martedì 07 aprile 2015 05:33 Età: 10 yrs

Il traffico lowcost 2014 nel Belpaese: riscontri assai contraddittori

Categoria: Aeroporti, Bergamo, Altri scali, Treviso, Verona, Forli, Pubblicazioni, Dossier, Low cost, Convegni

 

Quanto incidono gli accordi di co-marketing? Il rapporto costi/benefici, la spending review e le norme UE cosa attestano?

La ripartizione del mercato aereo italiano tra compagnie tradizionali e low cost è davvero un dato sorprendente e che ha portato Aerohabitat a designare tale rapporto come una vera e propria colonizzazione. Una politica dei voli, delle frequenze e dei collegamenti perseguita dalle aerolinee tra vettori low cost (che in prevalenza sono estere o non italiane) e che è resa possibile dai cospicui accordi di co-marketing sottoscritti a livello locale. Talvolta dagli esercenti, altri da "partecipate" pubbliche nelle regioni del nord e sud del Belpaese.

Il Dato complessivo - tra voli nazionali e internazionali - è rappresentato dal 45,81% delle low cost e 54.19% dei vettori tradizionali. Un dato che rispecchia l'equivalente ripartizione dei voli nazionali e internazionali.

E' la Relazione dei Dati di Traffico recentemente divulgata da ENAC - 120 pagine assai interessanti - a descrivere, tra l'altro, la portata e l'incidenza della flotta low cost nel Belpaese. Ma sopratutto il ruolo assoluto assegnato ai voli low cost su taluni scali aerei. La prevalenza dei voli low cost su Bergamo-Orio al Serio, praticamente il terzo scalo italiano ha raggiunto la quota del 91.3% del traffico (pari a 7.940.848 passeggeri). Lo stesso volume di voli, ovvero di passeggeri 91.3%, è raggiunto anche dallo scalo di Parma. Sorprende anche il numero di passeggeri (partenze+arrivi - 200.581) con 96.9% della pista di Perugia.

Anche se il record percentuale nazionale è di Roma Ciampino con 99.4% (pari a 4 .987.497 passeggeri). A immediato ridosso con 99.3% si colloca Trapani con il 99.3% (1 .536.994 passeggeri), mentre Treviso 99.2% è appena sotto (2 .208.128 passeggeri). Anche Pescara con 495.623 passeggeri è a 89,8%.

Pisa invece con un traffico di 3.751.030 passeggeri raggiunge l'80,2%. Comiso, Cuneo, Alghero e Crotone si attestano intorno all'80%. Altri nove scali sono intorno al 50%.

Milano Malpensa, già scalo hub del Belpaese, registra voli low cost per 8.625.804 passeggeri pari al 46,2%, Napoli Capodichino con 2.807.116 di passeggeri è al 47,4%. Roma Fiumicino ha trasportato ben 9.439.511 passeggeri, pari al 24.7%.

Il quadro descritto non è completo ma rappresenta una catalogazione che dovrebbe indurre gli esperti di economia dei trasporti, siano essi accademici, istituzionali quanto consulenti nelle politiche dei trasporti e di comunicazione di alcuni aeroporti e/o sistemi regionali by air a evincere una realtà di traffico scaturita, probabilmente, solo dai cospicui finanziamenti di co-marketing, piuttosto che a uno scenario di mercato competitivo e liberalizzato e funzionale al supposto bacino di traffico e/o un sistema economico, turistico e industriale. Dov'è finita la libera concorrenza tra gli scali quanto si sottoscrivono accordi co-marketing in ogni dove? E', forse, una competizione, una rivalità che si risolve sull'ammontare del reciproco co-marketing e sulle clausole accessorie??

L'analisi rappresentata dalla quota di low cost, tuttavia, non esclude l'esistenza di un sistema di accordi-sostegni-supporti finanziari anche ai collegamenti aerei, almeno in parte, del traffico dei voli delle aerolinee cosiddette "tradizionali".