sabato 07 marzo 2020 10:33 Età: 4 yrs

Aeroporto Parma, una pista con una lunghezza variante, ma con una Strip di 280 metri

Categoria: Aeroporti, Altri scali, Safety Security , Archivio, Dossier, Pubblicazioni, Convegni, Piani di rischio, Std ICAO ENAC, Comitati

 

Ma le servitù aeronautiche (Legge n. 58/1963) erano state imposte?

Nel corso del Workshop tenutosi a Roma il 4 maggio 2015 dal titolo Regolamento (UE) n.139/2014 organizzato da ENAC, Sapienza – Università di Roma e altri, in un Pdf (disponibile download dal Web) la materia “Piani di Rischio e vincoli aeroportuali”, la Prof. Ing. Paola di Mascio ha illustrato tali argomenti in un testo di 25 pagine. Alla pagina n.4 è inquadrata la questione “Legge n.58 del 4 febbraio del 1963” che sintetizza in breve l'ampia riforma avvenuta in quel periodo:

“vieta la costruzione e ordina l'abbattimento di tutti gli ostacoli che possono essere dannosi al volo nelle aree immediatamente contermini agli aeroporti civili, militari e ai campi di volo. La revisione della navigazione, di fatto abroga la Legge 58/63 che imponeva servitù e limitazioni ai territori limitrofi agli aeroporti, prospettando nuovi vincoli di natura completamente diversa; vale a dire non più legati alla configurazione del sedime aeroportuale ma che tengono conto della tipologia e delle caratteristiche delle operazioni di volo che hanno luogo sull'aeroporto considerato”.

Con il “D.L. n. 96/2005 la revisione della parte aeronautica del Codice della Navigazione , a norma dell'articolo 2 della legge 9 novembre del 2004, n. 265”, in sostanza l'Art. 707 ha configurato l'adozione di una normativa che il Comune di Parma ha deliberato nel 2011.

Il primo progetto di pista in asfalto a Parma sarebbe stato di 30 metri di larghezza e 900 di lunghezza.

Nello stesso periodo, intorno ai primi anni sessanta dello scorso secolo l'intenzione di massimo allungamento sarebbe risultato di una pista asfaltata di 2400 metri.

Un obiettivo ancora da raggiungere, dopo 60anni.

Nel frattempo, nel corso degli anni nel 1980 sarebbe stata asfaltata per una lunghezza di 800 metri .

Nel 1983 sarebbe stata creata la SO.GE.A.P S.P.A , in sostituzione del precedente Consorzio.

Dopo altri tre anni, nel 1986, la stessa pista sarebbe diventata di 1200 metri.

Nel Novembre dello stesso anno sarebbe decollato il primo collegamento con Roma.

Dopo l'ampliamento verso Nord del sedime aeroportuale la pista sarebbe allungata a 1700 metri per 30 metri di larghezza. Nel 1989 sarebbe stato installato il sentiero luminoso di avvicinamento, e atterraggio.

Nel 1992 l'impianto di avvicinamento strumentale ILS: Instrument Landing System.

Nel 2001 la pista sarebbe stata ulteriormente allungata a 1900 metri per 45mt.

Nel 2002 la pista avrebbe raggiunto la lunghezza di 2100 metri.

Ma nel XXI secolo e prima della modifica del Codice della Navigazione, perciò del varo del Piano di Rischio (Art. 707 del CdN) era stata applicata le Legge n. 58 del 1963?

E' un primo interrogativo deve essere posto.

L'adozione delle cosiddette “servitù aeronautiche”, al fine di garantire la sicurezza della navigazione aerea sono state, via via, adottate e ampliate nel rispetto delle differenti “configurazioni” della lunghezza pista?

Oppure, perlomeno, le autorizzazioni alla progressiva configurazione della pista da parte di Civilavia-ENAC avevano verificato i “margini” del Piano Ostacoli ICAO?

Le stesse “servitù aeronautiche” erano state certificate da ENAC?

Gli interrogativi correlati agli ultimi anni di attività aerea in un sedime aeroportuale di 60 ettari del 1980 con pavimentazione flessibile-erbosa, alle Carte Ostacoli, all'imposizione delle servitù aeronautiche, alla collocazione dello scalo parmigiano tra quelli del Piano Nazionale Aeroporti-PNA del 2010, non sembrerebbero, al momento, aver risposte.

Nel 2020 l'aeroporto Giuseppe Verdi di Parma ha un sedime di 93 ettari, la pista 02/20 (in realtà l’orientamento è di 016°/196°), ed una pista di 2124 x 45 metri.

Ma ancora una volta le discrepanze affiorano evidenti.

Nella Relazione Aeroporto”Giuseppe Verdi” di Parma-Relazione Piani di Rischio di 24 pagine, revisione settembre 2011 le caratteristiche fisiche della pista di volo 02/20 la strip area della stessa è contrassegnata dalla seguente frase; : “si stende per 60 metri oltre la testata pista ed ha una larghezza di 300 metri”pista. Le distanze di RESA per entrambe le testate non sembrerebbero essere state identificate.

Con le Clearway rispettivamente, RWY 02/20 60x150 e Clearway 20/02 84x150.

Nella Relazione di 51 pagine dell'Aggiornamento Piano di Rischio Aeroportuale Aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma (PR) emissione Ottobre 2018 si legge che “le principali caratteristiche fisiche di Parma, come da carta A.I.P. (Aeronautical Information Publication) dell’ENAV:

“In corrispondenza delle due testate sono presenti i seguenti elementi infrastrutturali:

 strip della RWY 02: (2244m x 300 m); si stende per 60 mt oltre la testata pista 20 ed ha una larghezza di 300 mt; per RWY 02 nei primi 280 m la larghezza della strip è ridotta a 220 m;

 strip della RWY 20: (2244m x 300 m); si stende per 60 mt oltre la testata pista 02 ed ha una larghezza di

300 mt;

 clearway della RWY 02: si estende a partire dal fine pista 02 (direzione A1) per una lunghezza di 60 mt ed una larghezza di 150 mt. L’altitudine di riferimento della CWY è pari a 44,59 come riportato sulla Carta Ostacoli TIPO B ICAO dell’ENAV;

 clearway della RWY 20: si estende a partire dal fine pista 20 (direzione Parma) per una lunghezza di 84 mt ed una larghezza di 150 mt. L’altitudine di riferimento della CWY è pari a 49,05 come riportato sulla Carta Ostacoli TIPO B ICAO dell’ENAV;

 RESA RWY 02: 138m x 150m;

 RESA RWY 20: 90m x 150m.

Dall'AIP Italia ENAV in vigore, tuttavia, a fronte delle due Relazioni del Piano di Rischio redatte per conto del Comune di Parma, del 2011 e quella 2018, la larghezza della Runway Strip Area è di 280 per tutto la lunghezza della pista, trascurando gli spazi nominali descritti di decollo ed atterraggio, 2244x280 metri.

Quali dunque sarebbero le “ricadute” sulla certificazione della pista e/o dello scalo, sulle correlazioni con il Piano Ostacoli e, infine, sul Piano di Rischio, con le sole Zone A, B e C in vigore e su quello integrato con la Zona D?

In questo lunga descrizione del contesto storico relative alle caratteristiche fisiologiche della pista, la cui dettagliata configurazione dovrà risultare corrispondente alle norme del Regolamento (UE) 14/2014, diventa inevitabile una rinnovata stesura - tra un masterplan attuale, quello con un ipotetico allungamento della pista, all'integrazione del Piano di Rischio, il progetto del “The Mall” - della Relazione del Piano di Rischio da inoltrare ad ENAC.

Una “Relazione” che non potrà prescindere dall'indicazione/elencazione delle “servitù aeronautiche e dai vincoli” adottati dal Comune di Parma nel rispetto della Legge n. 58 del 1963 e da quelle successive alla sua abrogazione con il “D.L. n. 96/2005 la revisione della parte aeronautica del Codice della Navigazione , a norma dell'articolo 2 della legge 9 novembre del 2004, n. 265”.