mercoledì 13 settembre 2017 04:32 Età: 7 yrs

Aeroporti e piano di rischio e rischio terzi, ancora una Risoluzione

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Venezia, Treviso, Pubblicazioni, Safety Security , Archivio, Dossier, Convegni

 

L’aerostazione, un centro commerciale, una università: come sono valutate?

La localizzazione, la posizione, ad esempio, delle piazzole di sosta degli aeromobili, di un eventuale allevamento di pesci (entro 12km), il numero dei voli (10-20-30-100mila/anno), la tipologia degli aeromobili, la casistica incidentale degli stessi, la lunghezza della pista e altro, rispetto ai decolli e atterraggi dalla pista di volo operativa come incidono sulle curve di isorischio che qualificano il cosiddetto “rischio terzi” di un aeroporto. In aggiunta è decisivo anche il livello di “carico antropico” presente nelle edificazioni industriali, commerciali e pubbliche (Municipi, Scuole, Istituti medi e superiori, stadi di calcio e ospedali) insediate nelle zone A, B, C e D come sono statisticamente analizzati?

Gli “accident-type” in decollo e atterraggio, quali:

1. Landing undershoot (no initial ground contact on runway) 2. Landing overrun (initial ground contact on runway) 3. Take-off overrun, including rejected take-off overrun (not airborne at any stage) 4. Crash after take-off (airborne at any stage) con quale scenario sono, casisticamente, inquadrati nei masterplan, nelle VAS e VIA al 2020-2030-2040 e oltre degli aeroporti del Belpaese. Quanti incidenti ogni 10voli/anno sono stati stimati per le singole piste localizzate a ridosso e/o affossate nelle città storiche della Penisola? Con quale probabilità (frequente e/o occasionali) e con quale severità (catastrofica e/o negligibile) sono stati classificati gli aeroporti identificati dal Piano Nazionale Aeroporti?

La materia è oggetto della Risoluzione 7-01329 proposta in Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI) presentato da SPESSOTTO Arianna Martedì 1 agosto 2017, seduta n. 846 -La IX Commissione,

premesso che:

con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-11758, la firmataria del presente atto portava all'attenzione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti la questione relativa al modello attualmente adottato dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) per la valutazione del rischio contro terzi, ai sensi dell'articolo 715 del codice della navigazione, modello ritenuto obsoleto ed in parte superato poiché non adeguato alle nuove e crescenti stime del traffico aereo;

come noto, il decreto legislativo 9 maggio 2005, n. 96, ha introdotto nel codice della navigazione l'articolo 715 (valutazione di rischio delle attività aeronautiche), le cui disposizioni prevedono che, al fine di ridurre il rischio derivante dalle attività aeronautiche alle comunità presenti sul territorio limitrofo agli aeroporti, l'Enac individui gli aeroporti per i quali effettuare la valutazione di impatto del rischio (piano di risk assessment), e che di tali valutazioni i comuni tengano conto nell'esercizio delle proprie funzioni di pianificazione e gestione del territorio;

la direzione centrale regolazione aeroporti ha posto in essere dal 2005 un programma di attività finalizzate a dare attuazione a tale disposizione normativa, i cui risultati sono contenuti nel documento di Enac «Valutazione di rischio delle attività aeronautiche – Attuazione dell'articolo 715 del codice della navigazione»;

sulla scorta delle indicazioni contenute nella documentazione di riferimento Icao, è stato messo a punto un modello statistico-matematico in collaborazione con la facoltà di ingegneria dell'università degli studi di Roma «La Sapienza», la cui validazione nel novembre 2006 è stata acquisita mediante confronto dei risultati forniti dal modello olandese;

una volta conclusa positivamente la validazione del modello, l'Enac ha avviato la valutazione del rischio contro terzi prevista dall'articolo 715, scegliendo prioritariamente quegli aeroporti inseriti in contesti urbani particolarmente «sensibili» e rientranti tra i criteri di selezione che sono illustrati nella policy di attuazione. Tali criteri sono stati definiti parallelamente all'attività di sviluppo e validazione della metodologia di calcolo e, da un'applicazione preliminare di tali criteri, la valutazione del rischio contro terzi ha interessato in prima applicazione, circa dodici aeroporti;

una volta conclusa l'attività di calcolo, il modello fornisce una serie di curve di isorischio che vengono riportate sulla base cartografica rappresentante il territorio in cui è inserito l'aeroporto oggetto di studio e che fanno riferimento alla probabilità che un individuo, residente permanentemente nei dintorni di un aeroporto, ha di rimanere coinvolto in un incidente aereo;

i comuni di sedime aeroportuale e quelli prossimi interessati sono quindi tenuti a recepire i risultati del risk assessment adattando i propri strumenti di gestione e pianificazione del territorio, sulla base delle planimetrie redatte dall'Enac e trasmesse agli stessi, raffiguranti le curve di output da applicare per le misure di tutela;

negli ultimi anni il traffico aereo ha conosciuto un significativo aumento sia in termini di passeggeri – con un aumento del 4,8 per cento rispetto al 2015, secondo i dati forniti dall'Enac per l'anno 2016 – sia come numero dei movimenti aerei (decollo o atterraggio di un aeromobile su un aeroporto) con il 2,4 per cento in più rispetto al 2015;

di conseguenza, alcuni importanti scali nazionali – come Fiumicino, Malpensa, Treviso e Venezia – hanno conosciuto un forte tasso di crescita e per alcuni di essi è stato stimato addirittura un raddoppio dei passeggeri nei prossimi 20 anni;

secondo una stima basata sui tassi di crescita previsti per il traffico mondiale (Iata), nel 2035 il numero di passeggeri in Italia arriverà a 311 milioni, superando le previsioni poste alla base del Piano nazionale aeroporti,

 

impegna il Governo

 

ad assumere le opportune iniziative di competenza per rivedere il modello di calcolo del «risk assessment» o rischio contro terzi (valutazione dell'impatto di rischio derivante dalle attività aeronautiche per le comunità presenti sul territorio limitrofo agli aeroporti di cui all'articolo 715 codice della navigazione), attualmente utilizzato dall'Enac, alla luce delle previsioni di incremento, per i prossimi anni, del traffico aereo, con particolare riferimento a determinati scali aeroportuali e della crescita del numero dei passeggeri, a tutela dei passeggeri e dell'equipaggio a bordo, oltre che dei cittadini residenti.