giovedì 16 maggio 2019 07:45 Età: 5 yrs

Aeroporti, Terminal-Aerostazioni: la gestione delle emergenze e l’evacuazione

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Aerobasi, Safety Security , Pubblicazioni, Archivio, Dossier, Incidenti aerei, Piani di rischio, Std ICAO ENAC

 

Quanti aeroporti hanno predisposto tali procedure?

Il Piano di una emergenza interna e la procedura di evacuazione di un Terminal-Aerostazione deve essere predisposta in relazione all'art.5 del D.M. 10-03-98.

Quali misure hanno adottato i gestori aeroportuali per quanto riguarda la localizzazione dei terminal-aerostazione passeggeri degli scali inseriti nel Piano Nazionale Aeroporti?

Un riscontro che vale per gli aeroporti hub-intercontinentali quanto per gli scali minori con traffico limitato e conseguente ridotto indice di affollamento di tali “strutture”.

Il potenziale alto grado d’affollamento di una aerostazione è ovviamente determinato innanzitutto dalla presenza di utenti, quali passeggeri, clienti, accompagnatori, attività di supporto, terze e staff vari, in secondo luogo dalla costruzione, dalla variabile disposizione dell’edificio interessato,

Le possibili “cause” delle emergenze possono essere variamente originate. Trascurando le cause “naturali” ed equivalenti quelle come l’emergenza sismica, allagamenti e varie diventa utile inquadrarne una sola: quella aeronautica.

Lo scenario di un evento incidentale causato da un velivolo che nella fase di atterraggio e/o decollo per una quale problematica difficoltà nella gestione “positiva” della direzione pista si schianta su una aerostazione, potrebbe essere casisticamente/probalisticamente motivato. Quali normative sono alla base e quali conseguenti operazioni devono scattare in questa circostanza?

La stessa localizzazione dei terminal degli aeroporti del Belpaese, magari non posizionati ad una distanza di “sicurezza”adeguata, inferiore agli standards ICAO-EASA, potrebbe qualificarsi come un parametro “problematico”.

Il Piano di emergenza con evacuazione di un Terminal-Aerostazione rimanda ad una situazione “di incendio “scoppiato e/o propagato”che, tuttavia, potrebbe scaturire da un “crash” di un aeromobile

fuoripista lungopista (take-off overrun ), di fuoripista in atterraggio (landing overrun), di decollo lungo (take-off overshoot), di atterraggio prima della pista (landing undershoot), di decollo con uscita laterale (take-off veer-off) e atterraggio con uscita laterale (landing veer-off).

Le analisi della fasi dell'individuazione del “Risk Management : il livello dell’organizzazione”, il “Risk Analisys : il livello di processo”, il “Risk Analisys : metodi qualitativi e quantitativi”, le “Strategie di mitigazione”, gli “Sviluppi futuri” inquadrano anche il Piano di Emergenza interno e la sua evacuazione.

Con differenti livelli di rischi d’incendio (Basso – Medio – Elevato), e delle correlate ricadute sulle persone presenti, tra utenti e personale in servizio.

Gli interrogativi da porre in relazione al terminal-aerostazione e altri edifici-siti ad elevato livello di rischio localizzati in prossimità di una pista sono, perlomeno, due. Il primo si domanda quanti siano gli aeroporti che non hanno adottato l'art.5 del D.M. 10-03-1998. Il secondo, invece, considerando una “anomala” localizzazione del terminal-aerostazione e altri siti in una infrastruttura aeroportuale con un sedime limitato, ristretto, a ridosso di una pista dove operano aeromobili di corto e lungo raggio, se, non dovrebbe implicare una inevitabile analisi e attivazione di procedure per emergenze ed incendio innescati da un crash aeronautico.