mercoledì 19 giugno 2019 10:09 Età: 5 yrs

Aeroporti e il calcolo dell'impatto atmosferico

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Archivio, Dossier, Ambiente, Convegni, Imp. gassoso, Comitati , Aerolinee

 

Le emissioni aeronautiche prevalgono su quelle terrestri?

Masterplan, VIA e VAS di ogni singolo aeroporto sono, realmente, in grado di verificare gli scenari di impatto atmosferico complessivi? Sommare quello delle emissioni aeronautiche, delle flotte aeree nelle fasi ground e in-flyng, oltre al traffico viario di sedime ed esterno, magari con il traffico stradale e autostradale di pertinenza? La zona analizzata dei volumi del traffico aereo analizzato identifica, perciò non solo le rotte di atterraggio e di decollo entro il sedime dello scalo ma anche le loro traiettorie in finale (4-5 miglia) e in salita iniziale (fino a 4-5 miglia).

Quando le documentazioni masterplan, ad esempio, valutano il “bilancio emissivo” che il “traffico aereo concorre ai valori di concentrazione in misura minore rispetto al traffico stradale, generando valori massimi di concentrazione inferiori ai limiti di norma; gli eventuali superamenti stimati in corrispondenza di alcuni recettori risultano quindi attribuiti al traffico stradale” sono attendibili?

La componente aeronautica, proporzionale all'incremento di movimenti previsti dal Masterplan, quando analizza gli inquinanti critici per la qualità dell'aria locale (NOx e PM‐10), il livello derivato dal traffico aereo risulterebbe assai inferiore rispetto a quello del traffico stradale.

I livelli di ossido di carbonio (CO), di ossidi di azoto (NO, NO2, Nox), di biossido di zolfo (SO2), di Ozono (O3, di PM10, di PM2,5, di benzene e formaldeide delle restanti fonti di emissioni come sono inquadrati e calcolati?

Ecco il punto cruciale, come valutare gli aspetti scientifici relativi all’inquinamento atmosferico generato dal traffico aeroportuale in genere, con un sistema integrato di misure e di modelli di dispersione degli inquinanti.

Ogni singolo scalo aereo dovrebbe predisporre indagini specifiche e sistematiche per evidenziare la variabilità spazio- temporale e il contributo relativo delle diverse sorgenti di inquinanti gassosi (ossidi di azoto e di zolfo, composti organici volatili alifatici, aromatici e carbonilici), della concentrazione in massa di alcune frazioni del particolato, della concentrazione numerica delle particelle e di alcuni componenti del particolato (idrocarburi policiclici aromatici). L'obiettivo è quello di conoscere le risultanze di queste analisi in diretta e in “continuo”. Sarebbe davvero utile sapere se corrispondono agli scenari di impatto delle emissioni atmosferiche, on ground e in volo, proposte in sede di masterplan, VIA e di VAS. E se, infine, le emissioni terrestri, magari esterne al sedime, sono, davvero prevalenti. Come qualcuno sostiene.