sabato 10 febbraio 2018 06:23 Età: 6 yrs

Aerobasi, uranio impoverito e depositi

Categoria: Aerobasi, Pubblicazioni, Safety Security , Archivio, Dossier, Ambiente, Convegni, Human factor, Flotta militare, Aviation topics

 

Sono e sono stati interessati: marina, aeronautica, esercito

L’annosa questione è ancora in primo piano. Da un lato la relazione approvata dalla commissione d’inchiesta sull’uranio, per taluni ritenuta “troppo debole” e magari reticente. Da altro punto di vista Mauro Pili, deputato del Misto (movimento Unidos), che ha presentato una relazione alternativa, attaccando la Difesa e il ministro Pinotti sostenendo di possedere prove e documentazioni circostanziate “Ho le prove che il ministero della Difesa ha coperto per anni omicidi plurimi e disastri ambientali“, ha attaccato il deputato e membro della Commissione”. Questo secondo documento illustrato alla stampa è risultato di 900 pagine. Un elenco di fotografie a corredo di “168 nomi e cognomi delle vittime della devastazione del Poligono di Salto di Quirra“; “sono state usate migliaia di tonnellate di esplosivi con ogni genere di sostanze cancerogene e radioattive”. Fotografie “che inquadrano missili da aereo pronti per essere interrati nel poligono” in oltre “venti anni di responsabilità da parte dei vertici militari”.

Il sostanza è stato evidenziato come l’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella: “Aveva affermato che non era mai stato fatto uso di uranio impoverito in Bosnia, ma gli americani avevano invece abbondantemente informato già dal 1995 dell’utilizzo di uranio impoverito in quelle aree”. E’ stato chiesto all’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella di richiedere alle Camere il riconoscimento di “nesso causale automatico per le vittime dell’uranio impoverito e per quelle malattie generate da nanoparticelle e fattori simili contratti in teatri di guerra o aree addestrative”.

Le repliche di questi giorni, tuttavia, quale quella del Ministro Pinotti recitano “Le forze armate italiane hanno in massima attenzione la salute dei militari. Sbagliato criminalizzarle” - “in Italia non è mai stato utilizzato e acquistato un munizionamento con l’Uranio impoverito”.

“L'universo della sicurezza militare non è governato da norme e da prassi adeguate”, “Sconvolgenti criticità sono state scoperte nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari «in Italia e nelle missioni all'estero, che hanno contribuito a seminare morti e malattie” lo ha sostenuto invece relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sull' uranio impoverito, presentata oggi dal presidente Gian Piero Scanu. Affermazioni che contrastano con una sorta “negazionismo” dei vertici militari, quando “assordanti silenzi generalmente mantenuti dalle Autorità di Governo”.

La Relazione ufficiale riporta l'audizione di Giorgio Trenta, presidente dell'Associazione italiana di radioprotezione medica che ha: “riconosciuto la responsabilità dell'uranio impoverito nella generazione di nanoparticelle e micropolveri, capaci di indurre i tumori che hanno colpito anche i nostri militari inviati ad operare in zone in cui era stato fatto un uso massiccio di proiettili all'uranio”.

Ma dove si sono verificate tali situazioni? In quale contesto operativo e/o di addestramento e/o di stazionamento e /o residenza del personale coinvolto? In quali aerobasi del Belpaese, quali depositi, quali zone sono e sono state interessate?

Sono indispensabili informative riguardanti le popolazioni civili, le comunità residenti sottovento e sopravento alle località, anche italiane, nelle quali in questi ultimi 20-30anni sono avvenute “operazioni” di addestramento con tali “armamenti”. Non solo Aviano e Ghedi.