lunedì 29 gennaio 2018 05:46 Età: 6 yrs

ENAC, sostegni ai voli, sul ruolo dei gestori aeroportuali e quello dei sindaci

Categoria: Aeroporti, Bergamo, Brescia, Linate, Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Convegni, Std ICAO ENAC, Comitati

 

Ma è il co-marketing l’artefice dell’eventuale boom aeroportuale

Nei report annuali degli aeroporti, in termini di movimenti aerei/anno e passeggeri trasportati, da pochi migliaia di voli a 80-100mila/anno, da poche centinaia di migliaia di passeggeri/anno ad oltre 10 milioni di passeggeri/anno, decisivo è l’apporto degli accordi di co-marketing sottoscritti con le aerolinee. Spesso con vettori low cost extra-italiani.

Quanto vale il co-marketing nel Belpaese? Gli accordi tra “enti locali” e aerolinee per volare su scali minori e di prima grandezza ammontano (dati 2017) in “incentivi” tra 40 e i 100 milioni o raggiungono la quota di 200 milioni/anno? Comunque sia, anche se sarebbe indispensabile conoscere la reale entità, anche se a tali “costi” occorrerebbe sommare i contributi/sostegni/taglio alle tariffe e sconti fiscali aeroportuali erogate dai gestori/aziende di scalo alle medesime aerolinee.

La battaglia aerea, lo scontro tra il traffico aereo concentrato sugli aeroporti per mezzo degli “incentivi al volo” in prevalenza appare, quindi, determinato dalla volontà, dalle convinzioni dei sindaci dei comuni aeroportuali. Sono forse, complessivamente, accordi capestro? Anche se i risultati di bilancio delle società di gestione aeroportuali, spesso con azionariato privato, sono beneficiati in maniera rilevante ed esponenziale dagli accordi di co-marketing ratificati con finanziamenti “pubblici”.

Quale ruolo hanno, in sostanza, i reali flussi turistici di una città e di un’area regionale quando sono le tariffe sui voli a selezionare e determinare la scelta dei passeggeri? Mercato aereo drogato? Numero di voli e numero di passeggeri in relazione agli accordi di co-marketing sottoscritti a beneficio di taluni aeroporti e aerei con effetti disastrosi per le aerolinee escluse dagli incentivi “economici”.

L’ennesima operazione di salvataggio e rilancio di Alitalia deve essere inquadrata in questo “mercato” dei voli tanto anomalo quanto alterato. Quali prospettive per il sistema degli aeroporti del Belpaese qualora tali “incentivi” fossero rimossi e/o perequati? Un sistema di voli e aerolinee e aeroporti assistiti dal “finanziamento pubblico” quali riflessi genera su questo ambito industriale? Quale significato assume celebrare il successo “commerciale” di aeroporti di milioni di passeggeri e di quelli periferici e marginali, ma comunque assistiti da incentivi “regionali e/o statali” e/o dei contribuenti - quasi - senza soluzione di continuità?

E’ uno scenario tanto efficace quanto trasparente. Alcuni analisti sostengono che gli incentivi comportano un costo/spesa di co-marketing a carico del “pubblico” variabile da 15 a 26 euro per passeggero. Cosa accade invece negli altri Paesi della Comunità Europea? In Italia chi interviene in materia? Quali analisi e quali riscontri vengono registrati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti? Non ci sono notizie specifiche salvo le “Linee guida inerenti le incentivazioni per l’avviamento e lo sviluppo di rotte aeree da parte dei vettori” del 2014. L’ENAC nel 2014 ha, invece, reso disponibile uno documento noto come "Indicazioni operative per i gestori aeroportuali in caso di contributi/sostegni finanziari a favore di compagnie aeree per' il lancio di nuove rotte e procedura di monitoraggio" - Direzione Sviluppo Gestione Aeroporti. Con quali risultati pratici?