Il PNA-Piano Nazionale Aeroporti ha individuato 10 Bacini di Traffico omogeneo (ovvero zone con una distanza massima di 2 ore di percorso in auto da un aeroporto di particolare rilevanza strategica), tra di questi quello del Nord-Est con Venezia-Tessera scalo intercontinentale e Verona, Treviso, Trieste. Non ha incluso l'aeroporto di Bolzano tra i 38 scali nazionali.
E' stata una determinazione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Lo scalo bolzanino, pertanto, non risulta essere stato qualificato come uno scalo di interesse nazionale.
Anche lo studio del 2010 realizzato da Nomisma, One Works e Kpmg, aveva inquadrato la pista altoatesina come una di quelle a dimensione locale con volumi di traffico minimali: senza opportunità di bilanci finanziari attivi. Dopo il referendum, quasi plebiscitario del 2016 contro l'ampliamento dello scalo, dove con una partecipazione del 46,7% degli aventi diritto, con un risultato secco, netto, con oltre il 70% le prospettive erano senza sbocchi.
Nel recente periodo con l'intenzione della Provincia di Bolzano di cedere la quota del 100% in ABD, la società di gestione dell'aeroporto di Bolzano, con un bando di gara con un prezzo d'asta fissato a 3,8 milioni di euro e l'esposto contrario dell'associazione Dachverband, il quadro si congela e in qualche modo ripropone una doppia realtà. Da un lato le prospettive di una infrastruttura aeroportuale di limitato “interesse locale”, con l'inevitabile conseguente ampliamento della pista (almeno qualora fosse rilanciato) e dall'altro il comunicato ANAC. Lo sostiene la stessa “Dachverband”. Anac-Autorità nazionale anticorruzione ha avviato una verifica del bando per la gestione dell'aeroporto di Bolzano