giovedì 28 luglio 2016 04:55 Età: 8 yrs

Aeroporto Ronchi dei Legionari diventa di Trieste: un svolta "appeal"

Categoria: Aeroporti, Ronchi L., Altri scali, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Low cost, Comitati , Aerolinee, Aviation topics

 

Sarà solo una semplice operazione di marketing internazionale?

La brusca sterzata nell'immagine consolidata e storica nella denominazione dello scalo del FVG, ovvero quello che fino ad oggi poteva essere identificato come aeroporto Pietro Savorgnan di Brazzà, aeroporto di Ronchi dei Legionari, aeroporto NoBorders, aeroporto Isontino, aeroporto FVG e/o aeroporto di Trieste sarà propagandato come Aeroporto di Trieste.

Alla denominazione "estesa" che identificava, valorizzava e richiamava una Regione, un esploratore friulano in Africa, una identità friulana, una localizzazione geografica, una perfetta sintonia tra tante realtà coesistenti in uno spazio, in un territorio con un bacino di traffico aereo, probabilmente, inadeguato per movimentare e richiamare volumi di traffico indispensabili a bilanci attivi e prospettive a sostegno del turismo regionale, diventerà quindi esclusivamente: l'Aeroporto di Trieste.

Logiche di marketing avrebbero imposto un "brand" internazionalmente autorevole e di sicuro "appeal".

sarà vero?

Il mercato dell'offerta dei voli concentrata su Trieste potrà rendere appetibile questa pista localizzata all'estremo est di una Regione FVG che rivaleggia con gli scali di Lubiana ad Oriente, e Venezia-Tessera, Treviso-Canova e Verona-Villafranca ad Ovest? L'utente aereo storico e quello che vola sulle altre piste di volo ad una distanza di 1-2ore di auto confluirà sullo nuovo scalo hub di riferimento?

Il richiamo reale e competitivo in realtà si misura sulle destinazioni, sulle frequenze, sull'efficienza e su tariffe aeree low cost, ma queste sono strategie "politiche" che abbisognano, almeno in questo periodo storico e con questo strampalato Piano Nazionale Aeroporti (troppi scali nello stesso bacino di traffico), di cospicui investimenti di co-marketing.

Ovvero di incentivi ai voli, di accordi con singole aerolinee e di finanziamenti mirati che, in questi frangenti, sono elargiti - nonostante le criticità economiche-commerciali - dal "sistema pubblico e dalle società partecipate.

La rinnovata gestione dello scalo Isontino affidata dal Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, proprietario al 100% dell'Infrastruttura, ad Antonio Marano (Presidente) e Marco Consalvo (direttore dell’aeroporto) ha assunto un compito "non-semplice".

Come imporre una svolta reale all'ex Pietro Savorgnan di Brazzà Ronchi dei Legionari Friuli Venezia Giulia ora solo “Trieste” con un riassetto competitivo e vincente in termini di crescita di traffico e con un costo/benefici conveniente-compatibile?

La trasparenza dell'operato esige tuttavia un dato essenziale: l'ammontare annuo e le ricadute in termini di traffico per ciascuna destinazione, degli accordi di co-marketing sottoscritti dalle gestioni passate con le aerolinee low cost e non che operano da "Trieste".

In un sistema del trasporto aereo che evidenzia estese difficoltà nella pianificazione di strategie operative, nei riscontri di bilancio e nelle prospettive una valutazione realistica della svolta storica della nuova dirigenza non potrà che scaturire dalle fonti diversificate degli incentivi al volo - compatibili con le norme e regolamentazioni UE sugli aiuti di Stato - da "ricontrattare" e dalle disponibilità finanziare effettive.