giovedì 18 ottobre 2018 08:16 Età: 6 yrs

Aeroporto Treviso, il fiume e Parco del Sile e la lotta ai “volatili”

Categoria: Aeroporti, Aerobasi, Altri scali, Treviso, Safety Security , Archivio, Dossier, Convegni, Impatto volatili, Piani di rischio

 

ENAC - Gestione del rischio Wildlife Strike nelle vicinanze degli aeroporti ed. 1 Ottobre 2018!

Novità e conferme nella nuova edizione ENAC sulle linee guida per gestire questo genere di problematica. A Treviso intanto la svolta non sarà sicuramente in un bando per l'assunzione di un “cacciatore” di uccelli. Possibile? Quale l'urgenza? L'attività aerea dell'aviazione commerciale è in corso da decenni, quale quindi la ragione di questa svolta? Sono aumentati i volatili insediati nella zona e la casistica impatto volatili si è imposta come una emergenza da gestire? I media del trevisano di questi ultimi giorni riferiscono su una offerta di lavoro per un "addetto all'allontanamento della fauna dalle aree aeroportuali" on-line sul web della Provincia di Treviso. Possibile? La gestione dell'impatto volatili su uno scalo sembrerebbe un compito assegnato al gestore aeroportuale, che probabilmente opera da sempre il tal senso. In fondo nelle 38 pagine della Circolare APT-01B Procedure per la prevenzione dei rischi di impatto con volatili ed altra fauna selvatica (wildlife strike) negli aeroporti 23/12/2011 la materia è adeguatamente analizzata e circoscritta.

Dove nel paragrafo relativo alle verifiche sull'adozione locale delle procedure di prevenzione dei rischi di impatto si legge:

“Quanto indicato nella presente circolare costituisce un requisito per la certificazione dell’aeroporto e per il mantenimento della stessa. La verifica della messa in atto di quanto Circolare APT-01B Procedure per la prevenzione dei rischi di impatto con volatili ed altra fauna selvatica (wildlife strike) negli aeroporti 23/12/2011 pag. 16 di 38 previsto dal piano di prevenzione e controllo da parte del gestore aeroportuale verrà effettuata nell’ambito dell’attività ispettiva della Direzione Operazioni, facente parte integrante del piano di sorveglianza dell’aeroporto, normalmente a cura di personale ispettivo dell’ENAC. Tale personale appartiene di norma alla Direzione Aeroportuale competente per territorio e, nella fattispecie, riporta funzionalmente al team leader competente”.

Quale la novità quindi?

La materia è stata da tempo delineata in circolari e documenti ufficiali. Da pdf di Claudio Eminente di ENAC “Wildlife strike; un rischio trasversale” - Linee guida sulla gestione del rischio intorno agli aeroporti - Valutazione della pericolosità delle opere, piantagioni o l’esercizio delle attività che possono costituire richiamo per la fauna selvatica entro i 13 km dall’aeroporto e similari quali “l’esistenza di acquacolture, allevamento di pesci (la loro dimensione e produzione) e le fonti attrattive per volatili equivalenti e altro” non debbano essere localizzati ad una distanza inferiore a 13 km da aeroporti e /o dalle piste di volo sono da tempo una informativa specifica a disposizioni degli operatori del settore.

Quale la novità del nuovo documento ENAC - Gestione del rischio Wildlife Strike nelle vicinanze degli aeroporti ed. 1 Ottobre 2018? Se – riporta uno stralcio - “nel 2009 ENAC aveva già emanato l’informativa tecnica “Linee guida relative alla valutazione delle fonti attrattive di fauna selvatica in zone limitrofe agli aeroporti” con lo scopo di fornire, ai diversi soggetti interessati, uno strumento a cui far riferimento nella valutazione di questioni sulle fonti attrattive di fauna selvatica in zone limitrofe agli aeroporti. All’interno di questo documento erano prese in esame le principali fonti attrattive di fauna selvatica nell’intorno aeroportuale, e venivano fornite indicazioni per la valutazione del loro potenziale attrattivo e l’attuazione di

tecniche gestionali di mitigazione.”

La novità che emerge sembrerebbe la seguente:

“Scopo del documento è anche quello di fornire uno strumento per la pianificazione del territorio intorno agli aeroporti a 3, 8 e 13 km di distanza dalle piste. Ovviamente queste linee guida tengono conto del fatto che la destinazione d’uso del territorio in molte aree limitrofe ad aeroporti esistenti è impossibile da modificare, anche se questa costituisce una fonte attrattiva per la fauna selvatica. In questi casi si richiede ai gestori aeroportuali di lavorare insieme alle autorità territoriali e all’ENAC per mitigare il rischio di wildlife strike”.

Nelle 40 pagine del nuovo documento ENAC si legge ancora:

Nel dettaglio si applicano i seguenti standard e raccomandazioni, inclusi negli art. 9.4.3 e 9.4.4 dell’Annesso 14 dell’ICAO:

- È necessario intraprendere azioni specifiche per ridurre il rischio per le operazioni aeronautiche, adottando misure atte a minimizzare la probabilità di impatto tra aeromobili e animali selvatici;

Le autorità preposte devono attivarsi per eliminare o prevenire l’insediamento di discariche a cielo aperto o ogni altra fonte di attrazione per la fauna selvatica negli aeroporti o nelle loro vicinanze, a meno che specifiche analisi di risk assessment non indichino la loro non pericolosità in termini di probabilità di

attrarre fauna selvatica in grado di incrementare il rischio di wildlife strike. Ove l’eliminazione delle fonti attrattive non risulti possibile, le autorità preposte devono assicurarsi che il ogni rischio per la navigazione aerea venga valutato e mitigato fin dove possibile;

gli Stati membri della Convenzione devono tenere in considerazione la sicurezza del volo nelle fasi di pianificazione territoriale intorno agli aeroporti in relazione alla possibilità di attrarre fauna selvatica.

Più recentemente anche l’EASA, l’Agenzia europea per la sicurezza aeronautica, ha emanato una serie di norme che sottolineano l’importanza dell’ambiente esterno all’aeroporto e la necessità di monitorarlo.