venerdì 26 gennaio 2018 05:29 Età: 6 yrs

Aeroporto Bergamo: 2017 con record di passeggeri per scalo-singola pista

Categoria: Aeroporti, Bergamo, Altri scali, Archivio, Dossier, Ambiente, Low cost, Imp. acustico, Imp. gassoso, Piani di rischio

 

Ma urgono limiti operativi e politiche integrative

Lo scalo bergamasco ha raggiunto non solo il primato dei passeggeri transitati in una singola pista in Italia, ma ha registrato anche il sedicesimo anno di “crescita continua chiudendo il 2017 con il nuovo massimo storico di 12.336.137 passeggeri, pari a un incremento del 10,54% che corrisponde a 1.176.506 passeggeri rispetto al 2016,e in media a quasi 100mila in più al mese”.

Un successo operativo e commerciale con ricadute innegabili per il commercio, il turismo alloggi e alberghi dell’intera provincia, in aggiunta a riflessi ambientali per i cittadini residenti nel circondario aeroportuale per coloro che abitano e risiedono sottostanti alle traiettorie di decollo e atterraggio.

Le criticità, infatti, devono essere associate un sedime aeroportuale limitato e compresso dalla città e dall’autostrada: sono limiti insuperabili.

Quale futuro per questa singola pista? I masterplan e piani di sviluppo devono, inevitabilmente, stimare un limite massimo o di voli, di movimenti in pista per anno. SACBO e ENAC stanno predisponendo vinvoli in tal senso? Ovvero un numero massimo di movimenti in pista per singola ora operativa dell’arco diurno e, magari, il divieto dei voli nel periodo notturno. Senza voli dalle 23.00 alle 06.00 per i cittadini dell’intorno, probabilmente, diventa un traguardo minimale quanto obbligato: scontato.

La modelizzazione acustica delle zone A, B e C (da riconfigurare con l’AEDT, perciò superando l’arcaico e inadeguato INM) rappresenta il primo passo per verificare le tutele per fronteggiare le emissioni sonore e gassose degli aeromobili che operano a Orio al Serio.

Anche l’analisi e le verifiche di compatibilità per il rischio terzi e il carico antropico coinvolto dal “traffico aereo” in decollo e in atterraggio e in decelerazione in pista l’utilizzo di opportuni e consolidati modelli matematici “internazionali” diventa una misura inevitabile per la “sicurezza” delle operazioni di volo da un

lato e per le garanzie per la comunità dei cittadini residenti.

Quale futuro quindi per uno scalo che non potrà pianificare una crescita “infinita” nel numero dei voli in pista e nei passeggeri trasportati? L’ipotesi di una integrazione tra gli scali lombardi, una gestione coordinata e consapevole dei limiti “oggettivi” su ognuno degli aeroporti di Linate, Malpensa, Orio al Serio e Montichiari potrebbe rivelare una opportunità di operare nello stesso bacino di traffico. Magari con criteri di extraregionalità, ampliando una storica vocazione isolazionista e concorrenziale.

Una operazione che innesca valutazione sulle co-marketing policy attivata nei singoli aeroporti, con frenesia concorrenziale e competitiva, comunque finanziata e sostenuta da soggetti pubblici e/o partecipati sottoscritti da enti-aziende-istituti regionali.

Questi ultimi soggetti, peraltro, con il loro “accordi” pluriennali hanno iniziato e sostenuto hanno garantito il successo operativo e commerciale di uno specifico, se non della maggioranza degli aeroporti “italiani”,