giovedì 21 novembre 2019 10:16 Età: 4 yrs

Libia, precipita e/o viene colpito drone italiano

 

E' un MQ 9 Reaper (Predator B) dell'Aeronautica-AMI!

Il comunicato dell'’Esercito Nazionale Libico (LNA) guidato dal feldmaresciallo Khalifa Haftar sostiene di aver “abbattuto un velivolo teleguidato italiano MQ 9 Reaper (Predator B) in volo non lontano da Tarhouna, città a una sessantina di chilometri a sud di Tripoli e roccaforte dell’LNA nell’offensiva scatenata il 4 aprile scorso per la conquista della capitale libica”.

L'evento “incidentale” è avvenuto il 20 Novembre ed a riguardo lo Stato Maggiore della Difesa, Italiano informa come sia stato perso "il contatto con un velivolo a pilotaggio remoto dell'Aeronautica militare, successivamente precipitato sul territorio libico".

Constatato che la contraerea Libica non sarebbe in grado di colpire un aereo a quota superiore 6.000 metri (circa 18.000piedi) e che il drone MQ 9 Reaper Predator B impegnato dell'operazione “Mare Sicuro” e vede la Marina garantire la sicurezza dello spazio marittimo antistante le coste libiche incluse le piattaforme off-shore dell’ENI), e avrebbe operato ad una quota di 20.000 piedi l'abbattimento dello stesso non sembra probabile.

La località dell'impatto del drone, segnalata nell'entroterra pone perciò interrogativi sull'eventuale abbattimento dello stesso perche colpito dalla contraerea. Ecco quindi che l'abbattimento del drone Reaper 32° Stormo dell’Aeronautica Militare basato ad Amendola (Foggia) in missione sul Meditterraneo, si contrappone con “l’ipotesi prevalente e più accreditata” da parte della Difesa italiana che è quella di “un incidente provocato da un problema tecnico”, abbisogna di una indagine specifica. Magari congiunta.

Nota Aeronautica-AMI:

 

"Il velivolo MQ-9A "Predator B", costruito dalla General Atomics, è un Aeromobile a Pilotaggio Remoto (APR) impiegato dall’Aeronautica Militare per svolgere missioni di ricognizione, sorveglianza e acquisizione obiettivi. Il velivolo, con un’apertura alare di oltre 20 metri, una velocità superiore ai 400 Km/h e una capacità di volo a media ed alta quota, garantisce una grande autonomia di volo, permettendo di ottenere elevate prestazioni sia nella condotta di missioni ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) e sia, in ambito marittimo e terreste, nell’ambito di operazioni di Pattugliamento, Ricerca e Soccorso. I Predator B dell’Aeronautica Militare sono in grado di assolvere un’ampia gamma di compiti dimostrando elevate doti di flessibilità, versatilità ed efficacia. È possibile, ad esempio, rilevare la presenza di minacce quali ordigni esplosivi improvvisati che rappresentano il pericolo più insidioso e diffuso nei teatri operativi odierni. Possono inoltre essere effettuate missioni in ambienti operativi ostili, in presenza di contaminazione nucleare, biologica, chimica o radiologica, oppure acquisire dati ed informazioni relativi ad obiettivi di piccole e grandi dimensioni in zone potenzialmente oggetto di operazioni. Inoltre, i velivoli Predator B permettono di contribuire in modo unico alla creazione e mantenimento della cosiddetta “Situational Awareness”, ovvero al controllo dell’evoluzione della situazione da parte delle autorità responsabili del comando delle attività. Le caratteristiche di autonomia, velocità, persistenza e raggio d’azione, unite ai bassi costi di esercizio, rendono il Sistema uno degli strumenti migliori per il controllo dei confini, il monitoraggio ambientale, il supporto alle forze di polizia e l’intervento in caso di calamità naturali.

Il Sistema d’Arma si compone almeno di tre elementi:

Nota Aeronautica-AMI sul Predator B

"il velivolo, equipaggiato con un motore “Turboprop” ad alte prestazioni;

la Ground Control Station (G.C.S.), stazione di controllo a terra che grazie ad un collegamento satellitare può controllare il velivolo durante le operazioni anche a centinaia di chilometri di distanza;

la Exploitation Data Station (E.D.S.), dove vengono analizzate in tempo reale le immagini ricevute dal velivolo e, attraverso un nodo di telecomunicazioni, trasmesse agli utenti operativi.

La stazione di controllo è una vera e propria cabina di pilotaggio posta a terra, collegata tramite antenne e ricevitori in grado di comunicare con il velivolo anche via satellite. I sensori elettro-ottici, infrarossi e radar posti sotto la fusoliera, permettono capacità di osservazione e di rilevamento uniche, in grado di operare anche di notte; il sensore radar ad apertura sintetica, in particolare, consente, con ogni condizione di tempo, la capacità di ottenere immagini ad alta definizione. I filmati e le immagini acquisiti grazie al Sistema Predator B vengono immediatamente analizzate all’interno della E.D.S. dal personale “Intelligence” che ha superato un lungo percorso formativo per divenire “Analista Dati Immagine” e che ora ha il compito di fornire tempestive informazioni e documenti ai Comandanti ed alle Unità operative. Le telecamere poste sul muso dell’aeroplano rappresentano, invece, “gli occhi” del pilota, e sono i preziosi strumenti utilizzati durante le fasi di decollo ed atterraggio."