formulare alcune considerazioni su notizie dell’epoca relative all’argomento di cui al titolo che, spero, vengano raccolte da qualcuno che possa approfondirle e commentarle con dati scientifici che siano più validi che non quelli sbandierati all’ONU sul preteso livello di riscaldamento globale dovuto agli esseri umani ed alle loro abitudini di vita, di lavoro e di necessità di mobilità in ogni parte del globo.

Mi accingo pertanto a sciorinare alcune informazioni dalle quali sono partito per formulare le mie ipotesi in merito.

Dai rapporti ufficiali in merito al maremoto (terremoto sui fondali marini profondi che provoca il terribile effetto denominato tsunami) verificatosi il 26 Dicembre 2004 nell’Oceano Indiano con epicentro a pochi chilometri dall’isola di Sumatra (Indonesia) e quindi di poco a Sud dell’Equatore, alla profondità di ben 30 chilometri e che ha fatto registrare una magnitudine massima di 9,3 capace di scatenare un’energia paragonata all’esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo, si può apprendere che la scossa principale, durata ben 8 minuti ed avvertita dai sismografi di tutta la Terra, sarebbe stata in grado di modificare l’angolazione dell’asse terrestre del valore di ben 1,5 gradi e causato la durata del giorno terrestre di circa 3 microsecondi (valore quest’ultimo abbastanza trascurabile, rispetto al primo).

La violenza di questo sisma è stata tale che gli esperti hanno dovuto registrare un valore inconsueto di magnitudine 9.3. I sismologi hanno paragonato l’evento all’esplosione delle bombe atomiche nella seconda guerra mondiale: la forza del maremoto sarebbe stata di 1 milione e mezzo di volte superiore. Un altro paragone è quello che ha associato l’energia di questo terremoto all’energia liberata dall’esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo. Una forza davvero enorme, inimmaginabile.

Normalmente l’angolazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’eclittica su cui ruota la Terra era misurato in 66° 33’, ovvero di 23°27’ (in media) sul piano dell’orbita terrestre.

Sempre secondo i comunicati ufficiali dell’epoca, l’asse terrestre sarebbe inclinato a formare un angolo di 27° 5’ rispetto un ipotetico piano ortogonale all’Equatore e lo spostamento dovuto allo tsunami avrebbe spostato l’asse di 2-3 millesimi di secondo d’arco, valore calcolabile in miseri 6-10 centimetri lineari in direzione 140° Longitudine EST.

All’epoca fu dichiarato che nessun cambiamento climatico sarebbe stato rilevato, ma forse si trattò di una conclusione intempestiva !

V’è però da rilevare che nella storia moderna è ricordato un altro evento ancor più forte e d‘impatto maggiore ed è il Grande Terremoto Cileno (Valdivia), verificatosi il 22 maggio 1960, che ha provocato migliaia di vittime. Questo sisma, verificatosi però a 40° di latitudine Sud e che ha fatto tremare contemporaneamente sia la terra sia il mare, ha causato onde da 15 metri, veri e propri palazzi d’acqua. La sua forza (magnitudo 9.5) è stata tale da provocare le oscillazioni libere della Terra e così permetterne per la prima volta la loro misurazione. Ma non esiste nessun dato sull’inclinazione dell’asse terrestre precedente e posteriore a questo sisma.

Per la precisione dobbiamo però anche considerare che un altro movimento millenario della Terra consiste nel mutamento dell’inclinazione dell’asse terrestre. Quest’angolo, che attualmente è di 23°27’, non si mantiene costante nel tempo, ma varia da 24°20’ a 21°55’ con un periodo medio di 40.000 anni. Bisogna però sottolineare il fatto che la scienza ci dice che tale movimento produce importanti effetti sulle condizioni climatiche del nostro pianeta.

Quel che però non sappiamo è se il valore della modificazione dell’angolo d’inclinazione dell’asse terrestre comunicato all’epoca dello tsunami del 2004 sia veritiero.

Comunque, ciò che non viene ufficializzato da nessuna parte, forse per non destare allarmi su quali reali effetti tale fatto possa aver influito sulla circolazione delle masse d’aria che circondano la Terra e che determinano, appunto, l’andamento dei cicli stagionali in dipendenza delle pressioni/depressioni e delle variazioni di temperatura e umidità dell’atmosfera terrestre.

Ma adesso, dopo il clima riscontrato durante l’autunno e l’inverno del 2013/2014 e durante i mesi primaverili ed estivi del 2014, ancora più anomali, perché grondanti umidità e piogge anche violente (oserei dire: tropicali), sarebbe veramente ora che qualcuno s’interessasse dei cambiamenti climatici avvenuti non solo sulla nostra Penisola, ma in tutta Europa e … in tutto il pianeta, trascurando per un momento di attribuire tutta la colpa al famigerato “surriscaldamento globale” provocato dagli esseri umani e volesse invece rivolgere la propria attenzione ai mutamenti avvenuti nella circolazione generale delle grandi masse d’aria, caratterizzate da Alte e Basse Pressioni atmosferiche e ai loro relativi effetti sul clima.

L’attenzione andrebbe indirizzata soprattutto a considerare l’attuale comportamento, nell’emisfero boreale, per esempio, dei venti come gli Alisei e i Controalisei e la collocazione alquanto anomala del (per noi) famoso Anticiclone delle Azzorre, mentre per l’emisfero australe ci sarebbe da studiare l’attuale parziale mutazione stagionale dell’andamento dei Monsoni e loro “parentele climatiche”.

Pertanto, a mio parere, sarebbe ora che, tenuto conto di quanto la realtà climatologia ci ha lasciato finora come brutto retaggio nel 2013 e nel 2014 e che ancora persiste, sarebbe veramente ora che qualcuno si decidesse a dirci la verità su quale sia stata effettivamente la variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre e come ciò, se veramente avvenuto, abbia potuto e potrà, in futuro, influire sulla circolazione generale della masse d’aria nell’atmosfera e di conseguenza quale tipo di clima ci si possa attendere, per lo meno per l’immediato futuro, senza attendere la prossima variazione di 40.000 anni !