lunedì 20 marzo 2017 05:48 Età: 7 yrs

Belpaese 2016: traffico low cost e aerolinee e il co-marketing

Categoria: Aeroporti, Ciampino, Bergamo, Altri scali, Treviso, Archivio, Dossier, Convegni, Std ICAO ENAC, Aerolinee

 

Chi sottoscrive tali accordi , chi li paga e quanto costano!

Ma a quanto ammontano i sostegni/anno al co-marketing negli scali aerei italiani? Sono accordi, inoltre, che riguardano solo le low cost e/o sono sottoscritti anche da alcune specifiche aerolinee "anche tradizionali". Gli interrogativi su una policy aeroportuale che si riflette anche sui bilanci di alcune compagnie (tra le quali anche Alitalia) . I media in questi giorni ripropongono come la sola Ryanair riceva 100 milioni/anno. Sarà vero e/o è una somma sottostimata? Purtroppo la "trasparenza" sugli accordi di co-marketing e/o equivalenti no è a tutt'oggi una realtà e le congetture sono all'ordine del giorno.

Nel report "Dati di Traffico 2016" di ENAC tra i 42 aeroporti segnalati nella ripartizione del mercato aereo tra compagnie tradizionali e low cost sui singoli aeroporti solo la pista di Bolzano, di Taranto, Grosseto e dell'Elba non registrano voli low cost.

I restanti aeroporti, quelli maggiori e strategici e quelli di interesse nazionale riportano quote percentuali più o meno rilevanti e, probabilmente, conseguenti ad accordi di co-marketing.

Il Report 2016 segnala 81.287.773 (49.5%) passeggeri low cost contro gli 83.080.386 (51.5%) delle aerolinee tradizionali

I vettori Low Cost suddividono i loro passeggeri tra i 31.111.912 (5 1,6%) dei voli nazionali ai 50.175.811 (4 8,2%) del traffico internazionale. Le aerolinee tradizionali invece hanno registrato 29.214.424 (4 8,4%) di traffico nazionale contro 53.865.962 (5 1,8%) di quello internazionale.

Alcuni aeroporti del Belpaese devono il loro successo commerciale, la scalata tra i maggiori scali aerei del Belpaese,.Tra di questi svetta sicuramente Bergamo - Orio al Serio che dei 10.357.211 passeggeri del 2016 ben il 93,7% appartiene al traffico low cost. Altri scali con elevatissime percentuali low cost sono risultati Comiso con 89.9%, Crotone 96.5%, Pescara 86%, Pisa 84.8%, Roma Ciampino con il 100%, Trapani con 96.6% e Treviso con il 99.3%.

Ma chi sottoscrive tali accordi e chi li paga? Spesso sono contratti pluriennali e vengono siglati per un singolo scalo ma, talora, anche per tutti gli aeroporti di una stessa Regione. Sono "sostegni" abitualmente a carico del sistema pubblico quali le regioni, i Comuni, le Provincie e da società partecipate. Spesso i "gestori" aeroportuali, siano essi privati quanto pubblici, pur beneficiando dell'attivazione di voli, frequenz e nuove destinazioni, sono esterni, sono esclusi dalla sottoscrizione di tali accordi.

Le società di gestione aeroportuali invece possano ridurre il costo delle tariffe di scalo pagate dalla aerolinea low cost destinataria del co-marketing. I criteri di sottoscrizione, probabilmente, definiscono una quota globale anche se il contributo relativo a ciascun passeggero sembrerebbe assumere un parametro definito.

La media di circa 5 euro pro capite viene ritenuta equa, anche se il panorama degli accordi di co-marketing degli ultimi anni ricorda anche pro-capite di 23-24 euro a passeggero.

Quale sintesi e quale conclusione tratte da queste note?

Un aeroporto con 10 milioni di passeggeri/anno low cost quanto paga quindi? Qualora il contributo pro-capite sia quello minimo, ovvero 5 euro a passeggero, l'incentivo ai voli potrebbe risultare di 50 milioni/anno? 100 milioni con 10 euro e 200 milioni/anno con 20 euro? Si potrebbe, comunque, sostenere ancora che sono incentivi giustificati?