sabato 04 novembre 2017 05:16 Età: 6 yrs

Aeroporto Bergamo, terzo scalo del Belpaese: Sindaci in corteo vs lo scalo

Categoria: Aeroporti, Bergamo, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Ambiente, Low cost, Imp. acustico, Imp. gassoso, Comitati

 

Fino al 2000 era solo uno Small Regional Airport. Quale futuro?

Come fronteggiare l’operatività di una pista circondata da una autostrada (A4), una città dove vive una comunità vastissima di cittadini e un centro commerciale con un progetto di collegamento aereo (ponte) e un ristorante “elevato” in quota? In un mese volano più passeggeri che in un anno del 2000 e le ricadute ambientali, acustiche e di emissioni in atmosfera sono, come allora, oggetto di discussioni e confronto con i residenti nella zona e sottostanti alle traiettorie di decollo e di atterraggio.

Prima del 2000 il Caravaggio poteva essere identificato come uno SMA-Small Regional Airport, con meno del milione di passeggeri/anno e in tale contesto è stato uno dei primi scali del Belpaese a sottoscrivere accordi di co-marketing con Ryanair. Dopo quasi un ventennio solo nel 2016 – sostengono i media – avrebbe sovvenzionare per low-cost 33 milioni e portato lo scalo a livello di Large Community Airports (LCA). Livello che include aeroporti con un numero di passeggeri superiore a 10 milioni (realizzato in Italia solo dall’accoppiata di sistemi hub di Roma Fiumicino-Ciampino e Milano Linate-Malpensa. Come possa lo scalo di Bergamo, con 78.340 voli/movimenti e 11.059.238 passeggeri nel 2016 e con l’incremento in corso nel corso 2017 possa perseguire tali “sostegni” pone altri interrogativi.

Sono comunque volumi di traffico hanno determinato ricadute ambientali che non sono state ritenute “sopportabili” dal territorio e dalla comunità, e la stessa una condivisione dei livelli registrati di emissioni sonore in termini di Lva e Leq non sono state condivise. Ora tale mappatura – acustica e atmosferica - con l’utilizzo sistematico del modello matematico AEDT potrebbe consentire analisi e stime ambientali. Numeri “sonori” e “atmosferici” assai più dettagliati e, probabilmente, potrebbero inoltre inquadrare la questione, diventata rilevante se non primaria, dei risarcimenti per tali conseguenze.

Se numerosi cittadini dell’intorno della pista sono contro e si augurano la chiusura dello scalo, se altri ritengono indispensabile fissare almeno un limite massimo giornaliero/mensile/ annuale dei voli/movimenti a valori compatibili alla vivibilità del territorio, altri ritengono – almeno in queste circostanze – decisivo ottenere adeguate contropartite. Le compensazioni. Proprio mentre è intanto ancora in corso una controversa e dibattuta sperimentazione di nuove traiettorie di decollo.

La protesta contro la realtà quotidiana dei voli, contro l’ennesimo masterplan con stime di 110 mila voi/anno e lo sviluppo del Caravaggio è sfociata in una manifestazione di protesta guidata da alcuni sindaci del territorio lo scorso sabato. Almeno quattrocento persone, un corteo ha raggiunto la torre di controllo dell’aeroporto di Orio al Serio in rappresentanza di quindici Comuni dell’hinterland.

Il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi e gli assessori regionali Claudia Terzi e Alessandro Sorte. L’iniziativa è ancora una volta stata diretta dal coordinamento dei comitati aeroportuali di Azzano San Paolo, Bagnatica, Bergamo, Grassobbio, Orio al Serio, Treviolo.