venerdì 14 ottobre 2016 04:27 Età: 8 yrs

Venezia, drone turistico contro il Campanile in piazza San Marco

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Dopo il caso del DJI Phantom 3 del luglio 2016!

Dopo l'impatto con il Campanile il drone (largo circa 50 centimetri) è precipitato sulla piazza nei pressi del bar Aurora senza colpire nessuna persona. Erano circa le 10.15 di mercoledì 12 Ottobre e l'autore del pilotaggio remoto è risultato un turista libanese. Anche stavolta la polizia locale ha immediatamente identificato come peraltro era avvenuto lo scorso luglio, in occasione di altro "evento fuori controllo".

La polizia ha sicuramente rilevato anche questo ennesimo illecito di "droni in libera uscita": identificabili anche come UAV, UAS; APR e SAPR.

Non è comunque una novità. Per rimanere nel contesto "turistico" episodi similari sono accaduti in altre località affollate e di grande attrazione: Place de la Con¬corde e la Torre Eif¬fel, negli USA e/o altrove. La casistica è varia e non riguarda solo i voli a controllo "remoto" nelle vicinanze degli aeroporti e/o lungo le traiettorie di atterraggio e/o rotte di decollo. In Italia e all'estero.

Ma è la stessa Venezia e la sua piazza San Marco a rappresentare una realtà di utilizzo diffuso dei droni, con due effetti e violazioni sovrapposte.

E' certamente un luogo turistico, perciò ad elevato rischio di utilizzo di droni da parte di persone/soggetti occasionali e senza le dovute autorizzazioni (quali e chi le assegna poi???), ma è anche una zona localizzata in prossimità di due aeroporti (Venezia Tessera e Venezia Lido) con l'inevitabile rischio di collisione con aerei commerciali e turistici.

Perdere il cosiddetto controllo "remoto" di un drone ha sicuramente un valore e un'attribuzione diversa se il "pilota remoto" è autorizzato e/o improvvisato ma ad esempio il quadricottero DJI Phantom 3 Professional del luglio 2016 sarebbe partito dall'isola di san Giorgio. La zona di attività dei due voli e la zona proibita P234. E' posizionata all’interno dell’ ATZ dell’aeroporto “ Venezia Tessera, è estesa alla quasi totalità della città ed è interdetta ai voli a controllo "remoto". Le autorizzazioni, qualora richieste non possono che essere negate. Che fare quindi?

Piloti con certificazione e, supposti, competenti come i soggetti improvvisati "piloti" remoti per l'occasione dovrebbero essere pesantemente sanzionati. La polizia locale dovrebbe impedire l'accesso e/o l'utilizzo di droni. Le normative e regolamenti in vigore (ENAC e altro) non sono sufficienti, è un fenomeno generalizzato. Chiunque si sente un pilota "remoto". Anche perchè le normative sono elastiche.

Se il regolamento è chiaro e circostanziato gli ambiti operativi, ultimamente sono stati estesi.

Il controllo remoto del drone prevede il contatto visivo, ad una distanza visiva di 500 distanza visiva (VLoS – Visual Line of Sight) ma, recentemente, una deroga (?) consente ad un drone di superare tale vincolo: con la modalità EVLoS, cioè Extended Visual Line of Sight. A condizione che un secondo soggetto/persona/pilota lo abbia sotto controllo diretto. E forse anche l'utilizzo di un binocolo potrebbe, anch'esso, consentire deroghe.

In tal modo gli spazi operativi di un drone si allargano, al punto che la polizia locale e/o soggetti delegati da ENAC al controllo/proibizione dell'attività dei droni, sono, di fatto, impossibilitati a verificare le violazioni/trasgressioni. Il secondo "osservatore" potrebbe essere ben distante dal primo e, fatto salvo quando il drone precipita, l'individuazione appare improbabile.

Problematiche di privacy, di security, di safety sono, inevitabilmente, una realtà quotidiana che qualcuno, prima o poi dovrà fronteggiare e risolvere.

L'industria dei droni ed il loro utilizzo devono essere adeguatamente protetti e salvaguardati.

Le stime di un mercato globale al 2021 di almeno 130 miliardi di dollari, la versatilità del loro utilizzo civile-militare sono anch'esse una realtà imprescindibile. L'uso professionale e/o ludico-ricreativo deve essere adeguatamente inquadrato. Non bastano perciò le sanzioni di 50 euro e/o l'applicazione dell’ Art. 650 c.p. “Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità“ che prevede l’arresto fino a tre mesi ovvero ammenda fino a 206€ per la violazione dello spazio aereo.