venerdì 25 ottobre 2019 11:29 Età: 5 yrs

Amendola - Foggia, 23 Ottobre, un Predator (APR) in un atteraggio fuori campo

Categoria: Aerobasi, Safety Security , Dossier, Human factor, Elicotteri, Flotta militare

 

Una operazione completata con successo!

L'evento “incidentale” è avvenuto Mercoledì 23 Ottobre intorno alle 13.30. Un Predator A+ del 32 Stormo di Amendola sarebbe stato “pilotato” in atterraggio in una zona non abitata all'esternoo de sedime dell'aerobase di Amendola-Foggia. La dinamica del volo: dopo il decollo causa una perdita di potenza e/o avaria al propulsore avrebbe obbligato il controlore in remoto del velivolo ad una immediata procedura di atterraggio/planata in una aerea prossima alla stessa pista di involo.

Una squadra di soccorso, prontamente intervenuta, dopo aver verificato lche l'atterragio era avvenuto su un campo agricolo e senza il coinvolgimento di persone e “cose”. Il “drone-UAV-APR” militare non avrebbe riportato danni sostanziali.

L’Aeronautica Militare, attraverso il 28° Gruppo “Le Streghe” del 32° Stormo di Amendola, impiega due tipologie di aeromobili a pilotaggio remoto – MQ9-A (Predator “B”) e MQ1-C (Predator “A+”) – per attività di intelligence, ricognizione e sorveglianza (ISR)

SCHEDA TECNICA DEL ‘PREDATOR’ by AMI

L’RQ-1A “Predator”, costruito dalla General Atomics, è un velivolo senza pilota (UAV) concepito essenzialmente per compiti di ricognizione, sorveglianza e acquisizione obiettivi. Il sistema d’arma si compone di tre elementi: il velivolo, equipaggiato con motore a pistoni con elica spingente, la Ground Station, la stazione di controllo a terra che grazie al data-link satellitare può controllare il velivolo anche a centinaia di chilometri dal Teatro di Operazioni, ed il sistema di trasmissione a terra in tempo reale delle informazioni raccolte. Il controllo del velivolo avviene tramite la stazione di controllo, una vera e propria cabina di pilotaggio spostata a terra, collegata al velivolo tramite antenne e ricevitori in grado di lavorare sia via radio che via satellite. Una telecamera posta sul muso del velivolo riproduce praticamente gli occhi del pilota, mentre sotto al velivolo sono installati i sensori di bordo utilizzati dagli operatori per le riprese elettro-ottiche ed infrarossi del territorio. Queste immagini sono trasmesse ad un operatore a terra, anch’esso presente all’interno della ground station, che ha il compito di interpretarle e trarne le informazioni necessarie. Il Predator può volare fino ad 8.000 metri di quota e per oltre 20 ore consecutive.L’Aeronautica Militare ha di recente implementato la flotta Predator con la versione A+, equipaggiata con sensori ottici più evoluti ed in grado di realizzare immagini di risoluzione ancora maggiore rispetto alla versione A attualmente impiegata fuori area. Bassa visibilità da parte del nemico, lunga persistenza sull’obiettivo e nessun rischio per il personale impegnato nella gestione della missione: caratteristiche, queste, che rendono il Predator un assetto aereo prezioso per la sorveglianza di aree ad alto rischio come alcuni degli attuali Teatri Operativi all’estero, nonché per il controllo di aree o punti sensibili in occasione di eventi di particolare rilevanza (ad es. summit internazionali). E’ quello che è accaduto ad esempio a L’Aquila nei giorni del G8, dove l’Aeronautica Militare, nell’ambito delle misure messe in atto per la sicurezza del Vertice, ha impiegato il Predator A+ per la sorveglianza aerea del capoluogo abruzzese. Partendo dal 32° Stormo di Amendola, dove sono normalmente di base i velivoli senza pilota dell’A.M., l”occhio elettronico” del Predator ha registrato e trasmesso alle sale operative, minuto per minuto, tutto ciò che è accaduto a terra. Oppure, per fare un altro esempio reale, è quello che accade ogni giorno in Afghanistan dove i Predator si alzano in volo dalla base aerea di Herat, dove ha sede la Joint Air Task Force del contingente italiano, per andare a controllare zone di particolare interesse o punti sensibili per la sicurezza del personale impegnato nelle operazioni a terra. Accade, ad esempio, che prima della partenza di un convoglio mezzi, venga effettuata una ricognizione del percorso stradale per verificare che non vi siano situazioni sospette, o come avvenuto in Iraq – dove i Predator italiani sono stati impiegati nell’ambito dell’operazione ‘Antica Babilonia’ – che i velivoli senza pilota vengano utilizzati per la sorveglianza aerea durante eventi di particolare rilevanza come le elezioni governative del 2006.

Predator

apertura alare: 14,8 m;

lunghezza: 8,2 m;

altezza: 1,82 m;

velocità di crociera: 135-160 km/h;

tangenza operativa: 7.800 m;

autonomia: 24 ore “on station” a 926 km dalla base di partenza ;

peso max al decollo: 952 kg;

motore Rotax 912 a quattro cilindri; carico utile: 204 kg (sensori elettroottici, radar ad apertura sintetica).