venerdì 15 settembre 2017 04:08 Età: 7 yrs

Aeroporto Peretola e uno spazio-sedime, probabilmente, inadeguato

Categoria: Aeroporti, Firenze, Altri scali, Aerobasi, Pubblicazioni, Safety Security , Archivio, Dossier, Ambiente, Piani di rischio

 

L’ipotetico masterplan non può che riflettere piano di rischio e “impatti” problematici

L’area aeroportuale di 130 ettari per la nuova pista sarebbe compresa tra Firenze e Sesto Fiorentino e lla localizzazione della nuova pista di 2000-2400 metri sarà autorizzata “senza deroghe” rispetto al Regolamento ENAC?

Avrà quindi un raccordo parallelo alla pista, una aerostazione e le piazzole antistanti (apron) di sosta imbarco-sbarco aeromobili alle distanze standard, tali da non sovraccaricare i parametri di rischio terzi per incidentalità fuoripista? Dovrà comunque contemplare Aiuti Visivi Luminosi (AVL) (Aeronautical Ground Light AGL), Area Critica (Critical Area), Area di manovra (Manoeuvring Area), Area di movimento (Movement Area), Area di sicurezza di fine pista (Runway End Safety Area - RESA) di 240 metri aggiuntivi per ognuno delle due testate pista, Area livellata e priva di ostacoli (Cleared and Graded Area - CGA), Area Sensibile (Sensitive Area), Banchina (Shoulder), Holdin bays, Striscia di sicurezza della pista (Runway Strip), Striscia di sicurezza della via di rullaggio (Taxiway Strip), Raccordi/Taxiwaysdi uscita rapida / (Rapid Exit Taxiway), Zona di arresto (Stopway) e magari anche gli spazi EMAS.

L’orientamento e localizzazione della nuova pista 12/30 inoltre con l’acquisizione di 130 ettari nei comuni di Firenze e Sesto Fiorentino, magari con la parziale dismissione di parte del vecchio sedime, anche risulterà “liberata” dagli ostacoli attuali (Monte Morello) quali ripercussioni penalizzanti ha verificato nell’ambito del “carico antropico” e delle ricadute derivate dal rischio terzi e curve di isorischio?

Le tematiche descritte nella news “Aeroporto Peretola, dal sorvolo della Toscochimica alla posizione del nuovo Stadio” (http://www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2017/marzo/article/aeroporto-peretola-dal-sorvolo-della-toscochimica-alla-posizione-del-nuoco-stadio/) e “Aeroporto Peretola, ENAC e il rischio terzi e il modello FAA” (http://www.aerohabitat.eu/news/dettaglio/archivio/2017/agosto/article/aeroporto-peretola-enac-e-il-rischio-terzi-e-il-modello-faa/) non sembrano ancora risolte. In questi giorni, tuttavia, le opinioni sul futuro dello scalo fiorentino sembrano considerare esclusivamente questioni di priorità, di opportunità di disporre di una infrastruttura aeroportuale in prossimità della città, lasciando in secondo piano quella che, invece, è un dato prioritario e primario: l’indisponibilità di uno spazio per insediarla; senza deroghe di sorta.

Sono due interventi dell’ADUC – Associazione per i diritti di Utenti e Consumatori.

Aeroporto Firenze. Illusioni e novelle degli stenti. Futuro al buio?

"'La commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del ministero, già lo scorso dicembre nella valutazione del masterplan di Peretola (sviluppo 2014-2029) ha previsto 142 prescrizioni: l’elenco dei vincoli comincia con la costituzione dell’Osservatorio ambientale che sarà composto dai ministeri dell’Ambiente, dei Beni Culturali, delle Infrastrutture, poi Regione, Arpat, Comuni di Firenze, Sesto e Campi, Enac e Toscana Aeroporti. Tra le prescrizioni, al capitolo di rischio incidente aereo, la commissione ha reso indispensabile la redazione di uno studio da parte di un soggetto pubblico, terzo, che abbia esperienza in materia'.

Cosi’ l’occhiello di un articolo di un quotidiano fiorentino, che con molta enfasi ci informa che la Via (Valutazione Impatto Ambientale) dell’aeroporto di Firenze, arriverà entro fine anno, sarà adeguata all’attuale normativa e inattaccabile. E viene prospettato un avvio dei lavori della nuova pista per l’estate 2018.

Ce lo auguriamo perché, anche se auspichiamo altre soluzioni, questa sarebbe comunque una soluzione che a fronte dello stagnamento della situazione da anni ed anni, porterebbe comunque un vantaggio -nel rispetto, pare, dei criteri di salvaguardia ambientale- al cronico problema di un’adeguata mobilita’ aerea da e per Firenze.

Ma abbiamo dei dubbi su tanto ottimismo. '142 prescrizioni'! A partire dall’Osservatorio ambientale, composto da amministrazioni comunali (Sesto Fiorentino) che hanno già deciso di piantare alberi proprio lì dove dovrebbe sorgere la nuova pista… Non siamo qui per fare un discorso tecnicamente preciso, ma per esternare, da associazione di utenti e consumatori, i nostri dubbi sulla realizzazione in sé e sui tempi prospettati. Non abbiamo nessuna voglia di fare l’uccello del malaugurio, ma non possiamo far finta di non vivere in questo Paese, in questa Regione, in questa area metropolitana e in questa città. Non solo, ma l’elenco di tutti coloro che dovrebbero contribuire a delineare tutto quello che andrebbe fatto per la realizzazione, ci fa 'accapponare la pelle, e per l’ennesima volta sognare una semplificazione amministrativa dove, per esempio, la cittaà metropolitana sia vera e non finta come oggi, e possa decidere senza rimandi a tizio o caio. Sì, lo sappiamo, la democrazia non può che essere faticosa, ma allo stato dei fatti crediamo che parlare di democrazia sia azzardato, perché siamo più che altro di fronte a burocrazia immobilizzante. Soprattutto perché -e qui rispunta la nostra opzione per un aeroporto all’altezza della città- si sta pedissequamente andando incontro ad una soluzione che non potrà non suscitare le forti contestazioni (ampiamente preannunciate) da parte di alcuni che fanno parte del gruppo di coloro che dovranno decidere.

Siamo protagonisti e reduci -freschi, freschi (Livorno e non solo)- dalle conseguenze delle dissennate politiche ambientali, infrastrutturali e non-decisioniste di tutte le nostre amministrazioni (a livello mondiale). Sappiamo che le infrastrutture non sono all’altezza delle mutate e -allo stato- incontrollabili mutazioni climatiche. E perseveriamo in un’impresa del genere? Gli aggiornamenti di cui si parla in questa nuova Via, sono tali al 12 settembre? Ne dubitiamo fortemente e, per questo, non ci stupiremmo se l’entusiasmo mostrato per i lavori della pista che dovrebbero partire l’estate del 2018, sarà solo un plof.

Cosa vogliamo dire? Che 'la gatta frettolosa fece i gattini ciechi', soprattutto perché la fretta cattiva consigliera si basa solo un’ipotesi, la pista parallela all’autostrada. Sulla cui tenuta infrastrutturale ed ambientale, proprio per gli sconvolgimenti in corso, temiamo non sia stata proprio pensata alla bisogna…. E allora, perché Pisa è lontana?"

Aduc su aeroporto Firenze: "Situazione drammatica. Che fare?"

"Seicento collegamenti aerei dirottati o annullati nei primi sei mesi del 2017. E proprio ieri, 12 settembre, giornata con decine di voli cancellati o dirottati e centinaia di passeggeri coinvolti. Storia ordinaria, ormai? Sembra di sì. Mentre gli ottimismi mediatici ed istituzionali parlano di nuova pista, parallela all’autostrada, i cui lavori dovrebbero cominciare nella prossima estate. E, ammesso che ciò accada, nel frattempo, che si fa? Continuiamo ad affidarci alla divinità del Clima, consapevoli che è fuori controllo da parte dei sacerdoti di ogni tipo? Stante la situazione, partire da Firenze/'Vespucci' è una scommessa, soprattutto per coloro che hanno una coincidenza nelle città del nord-Europa.

Soluzioni radicali non ce ne sono. E’ ovvio che non possiamo auspicare la chiusura del 'Vespucci', se non -nel caso- di una sostituzione integrale da parte di Pisa, in seguito a potenziamento dello stesso e collegamento ferroviario in 20-30 minuti (prospettiva oggi non presa minimamente in considerazione da parte delle autorità).

Già vediamo i vari privati che collegano Firenze agli aeroporti di Pisa e Bologna, che si sfregano le mani. Speriamo che non sia solo perché avranno più clienti, ma perché si impegnino a potenziare e dare un servizio maggiore, migliore e più economico di quanto già non facciano oggi. Ma abbiamo il timore che la nostra visione buona ed altruista dell’economia di mercato non giochi un buon ruolo in merito.

Non ci resta, quindi, che cercare di ridurre il danno. Facciamo un duplice appello:

- ai vettori aerei che usano lo scalo fiorentino perché siano più attenti di quanto già non siano oggi. Cioè, potenziando i loro sistemi di allerta ed informazione climatica, che li usino con molto anticipo per avvisare i passeggeri di doversi spostare a Pisa o Bologna (Venezia e Milano -come talvolta accade- no, per favore);

- ai passeggeri, che usino altri aeroporti, anche se più scomodi e, alla fine, più costosi. Ovviamente, ogni passeggero sia consapevole del rischio a cui va incontro, ricordandosi che gli indennizzi previsti dalla legge per annullamenti e ritardi, non ci sono quando il problema si manifesta per volontà non dipendente dalla compagnia (tipico: avverse condizioni climatiche). Inoltre, per coloro che hanno una coincidenza, che non usino biglietti separati (per esempio: un tck Fi/Amsterdam ed un altro Ams/Tokyo), che altrimenti la compagnia per il volo 'grosso', se il biglietto non è unico, non è tenuta a garantire la riprotezione per la coincidenza, da Firenze e da Amsterdam. Riduzione del danno, per l’appunto. Fino a quando? Vincenzo Donvito, presidente Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori".