giovedì 22 febbraio 2018 05:06 Età: 6 yrs

Aeroporti e impatto volatili e Bird Strike Committee Italy

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Pubblicazioni, Safety Security , Archivio, Dossier, Convegni, Impatto volatili, Std ICAO ENAC

 

Ma quali le scadenze degli “studi” BSCI in vigore?

L’ENAC nella Circolare APT-01B, Procedure per la prevenzione dei rischi di impatto con volatili, segnala come la competenza di eventi relativi al birdstrike ad una quota inferiore a 300 piedi, riguardi il singolo aeroporto.

Lo studio naturalistico-ambientale dovrebbe essere predisposto da ciascuna società di gestione di un aeroporto, su tale “analisi” dovranno essere intraprese eventuali azioni di mitigazione per prevenire

rischi di wildlife strike. Lo studio deve inquadrare la realtà ambientale esistente, identificando le specie di avifauna insediate e/o esistenti e/o di periodico passaggio, la loro consistenza periodica, la tipologia dell’habitat circostante e/o di sedime di scalo, la loro concentrazione stagionale, diurna e notturna. L’entità della “fauna selvatica di terra e di volo” potenzialmente pericolosa per i velivoli impegnati nelle fasi di movimento lungo la pista di volo, nel sedime dello scalo e lungo le traiettorie di decollo e di atterraggio.

Decisivo per l’indagine “naturalistica” è, soprattutto la “localizzazione delle eventuali fonti di attrazione per volatili ed altra fauna selvatica presenti in aeroporto e nelle aree limitrofe il sedime aeroportuale”.

Lo studio – riporta la Circolare APT-01B - ha una durata non inferiore a 12 mesi consecutivi, non interrompe l’uso dei sistemi di prevenzione eventualmente già in uso e deve essere inviato, una volta concluso, all’ENAC - Bird Strike Committee Italy presso la Direzione Regolazione Ambiente e Aeroporti ed in copia alla Direzione Operazioni ed alla Direzione Aeroportuale competente per territorio”.

Tale “studio”, qualora approvato dalla Direzione Regolazione Ambiente e Aeroporti - BSCI, ha una validità temporale di cinque anni. Alla scadenza diventa indispensabile aggiornarlo e riproporlo per adeguare le misure di prevenzione da tale “pericolosità”.

Punto chiave dello studio è l’individuazione delle eventuali “fonti attrattive”, anche di quelle eventuali interne ed esterne al sedime aeroportuale.

La Circolare APT-01B riferisce su una “procedura di cui al precedente paragrafo deve prevedere le modalità con cui il gestore aeroportuale assicura l’eliminazione e/o la mitigazione delle fonti attrattive per uccelli od

altra fauna selvatica all’interno del sedime aeroportuale. Il gestore aeroportuale è altresì responsabile di individuare, nei limiti delle proprie competenze, la presenza di potenziali fonti attrattive per mitigarne l’azione nelle zone limitrofe il sedime aeroportuale; le stesse, opportunamente documentate, dovranno essere portate all’attenzione degli Enti locali competenti e dell’ENAC - Direzione Operazioni competente che potrà, qualora necessario, rappresentare la posizione dell’Ente ai sensi dell’Art. 711 del Codice della Navigazione”.Quali realtà e quali procedure di eliminazione delle fonti attrattive aeroportuali e non sono in corso negli scali italiani? La frequente localizzazione di piste di scali civili commerciali e aerobasi in prossimità di marine, fiumi, laghi e paludi determina misure e interventi decisivi e costanti in questo ambito di criticità operativa.