martedì 05 giugno 2018 04:34 Età: 6 yrs

Aeroporto Fiumicino, per il Senato no al raddoppio esterno al sedime

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Ma quali vincoli sorgono con il progetto “Business City”?

Ancora un atto avverso all'allargamento del sedime aeroportuale del Leonardo da Vinci. Stavolta non è un gruppo di cittadini e/o un Comitato a sostenerlo ma il Senato. La legittima, coerente e condivisa risoluzione si è verificata durante la sessione di discussione sul decreto Alitalia del 30 maggio 2018.

L'occasione che ha decretato un votato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il Governo “a potenziare l’aeroporto di Fiumicino entro i confini dell’attuale sedime”era la discussione sull'ipotetico rilancio di “Alitalia”.

L'esistenza “indipendente” di Alitalia come vettore nazionale e internazionale pur focalizzata sullo scalo romano, infatti, dopo lo studio sulla competitività del sistema aeroportuale italiano, presentato da ENAC nel 2012 - studio KPMG-Onework-Nomisma del 2010 – era stata prospettata con l'assetto centrale dell'hub romano, anche in seguito all'accordo e alla partecipazione con Etihad Airlines.

Ancora nel 2013, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presentava un “Atto di indirizzo per la definizione del Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale”- (il cosiddetto «Piano Passera»), nel 2014 lo stesso Ministero con “l'Atto di pianificazione concernente la rete aeroportuale di interesse nazionale” - aveva, tuttavia, aggiornato lo scenario. Con una ennesima prospettiva di traffico e sistema aeroportuale. Adesso, con l'ennesima crisi Alitalia, tuttavia anche l'estensione dello storico sedime aeroportuale e un sostanziale raddoppio delle piste è saltato.

Lo scenario è mutato? Ma l'eventuale prossimo socio di Alitalia sarà d'accordo?

La materia dovrebbe essere analizzata e prospettata non solo in un, si spera, definitivo e conclusivo, quanto integrato Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale del Sistema Italia con circoscritti bacini di traffico. Riqualificati e verificati a scenari di traffico al 2050-2100.

L’aeroporto Leonardo Da Vinci sarà in grado, a questo punto ri-configurare il masterplan senza estensione di sedime e nel contempo aggiornare, a tale scopo, anche il Business City: “il centro direzionale innovativo, unico nel suo genere, collocato accanto ai Terminal dell’hub internazionale Leonardo da Vinci e immediatamente raggiungibile tramite la ferrovia o l’autostrada. E’ la nuova Business City di Roma Fiumicino, una infrastruttura progettata e realizzata da Aeroporti di Roma che offrirà a imprese, incubatori, start up,  professionisti italiani e stranieri, servizi e ambienti innovativi per gestire il proprio business su scala globale”?

Quel progetto presentato in pompa magna quale:

“Distretto per aziende e professionisti italiani e internazionali con servizi, uffici e spazi lavorativi su misura. Nascerà un sistema economico integrato con l’attrattività del primo scalo italiano, ideale per incubatori e startup innovative

Centro congressi da 1.300 posti, integrato con offerta alberghiera, che darà grande impulso allo sviluppo del settore convegnistico e degli eventi a Roma

Investimento di 190 mln di euro, lavori completati in più fasi a partire dal 2022. A regime stimati oltre 23.500 occupati tra diretti, indiretti e indotto

Progetto altamente sostenibile di 91mila mq, con zero consumo di suolo, che riqualifica aree industriali preesistenti. Nuove aree verdi e arredi urbani integrati per 41mila mq.”

Ebbene lo spazio del “Business City” dell'aeroporto romano come si concilia con il potenziamento del traffico, nell'ambito dell'attuale sedime, magari al 2050-2100? La soluzione quale potrebbe essere? Con movimenti di traffico a 500-700mila/voli anno cosa accade? Sono considerazioni di lungo periodo, inevitabili quanto scontate.

In Italia, come è avvenuto progettato in altri Paesi – Cina, Giappone, India , ecc, è indispensabile pianificare infrastrutture aeroportuali al largo delle coste. Dove, almeno nel breve periodo, se non nel Tirreno di fronte a Ostia-Fiumicino, a Napoli nel Golfo, al di fuori della Laguna di Venezia e, come da tempo Aerohabitat sostiene, la largo dello costa Toscana per risolvere le criticità connesse alle piste di Peretola e Pisa San Giusto.