martedì 10 ottobre 2017 04:01 Età: 6 yrs

Trasporto aereo: al 2035 traffico raddoppiato e aeroporti inidonei?

Categoria: Aeroporti, Fiumicino, Altri scali, Malpensa, Linate, Pisa, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Low cost

 

L'attuale sistema Italia non potrà fronteggiare tale crescita.

Il confronto scontro tra low cost ed ex compagnie di bandiera è stato risolto. Ha prevalso il modello low cost (nonostante le diversità tra Ryanair e Easyjet e altre) e le storiche Air France, British, Lufthansa non hanno avuto alternative. Alitalia chissà! Nel tempo le aerolinee hanno dovuto adeguarsi a uno status organizzativo-operativo aziendale equivalente e lo scenario della competizione si sposta ora anche sulle operazioni e voli di lungo raggio-long range.

Ma tutte le aerolinee, dalle low cost all’ex di bandiera, operano in un sistema aeroportuale, in una rete di infrastrutture con livelli di ricettività adeguate al traffico aereo consolidato e/o stimato.

Come affronta la rete degli aeroporti del Belpaese i flussi di traffico attuali e quelli prospettati al 2035?

Potrà contenere tale incremento-impennata di traffico e/o di passeggeri e/o di movimenti aerei sulle piste affossate tra centri storici secolari e decine di migliaia di cittadini di piccole, medie città e centri metropolitani?

Certo numerosi masterplan hanno prospettato allungamento di piste e /o il raddoppio di quella attuale, se non il raddoppio del sedime e dell’assetto attuale delle piste (Fiumicino). Il Piano Nazionale Aeroporti – PAN redatto nel 2012 è stato aggiornato nel 2014 ma le criticità connesse a taluni scali, evidenziano una realtà contraddittoria e, probabilmente, con inevitabili inagibilità ricettive nel numero dei movimenti aerei stimati al 2035. Sono state adeguatamente analizzate le criticità aeroportuali in relazione agli standards di pista-rullaggi-parcheggi (Lunghezza pista, Strip area, RESA di 240mt, Graded Area, EMAS), al Piano di Rischio, al Rischio terzi e al carico antropico, oltre ai vincoli dell’impatto acustico in Lva e decibel e di quello atmosferico?

Il trasporto aereo e i flussi dei velivoli in atterraggio e decollo del Belpaese sono in costante incremento e la proiezione al suo raddoppio al 2035 dovrebbe non solo entusiasmare gli “investitori in risorse e capitali” nel “sistema trasporto aereo commerciale”, ma anche preoccupare.

Alla crescita esponenziale dell'ultimo decennio, il trasporto aereo in Italia è aumentato del 21,8% e con oltre 164 milioni di passeggeri movimentati nel 2016 nella rete aeroportuale gli analisti avrebbero potuto argomentare intorno alla saturazione del sistema Italia.

La “mobilità aerea” rappresenta un parametro, un indice decisivo per lo sviluppo del Paese.

Come fare quindi per predisporsi al raddoppio al 2035 quando l’odierna rete infrastrutturale ha raggiunto livelli di criticità evidente?

Come fronteggiare un traffico di oltre 310 milioni di passeggeri/anno al 2035? L’interrogativo è cruciale.

Quale risposta potranno fornire, innanzitutto gli scali internazionali/continentali di Fiumicino, Malpensa e Venezia e quelli – minori ma centrali come Linate, Bergamo, Napoli, Bologna, Catania, Torino, con vocazione europea con le loro piste e sedimi? Quali riflessi scaturiscono su volumi di traffico in termini di tutela delle popolazioni che abitano, operano, lavorano in prossimità delle piste e/o sono sottostanti alle fasi più critiche del decollo e dell’atterraggio? Perché, quindi, non valutare l’opportunità di imporre scenari di traffico limitato e massimali di movimenti/anno su talune piste?

Diventa pertanto indispensabile e inevitabile determinare “correttamente” le realtà operative e infrastrutturali degli aeroporti italiani. Magari concepire scenari di un sistema di rete di aeroporti con bacini di traffico competitivi, non sovrapposti e localizzati anche a 30-50-100 km di distanza, e prospettare, ad esempio, uno scalo veneziano sull’acqua, nel mare esterno alla Laguna a similitudine di Kansai?