martedì 18 luglio 2017 05:04 Età: 7 yrs

Aeroporto Treviso e il vortex strike, il Governo lo nega: ma invano!

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Genova, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Convegni, Piani di rischio, Std ICAO ENAC

 

Dopo una sentenza, dopo l’interrogazione M5S negata, la realtà AERTRE: anche i tetti volano!

A seguito della denuncia relativa alle tegole volanti del 2009, il primo grado di giudizio, a sei/sette anni dall’atterraggio sulla pista 07 di Treviso-Canova nel sorvolo di casseggiati del Comune di Quinto di Treviso, la sentenza di primo grado n. 381 del 17 febbraio 2017 del Tribunale di Treviso avevano certificato-accertato il ruolo svolto dal Boeing 737 della Ryanair. Vengono scoperchiati tegole/tetti dal passaggio basso dei velivoli in atterraggio, il ben noto fenomeno vortex-strike.

Niente di oscuro, di nuovo né di speciale, succede in tantissimi scali aerei, i tetti volano e i gestori aeroportuali provvedono a rinsaldare i tetti pagandone i danni. Non in Italia. Ryanair nega e fa riscorso e il Governo italiano replicando un anno dopo all’interrogazione relativa di M5S-Arianna Spessotto nega con altrettanto vigore l’esistenza di simili dinamiche-fenomeni. Anche a Quinto di Treviso.

Ecco il testo integrale della risposta scritta pubblicata Venerdì 30 giugno 2017 nell'allegato B della seduta n. 824:

“Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, si forniscono i seguenti elementi di risposta sulla base delle informazioni assunte presso l'ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) e l'agenzia nazionale per la sicurezza al volo (ANSV).

In relazione all'episodio descritto dagli interroganti, l'ENAC informa che dall'esame della documentazione acquisita agli atti dalla competente direzione aeroportuale nord-est sono emersi i seguenti elementi:

1) in corrispondenza del tracciato al suolo del sentiero di discesa strumentale degli aerei in atterraggio per pista 07, dove si trova un quartiere residenziale del comune di Quinto di Treviso, l'avvicinamento degli aeromobili è avvenuto con procedura strumentale tipo «Straight – in ILS»;

2) la visura del tracciato radar non ha evidenziato scostamento di rotta rispetto alla direzione strumentale stabilita;

3) le quote riportate dagli aeromobili in avvicinamento, stanti anche le approssimazioni di sistema in tema di rilevazione strumentale, sarebbero compatibili con i dati stabiliti per procedura, quali quote di avvicinamento;

4) dai dati fotografici dell'abitato antistante la soglia pista 05, emerge che le abitazioni coinvolte, ad un piano, precedono di alcune centinaia di metri dei palazzi a tre piani che non hanno riportato danno alcuno, evidenziando dunque un fenomeno che si sarebbe verificato nel luogo dove sarebbe dovuto essere minore l'impatto di un eventuale vortice d'aria.

Per quanto riguarda gli ultimi due punti ENAC precisa che si tratta di considerazioni indicative, riservando alla perizia di un esperto del settore ogni eventuale interpretazione dei riscontri tecnici suddetti.

In merito alla richiesta di un eventuale fondo atto a supportare spese derivanti da simili danni, il Gestore aeroportuale ha ribadito l'assenza di fondi per simili eventi, evidenziando l'assenza di obblighi in tal senso.

In merito alla vigilanza sulla regolarità della circolazione aerea, si evidenzia che tutti gli Enti preposti alla vigilanza, (Autorità amministrative territoriali, ENAV, aeronautica militare, società di gestione ed ENAC), ciascuno per la parte di competenza, vigilano e operano al fine di verificare e contenere ogni comportamento illecito nel campo della circolazione aerea atto a compromettere la sicurezza e la salute del passeggero e del cittadino.

Infine, si rappresenta che sull'episodio in questione l'agenzia nazionale per la sicurezza al volo (ANSV) ha comunicato che non emerge la sussistenza dei presupposti previsti dall'ordinamento nazionale, internazionale e dell'Unione europea per classificare l'evento come «Incidente» aeronautico o «mancato incidente». Conseguentemente l'ANSV non può aprire un'inchiesta di sicurezza, non sussistendo i presupposti di legge richiesti. - Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Riccardo Nencini.”

 

L’on. Arianna Spessotto ha quindi, legittimamente, replicato:

"Roma, 6 luglio 2017

Ritengo assolutamente vergognosa - per non dire indegna - la risposta che il Governo ha dato alla mia interrogazione aic.camera.it/aic/scheda.html

in cui sollevavo il problema reale del rischio rappresentato dai voli a bassa quota per gli abitanti delle zone limitrofe agli aeroporti, portando come esempio quello di Quinto di Treviso, dove di recente una casa è stata addirittura scoperchiata per effetto del cosiddetto “vortex strike”.

Questi fenomeni si sono ripetutamente verificati sui tetti delle abitazioni a Quinto, senza che fosse mai erogato alcun rimborso ai residenti per i danni arrecati dal sorvolo degli aerei!

Ricordo al Governo - per cui va tutto bene - che la compagnia aerea Ryanair è già stata condannata dalla Corte di Appello di Venezia a risarcire i danni provocati dal passaggio di un suo aereo a bassissima quota e che se lo Stato ritenesse davvero importanti la salute e la sicurezza dei suoi cittadini si sarebbe costituito parte civile nel processo.

Tutto questo quando per l’aeroporto di Treviso manca ancora la VIA e la valutazione di impatto sanitario, mentre i voli continuano ad aumentare!

Non ci sono inoltre scuse per l’atteggiamento mantenuto in questi anni da Enac che, sebbene dovrebbe svolgere il suo ruolo di vigilanza e garanzia, non fa nulla per far rispettare ai gestori aeroportuali la normativa vigente e pretendere risarcimenti a favore di Comuni e cittadini per i danni causati dai voli a bassa quota, come nel caso di Quinto.

Ma dalla risposta che ho ricevuto, è evidente che per questo Governo contano più gli interessi economici della compagnia low cost piuttosto che l’incolumità dei suoi cittadini!" - Arianna Spessotto.”

 

La contesa, tuttavia, consente di presentare una nota al di sopra delle parti ed è estratta dal documento ufficiale di AERTRE-Thetis-ENAC che risolve ogni dubbio: il vortex-strike e iene cosi descritto, affrontato e risolto.

Dalla pagina 38 del documento Aeroporto “Antonio Canova” di Treviso- Strumento di pianificazione e ottimizzazione al 2030 STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE - SEZIONE C “ QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI, MONITORAGGIO E CONCLUSIONI” - Estensore dello Studio di Impatto Ambientale ing. Giovanni Zarotti si legge:

 

“C2.3.1 Interventi per il risanamento e la prevenzione dei danni da “vortex strike” - (intervento ECO-C1)

I danni da “vortex strike” sono noti nel territorio limitrofo l’aeroporto “A. Canova” di Treviso. Si tratta principalmente di danneggiamenti ai tetti di edificati situati all’interno della fascia di atterraggio, cioè edifici

situati nel comune di Quinto di Treviso.

Gli aerei generano vortici d’aria durante tutte le fasi volo. Tali vortici possono provocare danni ed essere potenzialmente pericolosi, quando, generati dagli aerei nelle fasi di volo a bassa quota (atterraggio e decollo), date particolare condizioni atmosferiche, riescono a raggiungere il suolo mantenendo una energia

sufficiente. In altre parole, sebbene tutti gli aerei generino vortici, solo una piccola proporzione di tali vortici

diventa un fenomeno di “vortex strike”.

Le variabili che influenzano l’incidenza dei fenomeni di “vortex strike” sono:

• l’energia dei vortici, a sua volta direttamente proporzionale al peso dell’aereo e indirettamente proporzionale alla velocità e all’apertura alare (per cui il fenomeno è soprattutto associato alla fase di atterraggio);

• l’altezza cui sono originati (più o meno vicina al suolo);

• le condizioni atmosferiche, per cui il “vortex strike” è più probabile in condizioni di calma di vento;

• l’adozione da parte degli aerei di dispositivi alari (quali le alette di estremità), che migliorano le performance del velivolo (in relazione al consumo di carburante) e possono anche ridurre l’intensità dei vortici d’aria, anche se questa attenuazione non è di facile quantificazione.

Le componenti che influenzano il rischio di danno da vortici generati dai velivoli in atterraggio/decollo sono:

• la probabilità che un vortice arrivi ad altezza suolo con un’Energia sufficiente a causare danni (le cui variabili sono state sopra illustrate);

• la presenza di edifici suscettibili a danni dovuti ai vortici, cioè tipicamente edifici con tetti tradizionali a copertura discontinua con elementi di piccole dimensioni e leggeri (tipicamente tegole in laterizio), oltre a considerazioni sull’integrità delle strutture presenti (stato di manutenzione, età, ecc.).

In generale i “vortex strike” sono, come sopra descritto, eventi rari legati al concorso di una serie di condizioni sfavorevoli, indipendenti sia dal tracciato di decollo/atterraggio sia dal gestore aeroportuale, inoltre, date le numerose variabili in gioco e l’impossibilità della contemporaneità della segnalazione dell’evento rispetto al decollo/atterraggio che lo ha generato, risulta estremamente arduo perseguire il risarcimento dei danni da parte delle compagnie aeree.

Poiché non sono ad oggi catalogati come eventi aeronautici, non vi è neppure un registro attendibile che possa fornire indicazioni sulla frequenza e sulla localizzazione.

Nel Comune di Quinto di Treviso tuttavia, nel corso degli anni, gli eventi di “vortex strike” sono stati segnalati dagli abitanti o dal Comune stesso e sono stati oggetto di articoli sui quotidiani locali, per cui si può in qualche modo caratterizzare il fenomeno per quanto concerne gli ultimi 5-7 anni.

Gli edifici maggiormente esposti risultano essere, in base alle cronache e alle denunce a disposizione, quelli situati in vicolo A. Marangon e in via Contea nel Comune di Quinto di Treviso dove si sono verificati gli episodi con danni significativi alle coperture e rischiosi per l’incolumità delle persone (es. caduta di tegole).

Sono edifici che si trovano sotto la linea di atterraggio, fase cui, nel caso in esame, è associato il fenomeno.

E’ pertanto possibile definire un’area esposta al fenomeno rappresentata dall’area sottesa dalle rotte di atterraggio, come rappresentato nella figura successiva.

 

 

Nei maggiori scali della Gran Bretagna sono attive da anni procedure predisposte dal gestore aeroportuale per far fronte ai danni causati dal “vortex strike” sulle abitazioni dell'intorno di un aeroporto, ma non in Italia.

Il gestore aeroportuale, nell’ambito delle misure di compensazione, intende attivare una procedura per l’area esposta al fenomeno per la realizzazione di interventi di riparazione delle coperture danneggiate e di consolidamento preventivo di quelle a maggior rischio, dove per consolidamento si intendono per lo più interventi di ancoraggio di coppi e tegole, ove non già realizzato.

Verranno a tal fine predisposte le seguenti attività:

• creazione di un registro degli eventi di “vortex strike” verificatisi negli ultimi 10 anni, con la collaborazione

del Comune di Quinto di Treviso che ha raccolto le segnalazioni ufficiali, da tenersi aggiornato;

• mappatura dello stato delle coperture nell’area esposta al fenomeno del “vortex strike”;

• redazione di un Piano degli interventi, da attuarsi con la seguente priorità:

1. risanamento e consolidamento delle coperture già oggetto di danno da “vortex strike”;

2. consolidamento delle coperture, maggiormente vulnerabili, dell’area a rischio (es. coperture in pessimo stato di manutenzione e coperture non ancorate).

In parallelo con la creazione del registro degli eventi, verrà concordata con il comune di Quinto di Treviso una procedura per la segnalazione dell’evento di “vortex strike”: informazioni da fornire, entro quanto tempo

dall’evento, destinatari della comunicazione, forme della comunicazione (es. mail, posta certificata, ecc.).

Gli edifici che sono stati coinvolti negli anni dal fenomeno (cfr. Figura C2-8) si trovano all’esterno del Parco Regionale del Fiume Sile, del SIC IT3240028 “Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest” e dell’area soggetta a vincolo ex art. 142 lett. c, D.Lvo 42/04 e ss.mm.ii. “i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua […] e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 m ciascuna”.

In merito alla presenza del sito SIC IT3240028, gli interventi che si prevede di attuare ricadono all’interno deicasi per cui non è necessaria la valutazione di incidenza ai sensi della DGR 2299/2014, allegato A par. 2.2, punto 5 (si veda nota n. 4 di pag. 38) e per i quali va fornita una dichiarazione da parte del proponente (secondo il modello riportato in allegato E alla suddetta DGR).

In ogni caso per eventuali interventi da attuarsi all’interno del Parco e/o in area soggetta a vincolo, verranno concordate con l’Ente Parco procedure speditive di autorizzazione paesaggistica, data la rilevanza degli interventi ai fini della sicurezza”.