venerdì 09 marzo 2018 05:27 Età: 7 yrs

Aeroporti e quel “rumore-aereo” superiore a 60 LVA, fuori dal sedime

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Pisa, Safety Security , Archivio, Dossier, Imp. acustico, Std ICAO ENAC, Comitati

 

Le 44 abitazioni di Borgo Cariola a Pisa sono state una anomalia?

Il livello Lva annuale sul recinto/limite esterno di ogni sedime aeroportuale rappresenta un valore decisivo per determinare la rumorosità, le emissioni di origine aeronautica, generati per autorizzare l’attività aerea su uno scalo.

La normativa nazionale, nello specifico, le prescrizioni del D.M. 31/10/1997, in merito alla caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, deve verificare e certificare che il LVA non può essere superiore a 60 LVA. La, cosiddetta, caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, infatti preclude livelli di LVA superiori a 60 LVA: le aree esterne ad A, B e C il valore di LVA ≤ 60, affinché non sono previste limitazioni urbanistiche.

Ecco il punto quindi, cosa accade quando i valori calcolati superiori a 60 LVA siano esterni o superino il “recinto aeroportuale”? Deve essere, forse, ridotta l’attività aerea e/o le emissioni aeronautiche devono essere ridotte, con velivoli meno rumorosi e/o procedure a minor impatto acustico, con una sola alternativa: abbattimento degli edifici interessati e/o acquisizione e/o incorporazione delle aree a impatto acustico superiore 60 LVA nel sedime aeroportuale.

Con valori limite inferiori a 75 LVA – entro il sedime dello scalo – le limitazioni urbanistiche inquadrano "esclusivamente le attività funzionalmente connesse con l'uso ed i servizi delle infrastrutture aeroportuali"; con valori tra 65 - 75 LVA sono invece consentite "attività agricole ed allevamenti di bestiame, attività industriali ed assimilate, attività commerciali, attività di ufficio, terziari e assimilate, previa adozione di adeguate misure di isolamento acustico"; tra 60-65 LVA, invece "non sono previste limitazioni".

Anche nelle zone/aree esterne ad A, B e C , per valori inferiori a 60 LVA "non sono previste limitazioni", ma è utile confermarlo e ribadirlo: cosa accade se il valori di 60 LVA sono superati negli spazi esterni al recinto aeroportuale?

Quale realtà esprimono le mappe acustiche A, B e C dei tantissimi aeroporti del Belpaese? Nelle aerobasi della Penisola, comunque, il D.M. 31/10/1997 non ha applicazione. Le notizie negli aeroporti civili-commerciali, a riguardo, non né esistono tante, salvo il caso dello scalo civile-militare di Pisa-Galileo Galilei.

Sulla materia Aerohabitat aveva descritto due news specifiche:

Aeroporto di Pisa, sulle ragioni e sul costo della delocalizzazione "acustica":

Al momento sono stati stanziati 16.5 milioni di euro. Dopo tanti anni, probabilmente dopo 14 anni, ecco che l'attesa delocalizzazione di 44 caseggiati prospicienti il parcheggio degli aeromobili del Galileo Galilei di Pisa si avvia alla fase conclusiva.

Le case di Borgo Cariola hanno valori di Lva superiori a 65 e la delocalizzazione e susseguente demolizione diventa l'obiettivo conclusivo di una operazione che non si capisce se avviene per tutelare i cittadini residenti o se, diversamente, serve all'ampliamento del sedime aeroportuale.

Lo sforamento dei decibel, infatti, potrebbe essere contenuto con una riduzione delle emissioni gassose al suolo. Perciò con l'adozione di procedure in rullaggio e nella messa in moto dei propulsori meno impattanti, con il contenimento del numero dei voli e con pannelli fonoassorbenti che filtrano il rumore aereo.

La soluzione individuata allo scalo pisano, probabilmente, privilegia le esigenze di ampliamento del sedime aeroportuale. Nella circostanza un allargamento della zona apron-parcheggi degli aeromobili e quindi un incremento del numero dei posti parcheggi agevolando un aumento dei voli orari al Galileo.

Nell'attesa che qualcuno possa rivelare quale sia la ragione della delocalizzazione è, nel frattempo, utile riferire il costo (iniziale?) dell'operazione.

L'intervento della Regione Toscana, della società di gestione aeroportuale SAT e gli enti locali, coordinati con il Governo e con Enac, hanno agevolato la delocalizzazione. Con la delibera della Giunta regionale Toscana su proposta dell'assessore alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, è stato approvato un Accordo di programma per la 'delocalizzazione dell'insediamento residenziale di Borgo Cariola', nel Comune di Pisa.

Le abitazioni saranno rilocalizzate?

Il costo complessivo dell'operazione viene calcolato in 16.500.000 euro.

Di questi 10 milioni sono finanziati dal Ministero, ENAC trasferisce 3.5 milioni alla società di gestione aeroportuale SAT e, i restanti 3 milioni provengono invece dalla stessa Regione Toscana. 21 gennaio 2014

 

ENAC con il Comunicato Stampa n. 3/2016, il 21 gennaio 2016 aveva così riferito:

DELOCALIZZAZIONE DEGLI ABITANTI DI BORGO CARIOLA NEL PISANO: ENAC E SAT HANNO CONCLUSO LE ACQUISIZIONI DEGLI IMMOBILI

Si sono concluse ieri, 20 gennaio 2016, a Pisa, le acquisizioni degli immobili situati a Borgo Cariola, in zona adiacente all’Aeroporto di Pisa Galileo Galilei, in base all’Accordo di Programma stipulato tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero della Difesa, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’ENAC, la Regione Toscana, gli Enti territoriali interessati e la SAT, società di gestione dell’Aeroporto di Pisa. L’accordo è finalizzato proprio alla delocalizzazione di questo borgo per ridurre il rischio aeronautico e ambientale di alcune abitazioni costruite all’interno del sedime dello scalo.

Sono quaranta le proprietà per le quali è stata portata a termine la procedura di delocalizzazione con il consenso dei residenti, registrando un anticipo di un anno rispetto al termine previsto dall’accordo.

La spesa complessiva sinora è stata di 12 milioni di Euro sui 13 previsti dall’intesa quadro, dei quali 10 milioni provengono dallo Stato, attraverso il bilancio dell’ENAC, e dalla Regione Toscana, a cui si è aggiunto il contributo della società Toscana Aeroporti destinato alla demolizione del borgo e all’assistenza economica ai proprietari e agli inquilini per i trasferimenti, fino ad arrivare a un totale di 16,5 milioni di Euro.

Entro il prossimo mese di febbraio saranno ultimate le operazioni di demolizione delle abitazioni e avviata la realizzazione del progetto di inglobamento dell’aerea con l’aeroporto di Pisa, che ha registrato in questi anni un notevole incremento di traffico, a beneficio dell’economia della provincia.

Restano da acquisire quattro proprietà, i cui titolari non hanno voluto aderire alla procedura bonaria, non accettando i valori stabiliti dall’Agenzia del Territorio, con una valutazione rispondente ai prezzi di mercato del 2013. Si tratta di immobili ubicati in un unico punto a est del borgo, per cui sarà comunque possibile avviare le opere di conglobamento delle aree nell’aeroporto, in attesa della conclusione della procedura di esproprio già avviata.

Il Direttore Generale dell’ENAC, Alessio Quaranta, ha espresso grande soddisfazione per la riuscita della complessa operazione, in anticipo rispetto al cronoprogramma. “Si tratta della prima importante operazione di delocalizzazione portata a termine senza problemi, grazie alla stretta collaborazione tra ENAC e Toscana Aeroporti” ha dichiarato Alessio Quaranta. “Voglio anche ricordare il contributo essenziale del Comune di Pisa, che ha messo a disposizione alloggi per gli inquilini del Borgo, e la Regione Toscana per il suo contributo economico. Questa operazione è la dimostrazione che è possibile delocalizzare borghi a ridosso degli aeroporti in tempi ristretti, a salvaguardia degli abitanti. In questo caso è stata essenziale l’ottima organizzazione degli interventi, affidata a Toscana Aeroporti, che ha messo in sicurezza e ha reso inagibili le abitazioni non appena acquisite, evitando occupazioni abusive”.