martedì 05 settembre 2017 04:02 Età: 7 yrs

Sicilia e aeroporti, sono troppi o pochi? E le altre Regioni?

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Palermo, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Low cost, Convegni, Std ICAO ENAC, Comitati

 

Opinioni a confronto: tra Vito Riggio (ENAC) e Di Giacomo

I dati storici dei quattro aeroporti siciliani degli ultimi 10-15anni potrebbero risultare utili per analizzare realtà e prospettive e stime storiche del traffico aereo commerciale da un lato e pianificazione future con relativi investimenti per le opere infrastrutturali e per l’incentivazione ai voli low cost e non.

Un primo resoconto del traffico commerciale complessivo internazionale e nazionale del periodo 1 Gennaio – 31 Marzo 2017 (fornito da ENAC) degli stessi quattro scali siciliani delinea una realtà oltremodo evidente. L’aeroporto Comiso ha registrato tra arrivi e partenze 520 movimenti (-24,6%) con 81.401 passeggeri (escluso transiti diretti) (-20,2%) (transiti diretti) 0, lo scalo di Palermo 7.889 voli (-4,7%), 951.902 passeggeri (-1,0%), 1.391 transiti diretti (-29,9%), Catania Fontanarossa 12.238 voli (12,0%), con 1.575.085 passeggeri (16,2%), 948 (transiti diretti) -54,4% e Trapani con 1.976 voli (3,6%), 256.151 passeggeri (2,8%), con 97 passeggeri (100%). Il quadro è, quindi, oltremodo circonstanziato e il Piano Nazionale Aeroporti non dovrebbe far altro che affermare anche le eventuali, possibili, prospettive. Oltre ogni raffronto, dibattito e confronto campanilistico a sostegno dello scalo aereo più prossimo.

Sulle pagine web del Corrierediragusa.it del 4 Settembre il presidente Enac Vito Riggio sostiene "4 aeroporti in Sicilia sono troppi, ne bastano la metà". Il futuro dello scalo di Comiso e la possibilità di gestire i flussi di traffico civile-commerciale in maniera, quasi esclusiva, sui due scali di Palermo e Catania viene esplicitata senza giri di parole. Le stesse società di gestione dei due scali maggiori potrebbero, quindi, assicurare alle piste di Comiso e Trapani che, come due scali minori, con bilanci problematici una qualche attività di volo di aviazione generale e collegamenti a voli a capacità di terzo livello e/o charter e/o voli assimilabili. I costi di gestione degli scali minori e le politiche di co-marketing con investimenti di sostegno sembrerebbero problematici. Non più sostenibili. Una prima replica a tali dichiarazione è stata sostenuta da Pippo Di Giacomo, ex sindaco di Comiso, e parlamentare Pd che condanna tale dichiarazioni, convinzioni e/o ipotesi.

Ridimensionare Comiso e Trapani perché “solo così funzionali alle ragioni economiche e commerciali della Sicilia” non sembrerebbe opportuno. L’aeroporto di Comiso, ad esempio, sarebbe una infrastruttura sottodimensionata rispetto al potenziale di traffico e di passeggeri. La disputa siciliana e il richiamo a criteri di “ragioni economiche e commerciali” e funzionalità operativa e concorrenza tra gli scali dovrebbe, in realtà, riguardare anche Regioni del Belpaese. Quanti sono gli aeroporti localizzati negli stessi bacino di traffico (150-200 km di distanza e una-due ore di auto) con riflessi problematici sulla gestione e sui bilanci delle società di gestione? Quanti scali inoltre abbisognano di misure e finanziamenti di co-marketing per il sostegno ai voli localizzati a 30-50km di distanza da aeroporti con milioni di passeggeri/anno? Ben venga, quindi, almeno il dibattito.