mercoledì 15 gennaio 2020 10:21 Età: 4 yrs

Aeroporti, Fiumicino e una discarica: la nota di Valter Battistoni

Categoria: Aeroporti, Fiumicino, Altri scali, Aerobasi, Pubblicazioni, Safety Security , Archivio, Dossier, Convegni, Impatto volatili

 

Scenario piste di volo, impatto volatili e la “realtà operativa”!

"Nuova discarica a Roma: troppo vicina all’aeroporto di Fiumicino

 

Il Comune di Roma sembra aver deciso di localizzare la nuova discarica di rifiuti solidi urbani in un’area distante appena due chilometri dalla “vecchia” discarica di Malagrotta, che tra l’altro era la più grande d’Europa, e che tanti problemi aveva creato all’aeroporto di Fiumicino.

La nuova ubicazione tuttavia risulta addirittura più vicina all’aeroporto di quella precedente, in particolare alla pista 16L/34R.

Incredibilmente, tra le varie condizioni cui il sito prescelto avrebbe dovuto sottostare non vi era evidentemente quella di una distanza superiore ai 13 chilometri da un aeroporto, come raccomandato dalle vigenti normative nazionali ed internazionali.

 

Desideriamo in questa sede esporre le ragioni per le quali una discarica nei pressi di un aeroporto è una scelta non solo irrazionale sul piano del merito, ma perfino illegale sul piano giuridico.

Nel merito, le discariche attirano gli uccelli ed in particolare i gabbiani, che costituiscono un grave pericolo per la sicurezza del volo, come dimostrato, da ultimo, dall’incidente del 15 Agosto 2019 a Mosca, risoltosi per pura fortuna senza perdita di vite umane.

E’ bastato infatti chiudere la discarica di Malagrotta nel 2013 perché le presenze dei gabbiani registrassero un calo del 76%. Altrettanto dicasi per la discarica di Scarpino a Genova, la cui chiusura nel 2014 ha ridotto del 67% il numero degli impatti con i gabbiani.

Ampia è poi la casistica di incidenti e/o inconvenienti causati dalla presenza di gabbiani negli aeroporti e nelle immediate vicinanze (cfr. al riguardo un qualsiasi resoconto annuale sul sito birdstrike.it, o analoghi)

 

Da un punto di vista del diritto interno, il Codice della Navigazione prevede all’art 711 che nelle zone limitrofe agli aeroporti precedentemente individuate, siano soggette a limitazioni le opere, le piantagioni e le attività che costituiscono un potenziale richiamo per la fauna selvatica o, comunque, un pericolo per la navigazione aerea. Pertanto, la realizzazione di tali opere, piantagioni e attività è subordinata all’autorizzazione preventiva dell’ENAC.

Non solo, ma le attività già esistenti sulle aree così definite, possono essere abbattute o eliminate da parte dell’ENAC, con provvedimento motivato, qualora non siano compatibili con la sicurezza della navigazione.

 

In applicazione di tale norma, il Cap. 4, para. 12 del Regolamento ENAC per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti (che ha valore legale di regolamento) conferma che la realizzazione di opere, piantagioni o l’esercizio delle attività che possono costituire richiamo per la fauna selvatica nelle zone limitrofe è soggetta ad autorizzazione da parte dell’ENAC.

Nel Cap. 5 del medesimo Regolamento ("Rischio da impatto con volatili”) vengono individuate come oggetto di limitazioni, tra gli altri, le discariche e corpi d’acqua aperta o altre aree umide che possono attrarre volatili ed altra fauna selvatica.

Seguono varie altre norme applicative ed informative, tra cui principalmente le “Linee Guida - valutazione delle fonti attrattive di fauna selvatica in zone limitrofe agli aeroporti” e la circolare APT01B, entrambe dell’ENAC.

 

Basterebbe questo per scoraggiare qualunque tentativo di ubicare una discarica nei pressi di un aeroporto, anche perché non risulta che alla nostra autorità aeronautica nazionale (ENAC) sia stato richiesto di esprimere alcuna autorizzazione e neppure un semplice parere!

 

E poiché il mondo dell’aviazione è sovranazionale, la materia è oggetto di cospicua regolamentazione anche a livello internazionale e, per quello che ci riguarda, comunitario.

L’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO), tratta il problema dei volatili (e delle discariche, considerate fra i maggiori attrattori di fauna selvatica), nei suoi documenti tecnici Annex 14 Aerodromes, Vol. I Aerodrome design and operations, Chapter 9. Emergency and other services; Airport Service Manual (DOC 9137- AN/898) - part 3; Bird Control and Reduction; Airport Planning Manual (DOC 9184 – AN/902) - part 1: Master planning & part 2; Land use and environmental control.), stabilendo tra l’altro che “le autorità preposte devono attivarsi per eliminare o prevenire l’insediamento di discariche a cielo aperto o ogni altra fonte di attrazione per la fauna selvatica negli aeroporti o nelle loro vicinanze, a meno che specifiche analisi di valutazione del rischio non indichino la loro non pericolosità in termini di probabilità di attrarre fauna selvatica in grado di incrementare il rischio di wildlife strike”.

 

A livello europeo L’Allegato V bis (punto C.2.e) del Regolamento (CE) N. 1108/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica il regolamento (CE) n. 216/2008, riporta che, tra i pericoli per la navigazione aerea nelle aree limitrofe all’aeroporto, va monitorata, tra l’altro, la creazione di quelle aree che potrebbero attirare fauna selvatica nelle vicinanze dell’area di movimento degli aeroporti, valutandone ed attenuandone opportunamente i rischi.

 

Si ricorda che i Regolamenti europei precedono le leggi ordinarie nazionali nella gerarchia delle fonti!

 

Da quanto precede risulta un quadro assolutamente univoco ed incontestabile di fattori ostativi alla realizzazione di una nuova discarica nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino, dopo che faticosamente si era pervenuti alla chiusura di quella preesistente.

E a maggior riprova di ciò, si ricordano i due inconvenienti gravi che hanno interessato l’aeroporto in passato, e che solo per un concorso di circostanze fortunate non hanno portato a una catastrofe, quali la doppia ingestione di gabbiani nei motori di un Boeing 767 della Delta Airlines nel 2007, e il bird strike multiplo a un Airbus A340 della Aerolineas Argentinas nel 2012, entrambi rientrati precipitosamente con un atterraggio di emergenza.

 

Ci aspettiamo, in conclusione, che ENAC e Ministero dei Trasporti facciano presto sentire la loro voce e blocchino questa iniziativa illogica, irrazionale e, alla luce di quanto esposto, anche contraria alla normativa vigente."