venerdì 11 gennaio 2019 05:30 Età: 5 yrs

Aeroporti, ENAC, le procedure de-icing, anti-icing & la safety

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Safety Security , Archivio, Dossier, Ambiente, Std ICAO ENAC, Comitati , Aerolinee

 

Il caso dell'aeroporto di Brindisi!

ENAC tra le ricadute ambientali dell'attività aerea scrive: “L’impatto ambientale sul territorio derivante dalle operazioni degli aeromobili comporta la necessità di gestire le attività aeroportuali mediante pratiche che trattino appropriatamente tutti i fattori inquinanti” tra di questi anche i “residui sulla pavimentazione delle piste (ad es.sgommature, de-icing, verniciatura, urea)”.

Perchè parlarne? Forse le procedure di de-icing ed anti-icing non sono possibili in tutti gli aeroporti del Belpaese” peer l'inadeguatezza delle procedure di smaltimento delel sostanze utilizzate per tali “precauzioni” prima del decollo? Ma è un interrogativo al quale non sappiamo rispondere! E' comunque certo che dove la procedura viene certificata da ENAC, perlomeno nel quadro delle normative:

ISO 11075 - Aircraft de-icing/anti-icing Newtonian fluids, ISO type I

ISO 11076 - Aircraft de-icing/anti-icing methods with fluids

ISO 11077 - Self-propelled de-icing/anti-icing vehicles

ISO 11078 - Aircraft de-icing/anti-icing non-Newtonian fluids, ISO type II.

Le tecniche adottate hanno uno scopo preciso: lo sghiacciamento degli aeromobili in sosta e transito, “al fine di garantire la pulizia delle superfici aerodinamiche dei velivoli e l’assenza di sovraccarichi in fase di decollo”.

La materia è inquadrata dalle 50 pagine del documento AEA – Associazione European Airlines - Recommendations for De-icing / Anti-icing Aeroplanes on the Ground 27th Edition July 2012.

Ma quale è il trattamento per la rimozione/prevenzione della formazione di ghiaccio (De-icing/Anti-icing) corretto e adeguato? Di solito l'esecuzione viene richiesta dall’equipaggio o dal personale di terra della Compagnia interessata, e da questi trasmessa al Capo Scalo, fornendo inoltre:

- il tipo di trattamento richiesto (de-icing/de-snowing/anti icing etc)

- le parti da trattare (ali, coda, fusoliera)

- la percentuale di killfrost da erogare disponibili sull’aeroporto (50% o 100%).

Per quale ragione a Brindisi – secondo quanto riportato dai media e dal video diffuso sui “social” - sarebbe stata usata acqua a 60° centrigradi? ENAC in relazione a tale “sghiacciamento” ha avviato una indagine lo scorso 6 Gennaio: “In relazione a notizie di stampa e video circolati in questi giorni che riportano attività di de-icing (eliminazione del ghiaccio) dalle ali degli aeromobili in partenza dall’Aeroporto di Brindisi, eseguite manualmente e con modalità inadeguate, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile rende noto di aver avviato delle azioni ispettive sulle operazioni aeroportuali condotte presso lo scalo in concomitanza con la nevicata che ha interessato la zona. A tal fine domani, 7 gennaio, tecnici dell’ENAC saranno all’Aeroporto di Brindisi per verificare la gestione dell’emergenza derivata dalle avverse condizioni meteo e la situazione che si è determinata.”

Le problematiche intorno al de-icing e anti-incing sugli scali del Belpaes il Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti ENAC al Capitolo 7 illustra le “Attrezzature contro la presenza e la formazione del ghiaccio sugli aeromobili (de/antiicing facilities)”. Tra le varie disposizioni tra le “misure ambientali” si legge:

“Qualora i fluidi impiegati non siano certificati come innocui per l’ambiente, nelle aree interessate

dall’esecuzione di procedure de-/anti-icing, occorre prevedere un drenaggio al suolo in grado di raccogliere i fluidi dispersi, per evitare che essi – miscelandosi con le normali precipitazioni – possano contaminare le acque superficiali.” Quale la situazione sull'aeroporto di Brindisi?