giovedì 09 agosto 2018 04:16 Età: 6 yrs

Aeroporto Parma, interrogazione M5S sul The Wall: ma non solo

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Archivio, Dossier, Convegni, Aviation topics, Comitati , Std ICAO ENAC, Piani di rischio

 

La vicenda, tuttavia, ripropone equivalenti criticità in altri scali-aerei!

Stavolta è toccato alla vice presidente della Camera Maria Edera Spadoni: “Capire esattamente, nel caso in cui fossero confermate irregolarità, chi debba risponderne in sede legale”. Dopo il blocco dei lavori susseguente alla lettera del Dott. Alessio Quaranta (documento informatico firmato digitalmente ai sensi dell'art. 24 d.lgs. n. 82/2005), avente per Oggetto: Aeroporto di Parma - Possibili interferenze con zone di tutela aeroporto Giuseppe Verdi – Richiesta riscontro in merito a risposta Comune di Parma la vicenda non è ancora, inevitabilmente, risolta. Come andrà a finire?

“Con l’emanazione dell’Emendamento 7 del Regolamento, avvenuto in data 20/10/2011, sono state introdotte le fasce laterali della configurazione del piano di rischio, denominate zone di tutela C e D, con specifiche indicazioni sulle destinazioni d’uso ed attività non compatibili in considerazione del carico antropico  associato. Nell’ambito del processo istruttorio relativo al Piano di Sviluppo dell’aeroporto di Parma, avviato nel 2017, la Direzione Pianificazione e Progetti responsabile di tale istruttoria, è venuta a conoscenza dell’intenzione del Comune di Parma di realizzare un centro commerciale in area prossima al sedime aeroportuale, e ricadente nelle  zona di tutela laterale C e D del piano di rischio. In considerazione di quanto sopra la Direzione Centrale Vigilanza Tecnica aveva inviato un sollecito al Comune (nota prot. n. 128655 del 20/12/2017), invitando l’Amministrazione locale a predisporre quanto prima l’aggiornamento del piano di rischio, ricordando che in carenza di adozione dello stesso nessuna opera od attività poteva essere autorizzata nelle aree di tutela laterali C e D.”

Ecco quindi che la “costruzione del centro commerciale nell’aerea dell’ex Salvarani a Baganzola, nei pressi dell’aeroporto Verdi di Parma”

“Fondamentale è, in tempi rapidi – sostiene l'interrogazione - far luce sulla vicenda e capire esattamente, nel caso in cui fossero confermate irregolarità, chi debba risponderne in sede legale. Di fatto, nella delibera del 2012 con cui è stato adottato il Piano di rischio aeroportuale, si afferma chiaramente che i Comuni non possono autorizzare opere ed attività ubicate lungo le direzioni di decollo e atterraggio - se non coerenti con il Piano di rischio - e si insiste sul fatto che non siano realizzabili tutte quelle attività che comportano elevata permanenza di persone, proprio come un centro commerciale”.

Quali le inevitabili ripercussioni sulla compatibilità del nuovo Parma Urban District e lo scalo aeroportuale, anche alla luce del piano di espansione del Verdi, che prevede l’allungamento della pista, per permettere l’atterraggio dei voli cargo? Come sarà possibile sostenere l'allungamento della pista e assicurare l'edificazione e l'operatività del centro commerciale The Mall?

Dinanzi all'aggiornamento del Piano rischio dell’aeroporto, alla decisione di operare masterplan del The Mall per quale ragione ENAC in prima persona o qualche rappresentante/delegato locale non era intervenuto prima e/o nel corso dell'inizio lavori dello stesso “The Mall”?

La costruzione del centro commerciale è stata, peraltro, bloccata e/o è tuttora in corso?

La vicenda “The Mall” inoltre rappresenta un caso del tutto anomalo e isolato nel sistema aeroportuale – PNA del Belpaese e/o “casi similari” sono anche nell'intorno di altre piste di volo? Nel centinaio di piste minori (aviosuperfici), di aviazione generale, di commuter, di aviazione generale e aerobasi militari (italiane, USA e NATO) quanti altri casi potrebbero essere rilevati? Il Piano di rischio, il Piano Ostacoli, il rischio terzi ed il livello di carico antropico associato ad attività “sociali” nell'immediato delle piste di volo esistono? Sono solo poche domande, ma che rimandano ad una analisi circostanziata del sistema aeroportuale italiano. A chi tocca?