mercoledì 30 settembre 2015 04:58 Età: 9 yrs

Aeroporti, mappe acustiche, zonizzazione aeroportuale e classificazione acustica comunale

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Ambiente, Convegni, Imp. acustico, Std ICAO ENAC

 

Aggiornamento periodico Lva e Leq dei Comuni: evidenti discordanze e inevitabili: pochi database!

Aeroporti e INM, mappe acustiche biennali, la zonizzazione correlata ai riscontri Lva e la classificazione acustica del territorio comunale. Come si integrano con il piano di risanamento dei municipi, ai piani di mitigazione dalle emissioni acustiche derivate dalla flotta e aeree in movimento a terra e in volo e in sorvolo? I tanti aeroporti, le aerobasi del belpaese sono davvero a norma?

Quanti sono gli aeroporti italiani che hanno, inizialmente, ottemperato al Decreto 31 ottobre 1997 e, grazie all'operato della Commissione Aeroportuale, hanno deliberato la mappa acustica e ratificato la zonizzazione acustica A, B e C? Qualora lo avessero fatto - crediamo a norma di legge calcolando anche il noise ground (rumore al suolo) e, lo hanno, in seguito aggiornato, rispondendo all'aumento dei voli avvenuto nel frattempo e alle dinamiche di contenimento del rumore dei propulsori come disposto dall'ICAO?

Chi ha modelizzato la mappa INM? E' stato direttamente il gestore aeroportuale o un qualche consulente esterno? Chi ha validato la mappa acustica, con quali tolleranze? Con il ground noise o senza?

Ecco il punto chiave. Siamo davvero sicuri che l'esecuzione metodologica sia risultata corretta? Non è un interrogativo da poco. I piani di risanamento ed insonorizzazione dell'intorno aeroportuale "scaturiscono" dalla coerenza e correttezza e periodicità dell'aggiornamento della mappa acustica. E' vero che spesso la "validazione" e certificazione è un compito svolto dall'Arpa regionale, ma siamo davvero certi che dispongano delle competenze e professionalità corrette?

Nell'ambito della classificazione

Inoltre il D.P.C.M. fissava i limiti massimi di esposizione al rumore all’interno di ogni zona territoriale, utilizzando come indicatore il livello continuo equivalente di pressione ponderato A, espresso in dB(A) ed associando ad ogni zona una coppia di limiti, uno per il periodo diurno (dalle ore 6 alle 22) e uno per il periodo notturno (dalle ore 22 alle 6), così come riportato nella tabella seguente.

D.P.C.M. 01/03/91: Classi territoriali e limiti massimi di esposizione al rumore

 

Classe Destinazione d’uso Periodo di Riferimento

diurno notturno

I Aree particolarmente protette 50 dBA 40 dBA

II Aree prevalentemente residenziali 55 dBA 45 dBA

III Aree di tipo misto 60 dBA 50 dBA

IV Aree di intensità attività umana 65 dBA 55 dBA

V Aree prevalentemente industriali 70 dBA 60 dBA

VI Aree esclusivamente industriali 70 dBA 70 dBA

 

"La classificazione acustica del territorio comunale ed il piano di risanamento, rappresentano ad oggi uno dei tasselli indispensabili per una corretta programmazione territoriale nel raggiungimento di un vero sviluppo sostenibile in un contesto di piena compatibilità e di rispetto dell’ambiente con cui i cittadini interagiscono quotidianamente ed in cui la città si inserisce con tutte le sue forme di attività antropica".

Ma come si integrano la mappa acustica derivata dalle emissioni dei propulsori delle flotte aeree in movimento a terra e in volo nelle piste delle vicine aerobasi e aeroporti civili/commerciali del Belpaese con le fonti sonore esterne al sedime?

Aerohabitat ha cercato documenti specifici (ENAC, ISPRA e altro) riguardanti i due ambiti delle fonti sonore e il loro adeguamento periodico: invano!